Mattarella: «Benevento mi incanta
ha un ruolo nella storia»

Mattarella: «Benevento mi incanta ha un ruolo nella storia»
di Andrea Ferraro
Mercoledì 29 Gennaio 2020, 08:16
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«È un piacere trovarmi a Benevento. Ho visitato il museo del Sannio e la chiesa di Santa Sofia e ho potuto toccare con mano il ruolo che la città ha ricoperto nella storia e ricopre nel presente». Il Capo dello Stato Sergio Mattarella all'inizio del suo intervento all'auditorium di Sant'Agostino, dove conclude la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università del Sannio, sottolinea il ruolo della città. E lo fa subito dopo aver fatto i complimenti agli allievi del Conservatorio «Nicola Sala», guidati dal maestro Luca Signorini, per la brillante esecuzione dell'inno nazionale. Tre ore nel cuore del Sannio, rispettati alla perfezione orari e cronoprogramma della visita nel capoluogo: dall'arrivo in treno alla stazione centrale, dove viene accolto dal prefetto Francesco Antonio Cappetta e da un dirigente di Trenitalia, alla partenza in auto, direzione Napoli (da lì viaggio in treno alla volta di Roma), nei pressi dell'Arco di Traiano, altro simbolo cittadino che lo incanta. Nel mezzo le visite al museo del Sannio e alla chiesa di Santa Sofia, patrimonio Unesco, dove ad accoglierlo ci sono il sindaco Clemente Mastella, il governatore Vincenzo De Luca, il presidente della Provincia Antonio Di Maria e l'arcivescovo Felice Accrocca. Nel parterre al suo fianco ci sono il ministro all'Università, Gaetano Manfredi, e il governatore. Mattarella fa i complimenti al rettore Gerardo Canfora per l'attività svolta dall'ateneo, al suo ventiduesimo anno di vita, fotografata in una esaustiva relazione che mette in risalto anche le sinergie con gli altri atenei nazionali per attività di ricerca e collaborazioni. I complimenti vengono rivolti anche ai quattro giovani ricercatori ai quali sono state affidate brevi lectio magistralis e al rappresentante degli studenti Gabriele Uva che strappa applausi a scena aperta dopo il suo accorato intervento. Mattarella, in tema di sviluppo ecosostenibile, sottolinea il valore dell'edificio sperimentale a consumo energetico zero, Nzeb, realizzato dal Distretto ad alta tecnologia Stress insieme all'Unisannio e alla Federico II di Napoli. «L'edificio a consumo energetico zero - rimarca - è una realizzazione di ricerca scientifica, dimostrazione di possibilità di avanzamento di questo ateneo». Il Presidente, poi, ricollegandosi anche a quanto detto in apertura dal sindaco Mastella, fa un passaggio sulle aree interne: «Da più parti si sottolinea che in queste aree si avvertono maggiori difficoltà o una posizione di svantaggio. Per fortuna i nuovi strumenti digitali consentono di superare questo divario. Le istituzioni devono lavorare velocemente per assicurare il rafforzamento degli strumenti digitali, decisivi per lo sviluppo economico delle aree interne».
IL RETTORE
Canfora, perfetto padrone di casa («Siamo orgogliosi di questa storica visita»), nella sua relazione fa una breve sintesi sulla giovane vita dell'ateneo sannita, illustra l'offerta didattica, le attività svolte e quelle in cantiere, fa un cenno ai quattro corsi di studio a carattere inter-ateneo e agli accordi bilaterali con alcuni atenei stranieri, e, dopo aver sottolineato che i giovani sono «la nostra linfa vitale», ricorda, come aveva fatto venerdì alla presenza della ministra Bellanova durante il convegno organizzato sull'agricoltura sempre a «Sant'Agostino», la definizione di due nuove iniziative formative per andare incontro alle vocazioni e alle eccellenze del territorio. In pratica un corso di laurea professionalizzante nel settore delle tecnologie agroalimentari per l'industria dolciaria, sviluppato in collaborazione con l'Università del Molise e alcune imprese del settore (progetto adesso in attesa solo dell'accreditamento per poter decollare il prossimo autunno), e un master nel settore del vino con la collaborazione dell'enologo Riccardo Cotarella, laureato ad honorem dell'Unisannio. «L'Unisannio è una casa dei saperi e un'officina di futuro», dice ribadendo l'identità di un ateneo al centro di un nuovo progetto di sviluppo territoriale. Ma per essere officina di futuro «un piccolo e giovane ateneo come il nostro ha bisogno di investimenti». «Ho sempre pensato che investire nell'Università - dice - sia un atto di lungimiranza, perché il modo migliore che un Paese ha per prepararsi al futuro è quello di puntare con decisione sull'alta formazione, sulla ricerca, sul trasferimento tecnologico e sull'innovazione. Un atto di lungimiranza che, se necessario per l'intero sistema universitario nazionale, diventa addirittura urgente per il nostro ateneo, collocato in un'area interna del sud del Paese e che, in quest'area, rappresenta un baluardo di sostenibilità e resilienza. Purtroppo, il Paese sembra andare in tutt'altra direzione. Da almeno un decennio assistiamo a un progressivo ridimensionamento dei livelli di finanziamento del sistema universitario e della ricerca nazionale». Il rettore infine ravvisa anche l'esigenza di un piano straordinario di ammodernamento del patrimonio edilizio e potenziamento del sistema dei trasporti intra e inter-provinciale.
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