Inquinamento a Benevento,
torna l'allarme polveri sottili

Inquinamento a Benevento, torna l'allarme polveri sottili
di Paolo Bocchino
Martedì 28 Giugno 2022, 12:00
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Tornano le polveri sottili dopo tre mesi. Un ulteriore risvolto del gran caldo di questi giorni è l'aumento dei valori di inquinamento nell'atmosfera cittadina che hanno oltrepassato i limiti massimi di legge. Si tratta di un evento imprevisto dal momento che il fenomeno riguarda solitamente i mesi più freddi dell'anno. Il dato è emerso ieri con la pubblicazione dei bollettini ufficiali dell'Agenzia regionale di protezione ambientale che ha certificato il doppio sforamento dei valori di polveri Pm10 nella giornata di venerdì. Fuori soglia massima sono andate due centraline su tre ubicate in città. A Santa Colomba si sono raggiunti i 57 microgrammi di Pm10 per metro cubo d'aria contro i 50 microgrammi del tetto nazionale. Irregolare anche il riscontro di Ponte Valentino dove si sono registrati 54 microgrammi. Un aggiornamento che ha portato a 11 le giornate oltre i massimi di legge dall'inizio dell'anno. Ancora lontano per il momento il raggiungimento del bonus annuo di 35 sforamenti concesso dalla normativa nazionale. Elevati anche i livelli di polveri ultrasottili Pm2,5 per le quali la legge non prevede un valore massimo giornaliero da rispettare. Molto intense inoltre le concentrazioni atmosferiche di ozono che nello scorso fine settimana hanno sfiorato la soglia di attenzione dei 180 microgrammi orari. Per questo particolare parametro, Benevento risulta la città con i valori più alti dell'intera regione.

Un ritorno inatteso, come si diceva, quello delle polveri sottili che negli ultimi tre mesi si erano mantenute sempre entro i massimi normativi. Per incontrare il precedente sforamento bisogna risalire i report giornalieri dell'Arpac fino al 30 marzo quando le Pm10 andarono oltre il consentito a Santa Colomba con 54 microgrammi per metro cubo d'aria. A cosa si deve dunque l'improvvisa risalita dei livelli di particolato? «La causa scatenante dei superamenti registrati nelle scorse ore a Benevento e in altre città della Campania è il ristagno provocato dal regime di alto pressione che sta arroventando le temperature - spiega Giuseppe Onorati, dirigente del Monitoraggio qualità dell'aria di Arpac - Questa particolare congiuntura meteorologica fa sì che restino intrappolati negli strati più bassi dell'atmosfera sia gli inquinanti prodotti dalle attività antropiche locali, sia le polveri sahariane che sono arrivate nei giorni scorsi su tutta la regione». 

Tutta colpa dell'anticiclone e del deserto, dunque? Onorati invita a mantenere la guardia alta nella prevenzione, evitando di rifugiarsi in semplicistici alibi: «La cappa di aria calda pressa gli strati sottostanti e tiene bloccati al suolo gli inquinanti.

Ma se questi ultimi non fossero già presenti in grandi quantità, anche l'alta pressione non sortirebbe effetti sul superamento dei valori. Pertanto, occorre proseguire le azioni di contenimento delle emissioni, che nella stagione estiva significa soprattutto ridurre il traffico veicolare. Nei mesi invernali l'attenzione deve essere posta principalmente sugli impianti di riscaldamento domestici». 

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Va poi tenuto conto del diverso approccio alla problematica che si riscontra tra il legislatore nazionale e gli organismi sanitari internazionali. In Italia, infatti, si ritiene sufficiente non andare oltre le 35 giornate annue di superamento da Pm10 (50 microgrammi per metro cubo d'aria), ma l'Organizzazione mondiale della salute ammonisce che invece le giornate «bonus» non possono essere più di 3. Per l'Oms, si può considerare tollerabile un valore medio annuo non superiore ai 20 microgrammi di Pm10, mentre le autorità sanitarie nazionali hanno optato per un molto più comodo tetto di 40 microgrammi. A Benevento dall'inizio dell'anno si registra una media di 28 microgrammi per metro cubo d'aria, dunque in linea con il rispetto formale del quadro normativo nazionale ma al di là dello standard di salubrità raccomandato dall'Oms. E a indicare chiaramente la strada da seguire è anche l'Agenzia europea per l'ambiente che nel suo ultimo rapporto ha stimato che in Italia l'esposizione a lungo termine a polveri sottili, biossido di azoto e ozono causi ogni anno 80mila decessi. 

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