Massacrato di botte al party,
il pm chiede vent'anni di carcere

Massacrato di botte al party, il pm chiede vent'anni di carcere
Giovedì 27 Settembre 2018, 12:00
2 Minuti di Lettura
Una condanna a venti anni di reclusione è stata chiesta ieri per Silvio Sparandeo, 28enne imputato di omicidio per la morte di Antonio Parrella, 32enne beneventano. La requisitoria durata circa un'ora è stata fatta dal pubblico ministero Miriam Lapalorcia davanti al Gup Francesca Telaro che, nella precedente udienza, aveva accolto la richiesta di rito abbreviato, avanzato dai difensori dell'imputato Dario Vannetiello e Maria Cristina Caracciolo. La discussione è fissata per il 19 ottobre, in cui sono previsti gli interventi dei legali di parte civile Angelo Leone e Grazia Longo che assistono i familiari di Antonio Parrella e i difensori dell'imputato. Silvio Sparandeo è accusato di aver provocato la morte del trentaduenne dopo averlo colpito più volte, durante una festa di compleanno, con pugni al volto e un calcio al torace.

Per il pubblico ministero Laporcia l'imputato deve rispondere di omicidio volontario. Il gip Flavio Cusani, invece, nell'ordinanza, con cui stabiliva l'arresto di Sparandeo, aveva avanzato l'ipotesi di un omicidio preterintenzionale. Parrella, era rimasto ferito il 26 luglio durante la lite in un ristorante alla periferia della città, morendo poi il giorno successivo nell'ospedale «Rummo», a causa delle gravi lesioni riportate.
 
Le indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile erano state particolarmente complesse. Secondo l'accusa Antonio Parrella, al termine di un litigio avvenuto sulla terrazza inferiore del ristorante con altri invitati, aveva provato a sfuggire al suo aggressore allontanandosi dal luogo dell'alterco. Dopo aver percorso diversi metri, Parrella era scivolato in una scarpata nei pressi dell'ingresso del ristorante. A quel punto Silvio Sparandeo, anche lui scivolato sulla ghiaia del parcheggio, si sarebbe rialzato e - secondo l'accusa - avrebbe raggiunto la vittima iniziando a colpirlo con pugni alla testa e al corpo, mentre il giovane si trovava a terra.

A scaldare gli animi sarebbe stata la smodata euforia di Parrella, durante la festa di compleanno di un componente della famiglia Sparandeo, all'inizio tollerata dai festeggiati. Tutto ciò fin quando Parrella, come ricostruito nell'ordinanza, non iniziò a trascendere finendo anche con l'aggredire per ben due volte il cantante che si esibiva. Di fronte a questo atteggiamento c'era stato chi aveva tentato di riportare Parrella a un comportamento più consono. Ma senza risultati, al punto da far scattare la reazione di Silvio Sparandeo. Nelle indagini stati eseguiti anche interventi di verifica sui filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza, mediante dei filtri cromatici. L'imputato ha sempre sostenuto di aver solo soccorso Parrella, gettandogli anche dell'acqua sul viso per rianimarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA