Medici, festa e allarme:
«Picco di contagi Covid»

Medici, festa e allarme: «Picco di contagi Covid»
di Luella De Ciampis
Domenica 3 Aprile 2022, 11:28 - Ultimo agg. 13:42
4 Minuti di Lettura

Una giornata, quella di ieri al cinema «San Marco», trascorsa tra il ricordo dei 372 medici caduti nella battaglia contro il Covid, dei colleghi sanniti che non ci sono più, e di quelli scomparsi in Ucraina nelle ultime settimane ma anche tra racconti, aneddoti e qualche polemica. È andata avanti così, per molte ore, «La giornata del medico sannita» che ha riaperto i battenti dopo due anni di assenza a causa della pandemia. Sono 160 i premiati con la pergamena, in sostituzione della medaglia d'oro conferita fino al 2019. «Non siamo eroi né angeli ma abbiamo una missione ha detto Giovanni Ianniello, presidente provinciale dell'Ordine e siamo qui per ricordarlo, soprattutto in questo momento in cui non siamo ancora fuori dalla pandemia.

C'è, infatti, un aumento dei contagi e credo che la provincia di Benevento, in questa settimana, sia quella con il maggior numero di positivi, anche se l'incidenza degli ospedalizzati è abbastanza contenuta. Il vaccino ha fatto la differenza perché ha consentito a chi lo ha fatto di attraversare il Covid come se si trattasse di un'influenza, forse, un po' più forte. Bisogna credere nella medicina e nella prevenzione che consente di salvare molte vite. È questo il messaggio che noi tutti dobbiamo far passare per incentivare i nostri assistiti a sottoporsi agli screening del colon retto, della mammella e della cervice uterina che avranno inizio lunedì in città. Un altro argomento che mi sta a cuore, riguarda le aggressioni perpetrate ai danni dei medici e del personale sanitario in genere che, ritengo, siano inaccettabili».

Poi, il pensiero di Ianniello è andato ai giovani medici delle Usca destinatari di un riconoscimento tangibile per il lavoro svolto nelle case dei pazienti Covid, a contatto diretto con il virus, rischiando ogni giorno il contagio. «Si tratta di ragazzi giovani ha concluso che hanno avuto un battesimo del fuoco.

Dobbiamo anche dare il giusto peso al giuramento di Ippocrate che è l'essenza della professione perché, l'intera vita professionale dei medici e degli odontoiatri è volta a tenere fede a questo giuramento, mirato a garantire la salute dei pazienti e il rispetto dei diritti fondamentali della salute e dell'uguaglianza, che sono alla base della nostra democrazia».

A presentare l'evento, il consigliere dell'Ordine, Pasquale Grimaldi che ha sottolineato come, quello del medico sia un percorso difficile e impervio ma pieno di soddisfazioni e, in certi momenti, sicuramente esaltante. «Molti medici ha evidenziato non si sono presentati per ritirare la pergamena ma ritengo che, in questo modo, non si renda giustizia al lavoro svolto dai medici negli ultimi anni». La premiazione è cominciata alle 9.30 del mattino e, dopo la pausa pranzo, è continuata fino a sera perché negli elenchi dei premiati per i 40 anni di laurea c'erano 160 professionisti che hanno raggiunto l'agognato traguardo nel biennio 2020/2021, e 151 nuovi medici che hanno pronunciato il giuramento di Ippocrate nello stesso arco temporale. La presenza in sala di Luigi Abbate, ha dato adito a nuove dichiarazioni da parte del consigliere regionale che ha stigmatizzato l'intervento di Fulvio Martusciello, coordinatore vicario regionale Fi.

«Non sono d'accordo ha spiegato con le affermazioni di Martusciello perché ha oltrepassato i limiti. La professionalità dei medici che svolgono la loro attività in ospedale non è in discussione ma ci sono criticità post pandemia che determinano criticità sul territorio. Non posso fare a meno di rimarcare queste difficoltà che riguardano il pronto soccorso, la carenza di posti letto, le lunghe liste di attesa per visite specialistiche e interventi programmati, reparti rimasti chiusi in attesa del collaudo. Giovedì ci sarà l'audizione del direttore generale Mario Ferrante da cui aspettiamo risposte in merito alla strategia da seguire». Una giornata particolare, quella di ieri che avrebbe dovuto essere un momento di aggregazione, di vicinanza dopo un lungo periodo di chiusure e isolamento determinati dalla pandemia ma che non ha sortito, in pieno, l'effetto voluto, forse perché il Covid ha cambiato molte cose e ha stroncato il desiderio di incontrarsi.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA