Unisannio, si vota per il rettorato:
pronti alla sfida Canfora e Glielmo

Unisannio, si vota per il rettorato: pronti alla sfida Canfora e Glielmo
di Nico De Vincentiis
Venerdì 1 Marzo 2019, 08:48
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Sarà discontinuità? Prosecuzione di un percorso? Svolta decisa? L'Università del Sannio si prepara a scegliere il nuovo rettore. Come tradizionalmente capita, l'attenzione si alza notevolmente quando si tratta di votare a conclusione di due cicli in cui il vertice somma i mandati a sua disposizione. Stavolta è Filippo de Rossi a consegnare il testimone dopo sei anni di rettorato. Pronti alla sfida (ma per le candidature ufficiali c'è ancora tempo) Gerardo Canfora e Luigi Glielmo, docenti del dipartimento di Ingegneria, che al momento coinvolgono una consistente potenziale platea di elettori pronta a confrontarsi sulle proposte programmatiche.
 
Prima della scelta del rettore si dovrà votare per i vertici dei tre dipartimenti. Al Demm e a Ingegneria non saranno ricandidati gli attuali direttori Giuseppe Marotta e Umberto Villano. Potrà invece essere riconfermata Maria Moreno a capo del dipartimento di Scienze. Il voto precederà quello per il rettore previsto a luglio. Si discute, come avviene da anni, sulla missione di una istituzione ritenuta da tutti centrale nei disegni di sviluppo del territorio ma che poi spesso si finisce per considerare solo un gioiello di famiglia da esibire e non patrimonio condiviso sul piano politico e strategico. Questi mesi saranno una piattaforma di dibattito molto intenso al quale l'opinione pubblica non può sottrarsi, mentre all'interno dell'ateneo si individuano differenze e punti di contatto tra le varie posizioni.

Ma cosa pensano i due possibili candidati?
Gerardo Canfora, 55 anni, nato a Nocera Inferiore ma da anni trasferitosi a Benevento, è professore ordinario di Informatica. Dal 2016 è membro del Consiglio di amministrazione dell'ateneo e delegato del rettore per i progetti strategici e la ricerca scientifica. «Dobbiamo impegnarci tutti - dice - per fare sì che la nostra condizione di piccolo ateneo in una cittadina di provincia diventi sempre di più un nostro punto di forza: possiamo offrire ai nostri studenti spazi di crescita e ritmi di apprendimento e di vita che altri atenei più grandi e strutturati, immersi in contesti urbani più complessi e dispersivi non riescono a creare». Canfora ritiene Benevento, con il suo patrimonio storico, artistico e paesaggistico, sia già una città universitaria, con ricadute significative sull'economia e sulla vivibilità, e sulla sua immagine a livello nazionale e internazionale. «È necessario impegnarsi - prosegue - affinché questa natura di città universitaria sia pienamente compresa e riconosciuta, dialogando con le istituzioni e con il tessuto sociale per giungere, nel pieno rispetto delle rispettiva autonomie, alla definizione di strategie e piani di sviluppo condivisi, nella consapevolezza che città ed università crescono insieme, o non crescono».

Luigi Glielmo, 58 anni, di Benevento, è professore ordinario di Automatica, coordinatore del Dottorato di ricerca in Ingegneria dell'informazione e delegato del rettore al trasferimento tecnologico. Ha diretto dal 2001 al 2007 il dipartimento di Ingegneria. La sua convinzione è che «l'ateneo beneventano soffra molto del fatto di non riuscire a comunicare correttamente i propri successi al territorio e forse anche al suo interno. Accade, infatti, che lo stesso ateneo non sia pienamente consapevole e orgoglioso del proprio valore, dei gruppi di ricerca molto competitivi, dei finanziamenti importanti raccolti a livello europeo, nazionale e regionale, del continuo sforzo di connessione, di trasferimento di conoscenze, con la società e col tessuto produttivo; dell'ottimo posizionamento dei nostri laureati nel mondo del lavoro». E la società locale come si rapporta a Unisannio? «La comunità - afferma Glielmo - conosce poco il tesoretto che porta in grembo: non voglio dire che l'Università possa curare tutti i mali e i ritardi attorno a sé, ma da sannita sono convinto che nello sviluppo di questo territorio l'università giochi un ruolo importantissimo. Certo, abbiamo bisogno di rinnovato entusiasmo e di un più intenso lavoro di squadra per introdurre innovazione, ma anche emozione creativa: nel fondamentale rapporto con gli studenti, le famiglie e le scuole di provenienza. Fare inoltre rete, anche tra i Dipartimenti e con le istituzioni locali».
 
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