Neonato morto a 5 mesi
la mamma sospettata di omicidio

Neonato morto a 5 mesi la mamma sospettata di omicidio
di Luella De Ciampis
Venerdì 4 Febbraio 2022, 08:54 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 08:10
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Svolta nelle indagini sul decesso di G., il neonato di 5 mesi di Benevento morto venerdì scorso, per un grave trauma cranico, nel reparto di Terapia intensiva del «Santobono» di Napoli. Il pm Maria Gabriella Di Lauro ha inviato gli avvisi di garanzia, con l'ipotesi di omicidio volontario, alla mamma, alla zia del piccolo e al marito di quest'ultima, rappresentati dall'avvocato Antonio Leone. Con l'arrivo degli avvisi di garanzia, per l'ipotesi di omicidio volontario, le indagini prendono una piega diversa, mentre si continua a indagare anche su quale oggetto (nel corso degli interrogatori si sarebbe parlato di una spazzola) può aver provocato un trauma così grave e un'emorragia cerebrale tanto estesa e, soprattutto, chi ha colpito il bambino, come e perché.

Massimo il riserbo degli inquirenti, che, però, sin dall'inizio non hanno tralasciato nessuna pista ascoltando anche i vicini di casa ed esaminando attentamente le cartelle cliniche dei tre ospedali dove è stato ricoverato il piccolo. Un provvedimento a sorpresa quello della Procura, coordinata dal Aldo Policastro, che arriva dopo una serie di interrogatori ai quali sono stati sottoposti, al comando provinciale dei carabinieri, i tre indagati, sempre ascoltati come persone informate sui fatti e in assenza dell'avvocato Antonio Leone che li rappresenta.

Provvedimento arrivato tre giorni prima dell'esame autoptico che sarà eseguito domenica mattina dal medico legale Emilio D'Oro, assistito dal neurochirurgo Tommaso Tufo e dalla neonatologa Beatrice Leopardo (oggi saranno affidati formalmente gli incarichi). Gli indagati sceglieranno come loro consulente di fiducia il medico legale Michele Selvaggio.


Un atto dovuto, quello firmato dal magistrato, vista la necessità di procedere all'autopsia, mirata a fare chiarezza sulle cause che hanno determinato la morte del piccolo. Esame considerato irripetibile e urgente. Sarà, invece, l'avvocato Vincenzo Sguera a rappresentare il padre, che da tempo non è nelle condizioni di poter essere in casa, e la nonna paterna del bambino, che figurano nell'avviso di garanzia come parti offese. I medici avranno poi 90 giorni di tempo per depositare gli esiti della perizia necrologica. In assenza di elementi che possano coinvolgere, in qualche modo, i sanitari che hanno avuto in cura il bambino, e in assenza di nuovi fatti emersi dagli interrogatori effettuati da pm e carabinieri a oltre venti persone, si batte la pista di eventuali responsabilità dovute a negligenza o ad altre cause maturate nell'arco di quei fatidici 11 giorni intercorsi tra il primo ricovero al «Fatebenefratelli» e la morte del piccino al «Santobono». A distanza di una settimana dal decesso, dunque, si comincia a delineare un quadro diverso da quello iniziale che aveva visto l'ascolto dei tre adulti presenti nella casa al momento dell'accaduto, solo come persone informate sui fatti.

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La vicenda aveva avuto inizio domenica 16 gennaio con il ricovero di G. al Fatebenefratelli dove gli era stato diagnosticato un «lieve trauma cranico», provocato, secondo il racconto della mamma, da un caso fortuito. Qualche giorno dopo erano arrivate le dimissioni ma nella serata di martedì 25 il bimbo era arrivato al «Rummo» in stato di totale incoscienza. I medici lo avevano stabilizzato e sottoposto a una Tac dalla quale era emersa una grave emorragia cerebrale causata da un trauma cranico che ne aveva determinato lo stato di coma. Nella notte, il volo in eliambulanza al Santobono dove i medici avevano tentato disperatamente di salvargli la vita, eseguendo un intervento chirurgico per ridurre l'emorragia.
 

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