L'autopsia conferma: Costanzo fulminato dalla meningite a 16 anni

A dare l'allarme il medico di famiglia che aveva compreso la gravità della malattia

L'ospedale San Pio di Benevento
L'ospedale San Pio di Benevento
di Luella De Ciampis
Mercoledì 22 Marzo 2023, 09:32 - Ultimo agg. 09:51
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Il riscontro diagnostico effettuato ieri mattina nella sala settoria del Rummo da Pasquale Goglia, direttore del reparto di Anatomia patologica dell'ospedale, non lascia dubbi. Costanzo Mascia, lo studente 16enne di Colle Sannita è morto a causa di una meningite batterica da meningococco, violentissima e repentina, che non gli ha dato scampo. Dunque, l'esame interno, predisposto autonomamente dall'azienda ospedaliera ha confermato i sospetti che i medici avevano avuto fin dall'inizio e che avevano spinto il dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell'Asl ad avviare una profilassi antibiotica a largo raggio, per i familiari, i compagni di scuola, i docenti e tutti coloro che avevano avuto contatti con Costanzo, oltre che per il personale sanitario dell'ospedale cittadino che gli aveva prestato le cure necessarie.

La profilassi, in via precauzionale, è stata estesa a tutti coloro che hanno avuto contatti con l'ammalato nei 10 giorni prima che la meningite si manifestasse. A dare l'allarme, nel pomeriggio di giovedì, era stato il medico contattato dalla famiglia che, dopo aver visto il ragazzo in videochiamata, aveva invitato i genitori a portarlo in ospedale nell'immediato. Una indicazione che era stata seguita subito dai familiari che, fino a quel momento, non si erano resi conto della gravità della situazione anche perché la meningite e la sepsi possono presentarsi come forme fulminanti, che determinano il peggioramento delle condizioni in poche ore e la contestuale comparsa di petecchie sul corpo, ovvero di piccole macchie violacee dovute a micro emorragie dei vasi sanguigni. Più in generale, la percentuale di mortalità della malattia varia tra il 10 e il 15% ma risulta essere leggermente più elevata negli adolescenti, mentre una percentuale più o meno simile di malati riporta una serie di gravi disabilità permanenti, sia neurologiche che di altro genere, tra le quali è inclusa l'amputazione degli arti soggetti a necrosi.

Purtroppo, la corsa al Pronto soccorso del Rummo non è servita a far ripartire il cuore del 16enne che, dopo il secondo arresto cardiaco, ha cessato di battere. La forma di meningite che lo ha colpito, causata dal batterio Neisseria meningitidis, è la forma più grave in assoluto di meningite, diversamente da quella virale che, generalmente, guarisce nell'arco di una decina di giorni e ha un esito meno infausto. I protocolli vaccinali attuali prevedono la vaccinazione anti meningococco per i bambini che abbiano compiuto il primo anno di età mentre è consigliato un richiamo con vaccino tetravalente per gli adolescenti vaccinati in età pediatrica e un tetravalente coniugato per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli. Infatti, l'età adolescenziale è quella a maggior rischio rispetto al resto della popolazione. Dopo il riscontro diagnostico, l'ospedale ha liberato la salma del ragazzo che stamattina sarà tumulato nel cimitero di Colle dopo i funerali che saranno officiati alle 11 da don Sergio Rossetti nella chiesa di Santa Maria della Libera. Il feretro, che partirà dall'obitorio dell'ospedale cittadino stesso stamattina, sarà atteso all'ingresso del paese da parenti e amici che lo accompagneranno in chiesa per rendergli l'ultimo saluto.
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Intanto, il sindaco Michele Iapozzuto ha proclamato il lutto cittadino per l'intera giornata, mentre gli amici e i compagni di scuola indosseranno le t-shirt con impresso il volto di Costanzo. Una sorte terribile, quella del giovanissimo studente che non ha avuto scampo, contrariamente a quanto era accaduto a fine gennaio 2020, a un'insegnante 30enne di una scuola materna di Benevento, che era stata trasferita dal Rummo all'ospedale Cotugno di Napoli dopo la corsa in ospedale avvenuta durante la notte. La donna, che non si era mai svegliata dal coma dal momento dell'arrivo nella struttura beneventana, aveva accusato un lieve malessere nel pomeriggio, al ritorno dalla scuola, ma tutto aveva fatto pensare all'esordio di una forma influenzale. La situazione era precipitata nella notte, quando al malessere si erano aggiunte le convulsioni. All'ingresso in pronto soccorso la paziente presentava chiaramente i segni gravi di sepsi, verosimilmente meningococcica, con la presenza di porpora, per cui si era reso necessario l'intervento rianimatorio con successiva intubazione e ventilazione assistita. Tuttavia, dopo circa un mese di degenza al Cotugno era tornata a casa, completamente guarita e aveva potuto riabbracciare il suo bambino.
 

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