Scia di sangue sulla Telesina:
«È un'emergenza senza fine»

Scia di sangue sulla Telesina: «È un'emergenza senza fine»
di Gianluca Brignola
Sabato 26 Marzo 2022, 09:21
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«Una emergenza senza fine». Può essere riassunto così il day after dell'ennesimo incidente mortale lungo la Telesina, verificatosi giovedì pomeriggio, nel corso del quale ha perso la vita Michele Giambetta, 31enne di Campobasso, in un drammatico scontro con un'auto proveniente dalla direzione opposta alla sua guidata da P.M., 56 anni di Benevento, trasportato in codice rosso al «Rummo», dove è ricoverato. Un elenco terribile di vite spezzate che, purtroppo, non accenna a fermarsi.

Il 5 febbraio un episodio simile, all'altezza dello svincolo di San Salvatore Telesino, fece registrare la morte di Remo Bruno Menichiello e Matteo Donatiello, rispettivamente di 57 e 43 anni, da Mirabella Eclano, in Irpinia, e Petrella Salto nel reatino. È un primato assolutamente negativo per l'arteria che da più parti hanno ribattezzato «La maledetta». «C'è poco o nulla da aggiungere.

Sulla Telesina si continua a morire ma in giro c'è un silenzio assordante rispetto a quanto accade - sottolinea il presidente del comitato Sos 372 Giovanni Bonelli -. Per il momento solo annunci, di fatti se ne sono visti ben pochi. Denunciamo quanto accade da tempo ormai immemore e puntualmente le nostre dichiarazioni non trovano possibilità di essere smentite. Certo, le circostanze possono variare di volta in volta e non affermiamo che sia possibile ricavare delle responsabilità. Fatalità, distrazioni, casualità, ma solo una delle variabili rimane costante ed è rappresentata dalle condizioni di sicurezza presenti sulla statale. Non è sicura, è un dato di fatto. Troppe macchine, troppi camion, troppo traffico, due sole corsie di marcia, l'impossibilità di effettuare sorpassi per lunghi tratti, le frenate improvvise in prossimità dei rilevatori di velocità, la gincana per evitare le buche. L'invito che sentiamo di rivolgere a tutti gli automobilisti è di prestare la massima prudenza ma allo stesso tempo è necessario intervenire per ridurre al minimo i rischi sul percorso. L'adeguamento a 4 corsie rappresenterà di certo una soluzione ma nelle more del completamento dell'opera potrebbero passare anche 10 anni e non credo che le cose potranno rimanere così come sono ora». Un riferimento che riconduce, naturalmente, al tema del raddoppio. Un investimento complessivo di circa 460 milioni di euro per il quale Nicola Montesano, responsabile  della struttura territoriale di Anas Campania, in occasione del vertice andato in scena nelle scorse settimane al Palazzo del Governo, ha ricordato che «i lavori non sono stati ancora aggiudicati a causa di un articolato contenzioso proposto avverso il provvedimento di aggiudicazione». Con una sentenza parziale del 7 gennaio, il Consiglio di Stato ha posto in capo alla stessa Anas alcuni adempimenti di verifica della documentazione, tuttora in corso, mentre per il 6 maggio è prevista la pronuncia forse definitiva.

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«Una lungaggine burocratica - ha affermato il sindaco di Benevento Clemente Mastella - che ritarda la messa in atto di un'opera infrastrutturale fondamentale per il Sannio, con inevitabili conseguenze legate alle condizioni di percorribilità e sicurezza del tracciato». Una fotografia impietosa, segnalata attualmente da buche a macchia di leopardo senza soluzione di continuità e per la quale dallo scorso dicembre è stato avviato un piano di manutenzione programmata dell'importo complessivo di 5,1 milioni, in parte già eseguita o in corso di esecuzione ed in altra buona parte posticipata a condizioni meteorologiche meno avverse, in primavera. «I lavori di nuova pavimentazione - hanno spiegato ieri da Anas - eseguiti nelle scorse settimane, oltre a tratti stradali nella provincia di Caserta, hanno già interessato una tratta di oltre 800 metri nel territorio di Paupisi. Inoltre, a partire dalla prossima settimana, le attività interesseranno anche tratte stradali comprese tra i territori di Alvignano e Gioia Sannitica, in provincia di Caserta, e a seguire tra Vitulano e Solopaca».

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