Movida, gli allarmi baby gang
e spaccio della droga

Movida, gli allarmi baby gang e spaccio della droga
di Andrea Ferraro
Martedì 22 Febbraio 2022, 07:50 - Ultimo agg. 07:51
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«Il problema delle baby gang esiste anche a Benevento sebbene il fenomeno non abbia raggiunto livelli allarmanti come in altri capoluoghi». Il sindaco Clemente Mastella torna sugli episodi che hanno caratterizzato il weekend della movida beneventana e commenta l'appello che il questore Edgardo Giobbi, tramite «Il Mattino», ha rivolto ai genitori dei minori, invitati alla collaborazione richiamando i figli al rispetto delle regole e soprattutto vigilando su di loro. La rissa in via Nenni, con un dodicenne rimasto ferito (il padre ha sporto denuncia, indagini della Mobile), e l'abuso di alcolici da parte dei minorenni hanno fatto scattare il campanello d'allarme in città. «Come sindaco, voglio ringraziare le autorità di polizia e il prefetto Torlontano - dice Mastella - per l'opera di contrasto e di controllo che esercitano anche nei confronti di irrequieti e maldestri protagonisti della nostra movida. Ritengo, peraltro, intelligenti e piene di buon senso le parole del questore Giobbi, quando chiede alle famiglie di esercitare il loro dovere di educatori. Il fenomeno delle baby gang non può essere delegato alle forze di polizia ma deve essere un'azione pedagogica che tutte le agenzie di senso, famiglia e scuola innanzitutto, debbono promuovere. In famiglia non si parla più, il telefonino è diventato lo strumento della incomunicabilità tra generazioni. Ognuno recuperi la sua responsabilità.

I genitori facciano i genitori, insegnando ai figli, come ha detto il questore, regole, comportamenti e stili di vita dove ci sia il rispetto per l'altro. Anche le parrocchie dovrebbero avere un ruolo nel svolgere la funzione educativa». Mastella, poi, ribadisce la linea della tolleranza zero nei confronti di chi non rispetta le regole. Il riferimento è ai gestori di bar e locali che vendono alcolici ai minori. Nel weekend, in centro, le forze dell'ordine hanno denunciato quattro gestori per aver somministrato alcolici ad under 16, mentre un altro è stato multato per averli venduti a una diciassettenne.

Sulla questione sicurezza è intervenuta la senatrice Sandra Lonardo, della componente Idea cambiamo-Europeisti-Noi di Centro del gruppo Misto, che ha preso spunto dagli ultimi episodi avvenuti nell'area avellinese della valle Caudina (ferimento a San Martino e omicidio a Cervinara), per focalizzare l'attenzione sui fenomeni criminali, di cui il Sannio non è esente, e sul consumo di droga da parte dei giovani. «Gli ultimi, agghiaccianti fatti di cronaca registrati a Cervinara e San Martino - scrive in una nota - impongono una doverosa riflessione sui fenomeni delinquenziali che interessano territori attigui alla nostra provincia ma che di fatto coinvolgono aggregazioni criminali che si estendono ben oltre la sola Valle Caudina.

Anche in un Sannio bollato spesso, in maniera troppo semplicistica, come isola felice, pur non caratterizzato da reati di particolare spessore e da situazioni di degrado sociale tipiche di altre realtà locali, bisogna essere in grado di stare al passo con i tempi, non abbassando mai la guardia e tenendo costantemente alto il livello di attenzione per prevenire ogni fenomeno che possa minare la tranquillità sociale».

Lonardo pone l'accento sulle attività illecite privilegiate dalla malavita nel Sannio: dal racket ai delitti contro la persona, dall'usura al riciclaggio. «Ma di certo è il traffico di stupefacenti - sostiene - il principale business della criminalità. Un aspetto che ci tocca più da vicino perché riguarda soprattutto i più giovani. E di fronte a questo dilagante fenomeno, occorre ritrovare quello spirito di comunità che consenta a ciascuno di noi di sentirsi responsabile per il futuro dei nostri figli e nipoti. Dobbiamo trovare il coraggio di prendere coscienza, di denunciare, di non chiudere gli occhi o voltarci dall'altra parte se percepiamo qualcosa di strano intorno alle nostre vite e a quelle dei nostri parenti o amici, per le strade. Come? Prestando attenzione ai comportamenti dei figli, in special modo nell'età dell'adolescenza, quella tendenzialmente a rischio in cui le frustrazioni mal tollerate e il sapore della trasgressione possono esporre a esperienze devianti».

La senatrice, poi, fa riferimento ai recenti blitz antidroga a Benevento. «Questi blitz - sottolinea - dipingono un quadro allarmante. Come spiegato dal procuratore Policastro in tempi non sospetti, l'attività di spaccio può contare sempre su nuovi addetti al settore, oltre che su coloro che recidivano e continua a mantenersi sostanzialmente costante perché la domanda è molto alta e incrocia l'offerta del mercato. La droga è una questione pubblica, culturale e sociale. Più che alla repressione, bisogna puntare sulla riduzione delle assunzioni: abbassando la domanda, si ritrarrà l'offerta. Proviamo a far convergere ogni sforzo su un patto intergenerazionale, capace di trasformarsi in contratto educativo. Parliamo ai ragazzi, impegniamoci ad ascoltarli, affrontiamo insieme a loro e cerchiamo di comprenderne paure e fragilità. Se la droga è già stile di vita socialmente accettato, non si ha più tempo di indugiare».

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