La rivolta dei primari: «Basta attacchi, lavoriamo sodo per la salute di tutti»

Gli otto direttori di dipartimento del Rummo chiedono il sostegno pubblico

La rivolta dei primari: «Basta attacchi, lavoriamo sodo per la salute di tutti»
Martedì 7 Marzo 2023, 10:01
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Gli otto direttori di dipartimento del Rummo chiedono sostegno alle comunità del Sannio per evitare che l'ospedale sia oggetto di attacchi senza fondamento.
«Difendi la tua orchestra» è il documento condiviso, sottoscritto dai primari: Mario Annecchiarico, Alfonso Bencivenga, Maurizio Buonanno, Francesco Cocca, Francesco Marchese, Giovanni Parbonetti, Luigi Salzano e Marino Scherillo, presentato ieri pomeriggio agli organi di stampa.

«L'ospedale si legge nel documento è una grande orchestra di professionisti che, quotidianamente, h24, 7 giorni su 7, garantisce la salute alla popolazione dell'intera provincia e a un'utenza che va oltre i confini del Sannio. Sono 1318 i dipendenti della struttura, cui si aggiunge un folto numero di operatori che, a diverso titolo, prestano servizio nella struttura». Nel corso dell'incontro sono stati trattati diversi temi e proposte soluzioni per superare le criticità esistenti, tutte riconducibili soprattutto alla carenza di personale in alcuni reparti strategici.

«Il problema della carenza di medici dell'emergenza dice Alfonso Bencinga, direttore del dipartimento dei Servizi sanitari e organizzativi è una vicenda nazionale di difficile soluzione, tanto che, il 60% delle borse di studio per il Pronto soccorso non hanno trovato assegnatari. È nostra intenzione organizzare turni programmati con la collaborazione di tutti i reparti per garantire la piena efficienza del reparto.

Ma dobbiamo, comunque, considerare che gli accessi in Pronto soccorso non sono sempre appropriati perché l'Asl non dispone di una struttura ospedaliera sua in grado di garantire un'assistenza adeguata sul territorio. Inoltre, non gestiamo esclusivamente le acuzie, le urgenze e i casi gravi, ma ci ritroviamo a dover prestare assistenza, con cadenza ciclica, anche ai pazienti cronici che dovrebbero essere trattati in altro ripo di strutture. Per quanto riguarda l'esodo dei giovani medici, intervengono altri fattori di ordine logistico. Per esempio, partendo dalla considerazione che Benevento è decentrata, rispetto alle altre province, si comprende come sia difficile che un medico spenda 1000 euro al mese solo di viaggio, se è costretto a venire dal napoletano oppure dal casertano».

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È chiaro che, i tempi sono cambiati e i giovani professionisti scelgono città più attrattive e ospedali più vicini al luogo di residenza per lavorare. «Il territorio del Sannio dice Marino Scherillo, direttore del dipartimento Cardio-toraco-vascolare sta pagando le conseguenze di una serie di blocchi burocratici e di contenziosi che hanno determinato la paralisi di lavori commissionati nel 2007 dei quali, solo adesso, si sta vedendo la luce, senza contare i 17milioni di euro da usare per l'acquisto di apparecchiature, restituiti alla Regione.
Per quanto riguarda la carenza di personale medico, possiamo riprendere il progetto già messo in atto nel 2017 con i medici di Medicina generale e della continuità assistenziale (ex guardia medica), e instaurare un rapporto di collaborazione che ci consenta di risolvere quei casi meno complessi, evitando che ricadano sul personale ospedaliero».

Dunque, per la prima volta, nella storia del Rummo, i direttori di dipartimento si mobilitano per trovare soluzioni rapide, efficienti e concrete e tranquillizzare l'utenza. «Le risposte sanitarie conferma Francesco Cocca, direttore del dipartimento Materno-infantile noi le diamo ma, in questa fase, c'è necessità di rassicurare i cittadini sull'assistenza di qualità erogata dal Rummo. Se si continua a far passare messaggi negativi sull'ospedale, l'utenza si defila e il Dea di II livello che pensiamo ci sia sottratto dalla Regione, ce lo "togliamo" da soli"». Infatti, da alcuni anni si sta continuando a parlare di un inserimento dell'ospedale cittadino nella macroarea Avellino-Benevento, con il Moscati Dea di II livello e il Rummo Dea di I livello.
«È un chiacchiericcio incalza Maurizio Buonanno, direttore del dipartimento di Emergenza e accettazione che continua da anni ma, in realtà i decreti e le azioni della Regione dimostrano che c'è tutta la volontà di potenziare il nostro ospedale e non quella di declassarlo».
 

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