«Irregolarità e carenze»,
gli 007 del Tesoro bocciano Samte

«Irregolarità e carenze», gli 007 del Tesoro bocciano Samte
di Gianni De Blasio
Lunedì 15 Luglio 2019, 12:00
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«Irregolarità e carenze». Durissimo il giudizio espresso da due dirigenti dei Servizi ispettivi di finanza pubblica in ordine alla gestione della Samte in questi anni. Inequivocabile il responso degli inviati del Ministero dell'Economia e delle Finanze Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato che si sono premurati di informare pure la Procura regionale della Corte dei conti e la Sezione regionale di controllo.
 
A valle della verifica amministrativo-contabile sono emerse irregolarità e carenze in ordine alle quali dovranno essere avviate iniziative idonee a conseguire la completa eliminazione delle stesse e l'accertamento di eventuali responsabilità. Inoltre, la relazione informativa sui provvedimenti adottati dovrà essere inviata scrive il Ragioniere generale dello Stato alla Provincia e alla Samte - al Dipartimento del Ministero rispettando l'ordine e il contenuto dei singoli rilievi. I risultati dei provvedimenti e interventi dovranno essere comunicati anche alla Procura regionale della Corte dei Conti. «Abbiamo già adempiuto spiega l'amministratore unico di Samte Carmine Agostinelli - e trasmesso sia al Ministero che alla Corte dei Conti la relazione preparata dagli uffici».

«Anche se un solo Comune impugna la tariffa provvisoria del 2019 cade l'intero impianto: cade il concordato, e dunque tornano i principi generali del contratto per cui a pagare il debito di 22 milioni dovrà essere la Provincia, che andrà in default». Questo, l'avvertimento dell'advisor Antonio Pio Morcone all'assemblea dei sindaci. Monito che non sembra aver smosso la determinazione delle «fasce tricolori», visto che già oggi sono convocate le giunte di molti Comuni per respingere le fatture recapitate dalla Samte. «Perché dovremmo gravare ulteriormente la bolletta sui nostri concittadini per continuare a tenere in piedi una società che ha già prodotto tanti debiti?», l'interrogativo posto da molti sindaci. Per il 2019, i costi preventivati ammontano a 4.066.074 euro. È bastata la divisione in base ai 279.127 abitanti, rilevava il sindaco di Bucciano Mimmo Matera, ed ecco i 14,57 euro pro capite. Criterio che obbligherà i Comuni maggiori a sborsare di più. Il capoluogo viaggia sui 600mila euro. Oggi a palazzo Mosti, l'esecutivo è convocato per le 13, con l'obiettivo di respingere la fattura. Benevento, però, è stata preceduta da Telese che, con la delibera 148, ha già chiesto al presidente della Provincia Di Maria di ritirare la delibera, onde evitare l'avvio di azioni giudiziarie. Impartendo, inoltre, agli uffici esplicita direttiva di non disporre la modifica del piano finanziario e delle connesse tariffe.

Quali le conseguenze del mancato incasso da parte di Samte? «Noi siamo obbligati - dice Agostinelli - a rimuovere il percolato, a garantire la vigilanza e provvedere a quanto di competenza, costi fissi che, se non potremo onorare, comporteranno la trasmissione dei libri sociali in tribunale, con la conseguenza che cadrebbe pure il concordato. In tal caso, sarebbe necessario pagare i 22 milioni, onere che andrebbe a ricadere sulla Provincia, obbligata ad assicurare il mantenimento del pareggio di bilancio dall'articolo 3 della convenzione 2013. A sua volta, la Provincia dovrebbe rivalersi sui cittadini, e allora altro che stangata! Soprattutto se si considera che oggi l'aumento è irrisorio. Sui 14,57 euro pro capite è calcolata già la quota del post mortem, in sostanza 5,57 che i Comuni avrebbero già dovuto prevedere in bilancio. Dei 9 che restano, 4,57 si pagherebbero il prossimo anno, pertanto l'aumento attuale si riduce effettivamente a 4,43 euro a testa. Non mi sembrano numeri esorbitanti, se si valutano le nefaste conseguenze che ne potrebbero derivare».
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