Stir di Casalduni in fiamme:
«Adesso intervenga l'Esercito»

Stir di Casalduni in fiamme: «Adesso intervenga l'Esercito»
di Paolo Bontempo
Sabato 17 Agosto 2019, 12:00
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Continua l'allarme roghi in Campania. A Ferragosto ancora allarme e paura per lo Stir di Casalduni. A distanza di quasi un anno dal maxi incendio del 23 agosto ancora fumo dall'impianto di località San Fortunato in uno dei capannoni dello Stir, quello della pre-raffinazione, dove vi sono i rifiuti tritovagliati. Sul posto i vigili del fuoco, con due autobotti, del distaccamento di San Marco dei Cavoti e del comando provinciale che hanno spento il rogo verso le 22, dopo quasi tre ore di lavoro. Incendio doloso e autocombustione? Le indagini sono già scattate e diverse sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti.
 
La polizia e i carabinieri, infatti, hanno avviato immediatamente gli accertamenti del caso. L'allarme è scattato intorno alle 19 di giovedì quando ad allertare i soccorsi è stata la vigilanza privata, che era in servizio e ha notato che qualcosa non andava. Si è trattato di un principio di incendio in un'area dei locali difficile da raggiungere. Intorno alle 22, però, la situazione era sotto controllo e il fumo non fuoriusciva più.

Sul posto è giunto subito Pasquale Iacovella, presidente dell'Ato rifiuti e sindaco di Casalduni, insieme al suo vice sindaco Luigi Nave. «Si è trattato - dice - di un principio di incendio ma occorre un maggior controllo. Abbiamo, infatti, inviato una richiesta urgente al prefetto poiché chiediamo il presidio dell'impianto con l'Esercito. Allo stato attuale, con le difficoltà economiche di Sante, la vigilanza è svolta da un solo operatore che contemporaneamente vigila l'intero impianto di migliaia di metri quadrati e tutte le relative piazzole di stoccaggio di migliaia di ecoballe. Nelle notti del 4 e 5 agosto, inoltre, in una piazzola di propreità del Comune, nei pressi dello Stir si sono verificati due sversamenti abusivi di rifiuti per circa 500 quintali. L'impianto rappresenta ancora una bomba ecologica per la presenza di migliaia di tonnellate di rifiuti da rimuovere. Le ecoballe sono state rimosse dalla zona fungaia e nella parte inferiore dell'area Stir ma è necessario svuotare completamente l'impianto».

La richiesta dell'esercito è stata sottoscritta anche da Luigi Facchino, sindaco del vicino comune di Fragneto Monforte, accorso sul posto. «Ancora una volta siamo preoccupati dice - che possa ripetersi l'incendio dell'estate scorsa. La situazione però è sotto controllo e ora vogliamo il presidio dell'Esercito per una maggior controllo e per la sicurezza dell'impianto».

L'amministratore unico della Samte, Carmine Agostinelli, ha seguito quanto stava succedendo in costante contatto con il capo impianto e con Iacovella. «C'è stata solo paura dice - poiché si è trattato di un principio di incendio. Ritengo che il fenomeno sia stato generato da autocombustione poiché escludo ipotesi di innesco e la situazione è sotto controllo. Nei capannoni dello Stir sono presenti ancora 14mila tonnellate di rifiuti che vanno rimossi e nelle prossime settimane già una parte verrà spostata. Nel capannone coinvolto dal fumo vi sono poche centinaia di tonnellate di rifiuti tritovagliati».

Presso l'impianto di Casalduni, infatti, sono depositate in giacenza anche 1700 tonnellate di frazione secca tritovagliata di cui 1100 pressate e imballate. Considerando che l'impianto va bonificato nel più breve tempo possibile rimuovendo i rifiuti è necessario implementare con la massima urgenza un programma finalizzato alla evacuazione della frazione secca tritovagliata e al suo conferimento presso il termovalorizzatore di Acerra, che però a settembre sarà chiuso, concedendo alla Samte la massima capacità ricettiva possibile, compatibilmente con i flussi dei conferimenti provenienti dalle altre province. Presso lo Stir sono depositate in giacenza, inoltre, circa 800 tonnellate di rifiuto solido urbano non trattato proveniente dai conferimenti dei Comuni. La parte più consistente di rifiuti, invece, andrebbe poi in discarica. A Casalduni anche il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, che ha effettuato un sopralluogo per rendersi conto di persona degli effetti del principio di incendio. Di Maria ha avuto un colloquio con i vigili del fuoco che sono intervenuti per domare le fiamme, i responsabili dell'impianto e con Iacovella. Il maxi incendio dello scorso anno ha causato danni stimati in oltre 1,2 milioni di euro. Nel dettaglio, risultano danneggiate le porte dello Stir, il biofiltro, l'impianto di aspirazione aria con scrubber, l'impianto antincendio edificio ricezione, l'impianto elettrico edificio ricezione e il trituratore della linea 1.
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