Movida a Benevento, nuova stretta: «Niente più musica dopo mezzanotte»

L'ordinanza dopo una recente sentenza della Cassazione a Brescia

La movida a Benevento
La movida a Benevento
di Paolo Bocchino
Giovedì 8 Giugno 2023, 10:17 - Ultimo agg. 16:33
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Movida rumorosa: cittadini pronti alla class action, il Comune corre ai ripari. Sta per essere pubblicata una nuova ordinanza sindacale per disciplinare il contenimento delle emissioni sonore, in particolare in centro storico. È l'effetto Brescia, ovvero il riverbero che sta avendo in tutte le città la sentenza 14209 della Corte di Cassazione, appena pubblicata. Un pronunciamento destinato a fare giurisprudenza, non solo per il carattere definitivo dello stesso, ma perché per la prima volta si fissa il nesso causale tra la lesione del diritto al riposo, lamentata dai coniugi bresciani ricorrenti, e le responsabilità dell'amministrazione comunale in termini di prevenzione. La sentenza ha stabilito «la compromissione del diritto alla salute, alla vita familiare e alla proprietà, cagionata dalle immissioni acustiche intollerabili provenienti da una strada, della quale la pubblica amministrazione è proprietaria».

Una sentenza spartiacque che costringe gran parte dei municipi a ritoccare in senso restrittivo le disposizioni fin qui adottate.

Comune di Benevento incluso, che sta per varare un nuovo provvedimento più rigoroso e meno "fumoso" dell'ordinanza varata il 7 luglio dello scorso anno. In quel testo si consentiva «su tutto il territorio comunale la diffusione della musica e in genere le emissioni acustiche e sonore sia generate da apparecchiature di qualsiasi tipo, sia prodotte dal vivo con la presenza di un dj o di musicisti, fino alle 24 dal lunedì al giovedì, fino alle 2 il venerdì e il sabato, fino alle 00,30 la domenica».

Orari troppo permissivi secondo i residenti, peraltro spesso non rispettati a causa della carenza di controlli. Per di più, la stessa ordinanza dichiarava «sempre consentita, sia all'interno che all'esterno dei locali, la diffusione della musica avente carattere di sottofondo». Un termine assai aleatorio che finiva per rendere inattuate di fatto le limitazioni. Ma il giro di vite è in arrivo: «Il testo è sottoposto alle ultime verifiche del segretario generale prima della firma del sindaco che arriverà nelle prossime ore - anticipa l'assessore alle Attività produttive Luigi Ambrosone -. L'ordinanza stabilirà i limiti delle emissioni sonore in ogni comparto cittadino, recependo integralmente la tabella con la zonizzazione acustica che è parte integrante del piano urbanistico. Inoltre viene anticipato l'orario oltre il quale non sono consentite emissioni sonore esterne: dopo la mezzanotte e fino alle 8 ci sarà il divieto assoluto. Occorre prendere atto del pronunciamento della Cassazione e intervenire laddove, nel precedente dispositivo, potevano esserci aspetti da disciplinare. Ma al di là delle regole che vanno sempre rispettate, auspichiamo che i rapporti tra esercenti e residenti possano essere improntati al reciproco rispetto. L'amministrazione si muove sempre provando a favorire tale equilibrio». Nel dettaglio, il nuovo assetto prevede il limite massimo di 40 decibel in centro storico («aree particolarmente protette») nella fascia serale dalle 20 alle 24, con innalzamento a 45 decibel in quelle «prevalentemente residenziali», fino ai 70 decibel delle «aree industriali». Per i trasgressori sono previste sanzioni fino a 5mila euro, e la chiusura del locale in caso di recidiva.

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Nuove regole che vanno nella direzione indicata da tempo dai residenti, pronti comunque a brandire la carta bollata come nel caso di Brescia: «Abbiamo chiesto all'assessore Ambrosone, che ha voluto condividere alcune considerazioni sull'ordinanza in via di emanazione, di inserire le tabelle in decibel e la eliminazione del "sottofondo" - dichiara Luigi Marino, presidente del comitato di quartiere centro storico -. Attendiamo il provvedimento ma non staremo a guardare. Pretenderemo controlli stringenti, chiederemo di limitare la concessione di licenze nelle aree più rumorose, di rivedere gli orari di chiusura dei locali. Stiamo valutando la proposizione di una class action per i nostri associati. Finora il Comune ha ignorato le nostre innumerevoli istanze formali finalizzate a ripristinare condizioni di vivibilità nelle ore serali e notturne. Alla luce della sentenza della Cassazione, non potrà più farlo. Troppo alto il rischio di dover dar fondo alle casse comunali per risarcire i cittadini, e di dover poi rispondere alla Corte dei Conti».
 

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