Chat porno nel carcere di Airola:
«Mai uso indebito del tablet, quereliamo»

Chat porno nel carcere di Airola: «Mai uso indebito del tablet, quereliamo»
Giovedì 28 Maggio 2020, 14:52 - Ultimo agg. 16:02
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«Diffamatorie»: così l'avvocato Nicola Pomponio, legale di C.U., il giovane detenuto nel carcere di Airola con l'accusa di avere preso parte all'omicidio del vigilante Francesco Della Corte (assassinato a sprangante, a Napoli, il 3 marzo 2018, ndr), definisce le notizie diffuse da organi di stampa che indicano nel suo cliente colui che avrebbe utilizzato impropriamente il tablet fornito dal Ministero per i colloqui on-line per inviare sue foto a canali televisivi locali o per consultare chat porno. Della vicenda, finita al centro di un'indagine, come spiega l'avvocato Pomponio, si sono occupati nei giorni scorsi i quotidiani nazionali e anche una nota trasmissione televisiva. «È stato affermato - sottolinea in una nota il legale - che il mio assistito abbia impropriamente utilizzato il tablet messo a disposizione della casa circondariale dove è detenuto per effettuare i colloqui con il proprio nucleo familiare. Nello specifico, atteso che i colloqui tra detenuti e aventi diritto sono stati sospesi a causa dell'emergenza sanitaria in corso, il tradizionale colloquio viene effettuato attraverso una video-chiamata in orario e giorno prestabiliti». «È stato anche affermato - continua l'avvocato Pomponio - che il mio assistito abbia inviato e diffuso dal carcere fotografie e messaggi, audio e di testo, ad una emittente locale, utilizzando impropriamente il mezzo di comunicazione. Ritengo doveroso precisare che giammai il detenuto ha inviato fotografie e/o messaggi ad alcuna emittente televisiva e/o radio o abbia esercitato un indebito uso del tablet e che quanto affermato sarà riscontrato dall'indagine in corso». Pertanto, continua il legale, «si sta valutando la possibilità di proporre denuncia-querela per il reato di diffamazione nei confronti delle testate giornalistiche e/o emittenti televisive che hanno diffuso notizie diffamatorie, diffidando all'ulteriore diffusione delle suddette».

L'avvocato Nicola Pomponio tiene a precisare che il giovane detenuto, all'interno della Casa Circondariale di Airola, «sta espletando un percorso ineccepibile grazie al pregevole lavoro che viene svolto dagli assistenti sociali e dalla direttrice».
Un percorso di studio e lavorativo che ha evidenziato, soprattutto, «la resipiscenza mostrata dal giovane il quale oltre ad avere redatto una lettera manoscritta di scuse, depositata nel corso dell'udienza innanzi alla Corte di Appello dei Minori di Napoli, ha manifestato, ancora oggi, la volontà di incontrare i familiari della vittima del deprecabile, ingiustificabile e atroce gesto di cui si è reso responsabile».
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