Movida a Benevento, contromisure
contro la violenza rimandate

Movida a Benevento, contromisure contro la violenza rimandate
di Paolo Bocchino
Martedì 29 Giugno 2021, 08:38 - Ultimo agg. 23:11
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Nessun giro di vite antiviolenza. È una linea low profile quella che sembra essere stata scelta dalle istituzioni all'indomani dell'ennesimo fatto grave verificatosi nelle calde serate del fine settimana. E sì che l'ultimo evento in ordine di tempo, quello registrato nella notte tra sabato e domenica in via Umberto I, avrebbe lasciato immaginare una reazione decisa. Un uomo che arriva fin sull'uscio di casa nottetempo, dopo aver sfondato il portone, non appare circostanza ordinaria. Specie se dietro tale esplosione di «invadenza» c'è il banale fastidio per un richiamo a non fare rumore in strada mentre in casa c'è chi vorrebbe legittimamente riposare. Movida causa o effetto della barbarie? Un interrogativo ormai logoro e probabilmente sterile. Restano le criticità ancora una volta confermate dai fatti. Lo scorso weekend recava con sè un prevedibile tasso di rischio data la scomparsa del coprifuoco e l'incipiente divieto di asporto degli alcolici in vigore dalle 22 di ieri. Allarme recepito solo in parte dalla macchina dei controlli. Pattuglie delle forze dell'ordine sono state posizionate con i lampeggianti accesi nei luoghi simbolici del by night come piazza Vari e piazza Piano di Corte. L'una però pressoché deserta causa chiusura dei locali operanti in zona, l'altra ben presidiata dopo l'aggressione subita in strada da un 19enne. Gli agenti della Squadra volante sono rapidamente intervenuti in via Umberto I quando le vittime dell'aggressione a domicilio hanno dato l'allarme, riuscendo peraltro a fermare il responsabile del folle gesto.

Su denuncia di parte sono in corso le indagini della questura che ieri ha acquisito le immagini catturate da telecamere private presenti nell'area.

Inutilizzabili le riprese effettuate dalla videosorveglianza del Comune, troppo decentrata. Ma cosa sarebbe accaduto se le vittime dell'aggressore non avessero avuto la prontezza per allertare subito i soccorsi, e prima ancora una solida porta blindata? Interrogativi che meriterebbero qualche risposta. Eloquente la testimonianza resa via social dalla titolare di un locale ubicato nei pressi del punto in cui si sono svolti i fatti: «Ci siamo chiusi dentro al locale, con la saracinesca abbassata, sperando che andassero via, perché c'erano troppe persone, dicendo a tanta gente sconosciuta di andare via perché stavamo chiudendo. Questo dalle 2. Tante persone in condizioni esuberanti. Siamo usciti alle 4 e abbiamo avuto difficoltà. Per tornare a casa ho fatto il giro da dietro. Sono stata aggredita verbalmente perché scegliamo di chiudere alle 2 nonostante non ci sia più il coprifuoco. Ci sono tante persone che non ho mai visto in questa zona e con cui non si può parlare».

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Al momento dalla prefettura non sono state annunciate riunioni ad hoc del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, malgrado la richiesta d'intervento formalizzata dal comitato di quartiere Centro storico. «Restiamo in attesa fiduciosa - dice il presidente Luigi Marino - augurandoci che si prenda atto al più presto che occorre intervenire finalmente in modo efficace». Plaude all'operato delle forze dell'ordine il sindaco Clemente Mastella: «Un intervento rapido che ha permesso anche di individuare e fermare il responsabile dei fatti, meritano senz'altro un plauso». Quanto alla necessità di ulteriori misure preventive, il primo cittadino rileva: «L'ordine pubblico è ben gestito dagli organi competenti. Certo, immaginare che possa esserci un agente in ogni vicolo è pura utopia». Solidarietà alla nostra collega Maria Sara Pedicini è stata espressa da Luigi Diego Perifano, candidato sindaco di Alternativa: «Minimizzare e sottovalutare il problema non è possibile, così come sbagliato sarebbe criminalizzare centinaia di ragazze e ragazzi che non devono pagare le colpe di una minoranza di violenti e incivili. Quanto accaduto risponde a problematiche complesse che non si superano con un'ordinanza, ma nell'immediatezza qualcosa di più e di meglio sul piano del controllo del territorio si deve fare. Si prendano in considerazione i suggerimenti prospettati dal comitato di quartiere. Non possiamo abituarci all'idea che sia normale vivere con la paura di essere aggrediti in casa».

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