Benevento: i medici «scappano» senza preavviso, decurtazioni al Rummo

L'ospedale Rummo di Benevento
L'ospedale Rummo di Benevento
Martedì 9 Maggio 2023, 10:28
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Il Rummo applica le sanzioni previste dalla normativa vigente a due dirigenti medici che hanno chiesto di rassegnare le dimissioni, anticipandone la data, e dà mandato all'Ufficio economato di trattenere una indennità di 2.119 euro per ognuno. L'importo trattenuto è relativo alla retribuzione che spettava ai professionisti per il periodo di mancato preavviso di 15 giorni. Dunque, nonostante la perdita di 2000 euro in fase di risoluzione del contratto di lavoro, i medici non hanno esitato a perseverare nella volontà di lasciare il posto di lavoro in anticipo, rispetto alla data preventivata per legge, a conferma del fatto che le difficoltà per mantenere in servizio il personale, in alcuni casi, sono addirittura insormontabili.
L'ospedale cittadino, in considerazione della necessità impellente di medici della Medicina d'urgenza e dell'emergenza, ha indetto un nuovo concorso per la copertura a tempo indeterminato di sei posti, oltre all'indizione del contestuale avviso pubblico, per titoli e colloqui, per il reclutamento di dirigenti medici per un periodo di otto mesi. Il secondo provvedimento è stato attuato per sopperire alla grave carenza di personale fino a quando non si concluderà l'iter concorsuale. Lo scopo principale è quello di evitare di fare ricorso ai medici a gettone, attraverso convenzioni con cooperative esterne, per garantire alcuni servizi essenziali come quelli di Pronto soccorso. Una scelta, questa, già operata da molte strutture ospedaliere, che però non assicura la continuità assistenziale all'utenza.Tuttavia, in questi giorni, le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali dei medici ospedalieri sono concentrate soprattutto sul futuro contratto di lavoro che rischia di scrivere la parola «fine» all'attività del medico che presta la propria opera in ospedale. Dal canto loro, i medici sono convinti che i sindacati e le associazioni scientifiche debbano dichiarare guerra alla politica del «disarmo» del Servizio sanitario nazionale, che finirà per soccombere perché, continuando di questo passo, il personale medico continuerà a lasciare le strutture pubbliche, scegliendo quelle private più competitive dal punto di vista remunerativo. Il timore che, ormai, continua a serpeggiare negli ambienti medici, è rappresentato dalla possibilità che i servizi erogati nelle strutture pubbliche siano sostituiti, in modo graduale ma inesorabile e irreversibile, da quelli privati, creando una profonda spaccatura tra chi ha le possibilità economiche per potersi curare e chi non le ha.

Dunque, il Rummo continua a essere penalizzato dalla carenza di medici, nonostante l'impegno profuso per riaprire i reparti chiusi nel periodo della pandemia e mantenere in vita le peculiarità conquistate nel corso degli anni. Sono tanti gli ambiti in cui l'azienda ospedaliera si è distinta e continua a distinguersi, per professionalità e capacità curative. Tra i reparti che applicano tecniche all'avanguradia figura la Cardiologia dell'ospedale cittadino, che è stata la prima in Italia a impiegare gli anticorpi monoclonali nella cura dell'infarto miocardico acuto, riducendo la mortalità del 20%. Si tratta di una terapia che contrasta il colesterolo cattivo perché gli anticorpi monoclonali, conosciuti anche come farmaci biologici, riproducono elementi che, normalmente, esistono nei nostri tessuti e hanno perciò la potenzialità di proteggere gli organi in sofferenza. Nel caso dell'infarto miocardico acuto, che è quello più grave e mortale, il farmaco utilizzato è in grado di bloccare la fibrosi e di proteggere il muscolo cardiaco.
 

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