Mazzafaro vescovo di Cerreto Sannita:
«Ma adesso serve più fratellanza»

Mazzafaro vescovo di Cerreto Sannita: «Ma adesso serve più fratellanza»
di Vincenzo De Rosa
Domenica 13 Giugno 2021, 12:30
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Sono le 19.19 quando monsignor Giuseppe Mazzafaro riceve il pastorale dalle mani del cardinale Crescenzio Sepe: è il nuovo vescovo della diocesi di Cerreto Sannita, Telese e Sant'Agata de' Goti. Piazza San Martino esplode in un applauso. Lo sguardo di Mazzafaro si alza al cielo, commosso, gli occhi quasi in lacrime. Inizia così il suo ministero episcopale. Da questo momento sarà lui a presiedere la celebrazione. Un ministero episcopale che il nuovo vescovo ha voluto aprire con due gesti dal grande valore simbolico. La visita al mattino al sacerdote anziano della diocesi, monsignor Fausto Carlesimo di Guardia Sanframondi. E poi la scelta di destinare quanto raccolto nel corso dell'offertorio della celebrazione di ieri alla Caritas con l'invito a donarlo ai poveri della diocesi. Sacerdote di Napoli, 66 anni, monsignor Mazzafaro è il quinto vescovo della diocesi di Cerreto Sannita, Telese e Sant'Agata dall'unione, nel 1986, della cattedra di Sant'Agata a quella di Cerreto. Da Battaglia a Mazzafaro, è questo il passaggio di testimone che rende «Cerreto Sannita e Napoli chiese gemelle» come sottolineato in apertura di celebrazione dal sindaco di Cerreto Giovanni Parente. «La prima - ricorda la fascia tricolore - ha donato alla seconda monsignor Domenico Battaglia. Un dono ricambiato con l'ordinazione di monsignor Giuseppe Mazzafaro». Le due chiese unite ieri nella grande piazza di San Martino dove i fedeli ieri si sono ritrovati per assistere alla cerimonia di ordinazione episcopale di monsignor Mazzafaro e di presa di possesso della sua nuova diocesi.

A presiedere la celebrazione il cardinale Sepe, arcivescovo emerito di Napoli, affiancato da monsignor Domenico Battaglia e monsignor Vincenzo Paglia.

In totale 21 i prelati giunti a Cerreto per l'ordinazione di Mazzafaro. Tra loro i sanniti monsignor Antonio Franco, monsignor Orazio Piazza e monsignor Orazio Soricelli. In piazza le istituzioni regionali e provinciali, le fasce tricolori della diocesi con il sindaco di Benevento Clemente Mastella ed in rappresentanza della Comunità Sant'Egidio, alla quale Mazzafaro è molto legato, ci sono l'ex ministro e fondatore Andrea Riccardi e il presidente Marco Impagliazzo. 

 

«L'episcopio non è un privilegio le parole del nuovo vescovo alla piazza -, ma un servizio, parola tanto abusata ma così evangelica. La gioia di oggi è dono, e come tutti i doni diventano nostri se li doniamo ed io sono felice di condividere questa gioia con voi. Aver voluto l'ordinazione qui a Cerreto è per dire da subito che ci sono come vescovo, come fratello ed amico desideroso di vivere il Vangelo». Mazzafaro ha quindi voluto ricordare i genitori ed i fratelli che non ci sono più perché, ha spiegato, «la festa è anche in cielo». «Ciò che desidero fare a partire da domani - dice indicando quello che sarà uno dei tratti del suo ministero - è visitare le case della gente, è giusto essere nelle chiese e nei luoghi della diocesi, ma bisogna andare nelle case della gente: serve più fratellanza». Forte il legame tra Mazzafaro ed il cardinale Sepe, di cui il nuovo vescovo era stato segretario a Napoli. «Il signore ti ha detto lascia Napoli ed il tuo impegno e va nella chiesa di Cerreto. E come Cristo le parole di Sepe nel corso di un'omelia a tratti colorita - va per le strade, per le case, mettiti in cammino. Significativo è il fatto che la liturgia di consacrazione avvenga in questa piazza che simboleggia tutte le piazze della diocesi, in un giorno particolare, nella festa di Sant'Antonio, particolarmente sentita in diocesi. Caro don Giuseppe rimboccati le maniche, e ritornare ad essere il rappresentante di commercio con cui hai iniziato prima di entrare in seminario, ma adesso quando entrerai nelle case sarai il rappresentante di nostro Signore. A' Maronn t'accumpagna».

Con la celebrazione di ieri si è chiusa l'esperienza di don Mimmo Battaglia alla guida di Cerreto con l'arcivescovo di Napoli che dopo la sua elezione ne era rimasto amministratore apostolico. «Qui ho percorso i primi passi del mio ministero il saluto di Battaglia e nutro affetto autentico per questa terra fragile ma densa di orizzonti che hanno il sapore dell'infinito. Questa è la mia gente, qui ci sono storie e vie che si sono intrecciate alle mie».

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