Luminosa, il caso turbogas adesso arriva a Mattarella

Querelle legata alla realizzazione della centrale turbogas in zona Asi a Ponte Valentino

Luminosa, il caso turbogas adesso arriva a Mattarella
Venerdì 10 Febbraio 2023, 08:32 - Ultimo agg. 08:34
4 Minuti di Lettura

Il caso Luminosa arriva fino a Mattarella. Nuovo sviluppo della annosa vicenda legata alla realizzazione della centrale turbogas in zona Asi a Ponte Valentino. Un'iniziativa partita ormai venti anni fa avvalendosi delle maglie larghe della legge Sbloccacentrali del 2002, ma fin qui rimasta sulla carta. Montagne di documenti e carte bollate non hanno prodotto al momento un solo mattone del previsto impianto da 400 megawatt, ma da anni il caso anima il dibattito per le temute conseguenze ambientali. Contrarie le aziende del comparto agroalimentare, a partire dai colossi Nestlé e Rummo, così come la filiera istituzionale con in testa la Provincia che ha più volte deliberato il no alla centrale. Ma "Luminosa energia srl", società che dal 2013 ha rilevato l'intervento, non demorde e punta ancora alla costruzione del sito per la produzione di energia elettrica attraverso la combustione di gas metano. L'azienda ha depositato due giorni fa ricorso straordinario al Capo dello Stato per chiedere l'annullamento del decreto con il quale lo scorso 7 ottobre il ministero per la Transizione ecologica ha assoggettato a Valutazione di impatto ambientale il proposto progetto denominato "Miglioramento energetico-ambientale con turbina a gas di ultima generazione e adeguamento progettuale alla nuova pressione di fornitura del metano". Pronunciamento adottato dal dicastero sulla scorta del dettagliato parere emesso dalla commissione Via il 5 agosto.



L'azienda (patrocinata dall'avvocata Marta Spaini di Milano) eccepisce che «il progetto non comporta un impatto negativo sull'ambiente, sostanziandosi in un progetto di miglioramento ed efficientamento dell'originario progetto della centrale, già valutato positivamente sotto il profilo dell'impatto ambientale».

Il riferimento è alla Via rilasciata dal ministero dell'Ambiente nell'agosto del 2008, presupposto dell'Autorizzazione unica e dell'Autorizzazione integrata ambientale ottenute tra il 2010 e il 2011. Via libera evidentemente assai datati, che non avevano portato ad alcuna realizzazione. Nel 2021 Luminosa ha avanzato richiesta di riesame della Autorizzazione integrata ambientale, per poi depositare nell'aprile dello scorso anno istanza di assoggettabilità a Via per il nuovo progetto. Richiesta sulla quale gli uffici del dicastero ambiente si sono pronunciati spedendo l'iniziativa a nuova valutazione di impatto. «Il progetto - sentenziava la commissione Via nello scorso agosto - si configura come un impatto aggiuntivo sia sulla salute che sulle altre componenti ambientali, e non, come descritto dal proponente, un intervento migliorativo». Di opinione avversa Luminosa che ricorre al presidente della Repubblica eccependo 5 motivi di illegittimità nei provvedimenti ministeriali. Per la società ricorrente, trattandosi di un mero adeguamento migliorativo sul piano tecnologico e ambientale, la commissione Via avrebbe dovuto limitarsi a esaminare le sole modifiche aggiuntive, ovvero l'installazione di una turbina di ultima generazione e l'adeguamento alla pressione della rete metanifera, e non riaprire l'intero faldone partendo dal progetto originario.

Luminosa contesta peraltro il luogo stesso della decisione, che avrebbe dovuto essere la apposita commissione Pniec in quanto l'impianto rientra nel Piano nazionale integrato energia e clima. In pratica, la società con sede a Milano e storiche radici a Napoli punta a congelare le vecchie autorizzazioni incassate illo tempore, che però non sono mai state concretamente verificate sulla centrale non essendo mai entrata in esercizio. Perdipiù, circostanza che il ricorso non menziona, il citato decreto Via del 2008 subordinava l'operatività dell'impianto al rispetto di alcune prescrizioni, in primis la cessione di energia termica alle aziende dell'agglomerato Asi, che hanno però già formalmente declinato tale opzione.


In attesa delle valutazioni del Consiglio di Stato (procedente in materia di ricorsi al Capo dello Stato), l'iniziativa di Luminosa squarcia il clima di ottimismo che aveva generato nello scorso dicembre la notizia relativa alla bocciatura da parte del Tar Lazio del ricorso presentato dalla stessa azienda contro la revoca dei suoli da parte del Consorzio Asi. Una partita, dunque, ancora aperta. Ma nei mesi scorsi i partner svizzeri di Bkw avevavno annunciato il proprio disimpegno dall'intervento, che rimane ora in capo a Liuminosa Energoa.
pa.bo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA