Pozzi, ora caccia agli inquinatori
intimata la bonifica dei veleni

Pozzi, ora caccia agli inquinatori intimata la bonifica dei veleni
Giovedì 6 Giugno 2019, 09:54 - Ultimo agg. 10:34
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È caccia all'untore, anzi, all'inquinatore. È la Provincia ad aver avviato il procedimento previsto dalla legge 152/2006 al fine di emettere diffida a eseguire gli interventi di bonifica dei siti nei quali è stato accertato che i livelli di contaminazione sono superiori ai valori della soglia di contaminazione. Ciò che è avvenuto nei campioni di acque sotterranee dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzone. La Provincia, ricevuta la comunicazione dello sforamento, dopo aver svolto le opportune indagini volte ad identificare il responsabile dell'evento di superamento e sentito il Comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere. Se il responsabile non è individuabile o non provvede, e non provvede il proprietario del sito, gli interventi che dovessero risultare necessari sono adottati dall'amministrazione competente, ossia sono realizzati d'ufficio dal Comune e, ove questo non provveda, dalla Regione, secondo l'ordine di priorità fissati dal piano regionale per la bonifica delle aree inquinate, avvalendosi anche di altri soggetti pubblici o privati, individuati dopo procedure ad evidenza pubblica.
 
Dal settore tecnico della Rocca dei Rettori, pertanto, è partita una nota indirizzata a Comune, Gesesa e Arpac, prendendo spunto dagli esiti di laboratorio dei campioni di acqua prelevata nei pozzi. I parametri del tetracloroetilene avevano superato il livello di concentrazione soglia di contaminazione, pertanto la Provincia ha chiesto all'Asl di chiarire se dallo storico delle analisi qualitative interne risultassero eventuali sforamenti dei valori minimi imposti per la qualità dell'acqua destinata al consumo umano per i pozzi anzidetti. Potabilità mai messa in discussione: infatti la serie storica dei rapporti di prova, ha ribattuto l'Asl, non ha mai evidenziato superamenti del limite di 10 microgrammi al litro in fatto di tetracloroetilene. Da indagini effettuate a febbraio, l'Arpac ha rilevato ulteriori superamenti dei valori minimi anche del triclorometano, il che ha indotto al Comune ad affidare alla Artea il servizio di indagini preliminari sui siti di captazione dei pozzi di Campo Mazzone e Pezzapiana. In ogni caso, la Provincia ha informato i vari enti competenti di aver avviato il procedimento per identificare il responsabile dell'evento di superamento dei valori di concentrazione, chiedendo all'Arpac di svolgere ulteriori indagini ed accertamenti per individuare le cause della potenziale contaminazione delle acque di falda. Al Comune, invece, ha chiesto di fornire informazioni in merito alle attività, anche pregresse, riguardanti le aree adiacenti alla zona interessata dal fenomeno della contaminazione, oltre a comunicare le misure di prevenzione attivate. Richiesta analoga alla Gesesa. Dopodiché, la Provincia ha informato pure il prefetto Cappetta che, a sua volta, ha informato, tra gli altri, il Ministero dell'Ambiente.
LE DIVERGENZE
A palazzo Mosti, però, non hanno preso bene l'iniziativa della Rocca. Il dirigente all'Ambiente, Andrea Lanzalone, rileva «una palese incongruenza», laddove già nell'elencazione delle attività svolte si comprende che non è il Comune il responsabile della potenziale contaminazione. Semmai, al Comune la nota poteva essere inviata quale proprietario delle aree interessate. Appena ricevute le comunicazioni da parte della Regione era stata avviata la procedura per affidare l'incarico delle indagini preliminari. Affidamento avvenuto il 7 marzo, con invito alla ditta a trasmettere il cronoprogramma delle attività, consegnato il 17 aprile. A metà maggio la ditta ha trasmesso il piano delle indagini preliminari. A causa delle avverse condizioni meteo, le attività sono iniziate solo ieri, si prevede di completarle entro il 18 luglio (entro il 20 giugno i sondaggi). Le aree circostanti i pozzi sono adeguatamente recintate, «a eccezione di un'area privata interessata da sversamenti». Il Comune, infine, ha chiesto la consulenza di un esperto in materie ambientali.
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