Operata per una fistola,
muore dopo 5 giorni di agonia

Operata per una fistola, muore dopo 5 giorni di agonia
di Dario Sautto
Venerdì 11 Marzo 2022, 07:28 - Ultimo agg. 21:41
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Operata in clinica per la pulizia di una fistola, va in arresto cardiaco, poi contrae anche il covid e muore in ospedale dopo una settimana di agonia. È stata aperta un'inchiesta e ci sono cinque medici indagati per la morte di Giovanna Lanzalotti, una 63enne salernitana di Ogliastro Cilento, deceduta al Covid Hospital di Boscotrecase, nel Napoletano lo scorso 2 marzo, dove era arrivata in seguito ad un intervento chirurgico subito presso la clinica San Francesco di Telese Terme. Il marito e i figli della donna, hanno sporto denuncia e si sono rivolti allo Studio3A-Valore.

Per rogatoria, la procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Emilio Prisco) ha deciso di disporre l'autopsia sulla salma della 63enne: l'incarico sarà conferito lunedì.

Sono stati iscritti nel registro degli indagati come atto dovuto i nomi di un chirurgo vascolare di Salerno, un anestesista rianimatore di Napoli, un cardiologo di Telese Terme, la responsabile del laboratorio generale di base, clinica chimica e microbiologia, tutti in servizio presso la clinica privata convenzionata San Francesco, oltre a un chirurgo di Baronissi che aveva operato in precedenza la vittima nella casa di cura Tortorella di Salerno. Stando alla denuncia dei familiari, Giovanna Lanzalotti da dieci anni doveva sottoporsi, per tre giorni a settimana, a dialisi per nefropatia da reflusso. Data la frequenza della terapia, le era stata impiantata una fistola, un collegamento tra una vena e un'arteria al braccio destro. A inizio febbraio, dopo una visita al Policlinico Federico II di Napoli, il chirurgo vascolare ha riscontrato l'ennesima infezione alla fistola. Di qui, la decisione di intervenire. Il 22 febbraio è stata ricoverata presso la clinica privata di Telese per l'operazione, prevista per il giorno successivo. «Doveva sottoporsi ad un intervento chirurgico ritenuto di routine» hanno denunciato i familiari.

Nel corso dell'operazione, però, qualcosa non sarebbe andata per il verso giusto, la paziente ha subito un arresto cardiaco ed è stata trasferita d'urgenza al reparto di Rianimazione dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove sarebbe arrivata in condizioni già disperate, in coma e intubata, con seria compromissione delle attività cerebrali. In ospedale, poi, il 25 febbraio la donna è risultata anche positiva al tampone ed è stata trasferita al Covid Hospital di Boscotrecase, dove è deceduta una settimana dopo. «In clinica ci avevano detto che era un piccolo arresto cardiaco» sostengono i familiari. Gerardo Casucci, amministratore delegato della Clinica San Francesco, non commenta ed esprime «piena e totale solidarietà e vicinanza alla famiglia, nel rispetto nei confronti di chi indaga e della famiglia, c'è da parte di tutti noi piena fiducia nell'autorità giudiziaria».
 

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