Boom di richieste del vaccino antinfluenzale nel Sannio ai medici di base e alle farmacie che, quest'anno non hanno avuto la possibilità di approvvigionarsi di un numero di dosi da destinare a chi, pur non avendo diritto a farlo gratuitamente, fosse intenzionato a vaccinarsi. «In questo modo dice Tommaso Cusano, presidente provinciale di Federfarma a rimanere fuori dalla copertura vaccinale è stata quella larga fetta di popolazione che non rientra per mancanza dei requisiti necessari (età, patologie gravi e croniche) nelle categorie degli aventi diritto. Le richieste avanzate dall'utenza alle 103 farmacie del Sannio sono state innumerevoli ma non abbiamo potuto rispondere adeguatamente perché sono state distribuite solo 11 dosi per ognuno degli esercizi del territorio. Se si considera che l'anno scorso, nella mia farmacia di paese furono erogate circa 100 dosi di vaccino anti-influenzale, ci si rende conto di quanto sia stata penalizzata una determinata fascia di utenza». Il motivo? «Il mercato è stato saturato dall'acquisto effettuato dalle Regioni. Qualche settimana fa ci avevano promesso che ci avrebbero fatto avere circa 50 dosi per ogni farmacia del Sannio ma credo che non se ne farà nulla. Peraltro, non ci hanno consegnato neppure i vaccini che avevamo richiesto per il personale che lavora nei nostri esercizi. La gente è preoccupata per il Covid e il vaccino per contrastare l'influenza stagionale rappresenta un mezzo valido per escludere una delle due patologie, in presenza di sintomi che sono totalmente sovrapponibili».
Intanto, l'Asl, tenendo conto dell'emergenza Covid, a settembre ha acquistato 100.000 dosi vaccinali che, oltre a essere somministrate nel corso della campagna effettuata direttamente sulle piazze con il truck aziendale, sono state distribuite ai medici di famiglia, secondo le richieste avanzate in base al censimento del fabbisogno individuale. Da una rapida indagine svolta presso gli studi medici del Sannio, è emerso che quest'anno c'è stata la corsa alla vaccinazione con un incremento del 45% di popolazione avvicinatasi per la prima volta al vaccino. «Tutti i medici di base dice Luca Milano, vicepresidente dell'Ordine hanno svolto un enorme attività di sensibilizzazione e di vaccinazione. Io ho vaccinato 780 persone dei 1500 pazienti che fanno capo al mio studio e altri 66 contro la polmonite da pneumococco. Dei 780 vaccini, circa 140 li ho somministrati a persone che non rientravano nelle categorie degli aventi diritto ma che lo hanno chiesto. Ho proceduto seguendo una scaletta e scaglionando gli appuntamenti in ordine alfabetico per evitare assembramenti. Sono partito dagli over 60, ho proseguito con i pazienti con patologie croniche e con le categorie a rischio, fino alla popolazione generica. Avevo chiesto 600 dosi ma poi l'Asl me ne ha concesse altre 140, mentre altre 40 le ho fatte ad altrettanti miei pazienti sul truck dell'Asl in piazza Castello». Una posizione condivisa da Vincenzo Luciani, medico di famiglia e segretario provinciale del Fimmg. «Abbiamo fatto 650 vaccini dice il 50% in più degli altri anni perché la richiesta è stata altissima e quindi li abbiamo finiti tutti. Ma c'è grande richiesta da parte dell'utenza anche per il vaccino contro la polmonite da pneumococco. Una parte di questi è stata fatta, ne faremo ancora perché l'Asl ci fornirà altre dosi. Tuttavia, un terzo dei miei pazienti è già vaccinato perché nel 2002 con alcuni colleghi, avviammo la vaccinazione antipneumococcica e quindi molti di loro hanno fatto il ciclo completo».