Ospedale e caso Ferrante
altri veleni sulla sfiducia

Ospedale e caso Ferrante altri veleni sulla sfiducia
di Luella De Ciampis
Venerdì 15 Aprile 2022, 10:05
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Non c'è tregua nel botta e risposta tra il segretario provinciale Dem Giovanni Cacciano e il consigliere regionale Luigi Abbate che continuano a rintuzzarsi sulla raccolta firme mirata a sfiduciare il direttore generale dell'azienda ospedaliera Mario Ferrante. Alla richiesta precisa di Cacciano sulla posizione del sindaco Clemente Mastella riguardo alla sottoscrizione della mozione di sfiducia, Abbate risponde ma l'arcano non si chiarisce.

«Mi si chiede scrive Abbate in una nota - se Mastella è contro la malasanità, se è contro la lunghezza delle liste di attesa, se è per una sanità che guarda ai cittadini e vada incontro alle esigenze dell'ammalato, se è contro il declassamento dell'ospedale dal secondo livello al primo livello a vantaggio del Moscati di Avellino, se è contro la sospensione delle prestazioni specialistiche per i pazienti fragili e anziani. La risposta è si. Le prestazioni sanitarie ospedaliere sono governate dal management nominato dalla Regione che ci costa migliaia di euro e l'erogazione di pillole di sanità come spot non bastano per rendere efficienti le prestazioni. Non importa l'appartenenza politica di chi solleva le criticità conta, invece, la condivisione delle precarietà. Il Pd ci dica quali azioni intende intraprendere per avere una sanità adeguata sia quotidiana che post Covid. Dalla polemica sterile può nascere una condivisione di obiettivi comuni che mirano alla tutela di cittadini, anziani, ammalati e persone fragili.

Se poi il Pd non ha questi obiettivi è un problema per la comunità ma soprattutto di coscienza civica. Certo, è vero siamo in maggioranza in Regione, ma la nostra non è una componente genuflessa che accetta le decisioni che mortificano il territorio e, soprattutto, le aree interne».

Per il consigliere Abbate la Regione «è stata matrigna negli anni passati con la provincia di Benevento, lo è stata con Il Pnrr con un investimento di soli 21 milioni rispetto a un 1,4 miliardi stanziati. Una Regione che non è chiara sulle potenzialità e aspettative del territorio sannita, con la diga di Campolattaro e nemmeno sulle infrastrutture materiali e immateriali per il rilancio. È in atto un collasso delle prestazioni sanitarie e, se ci sono responsabili lautamente pagati è giusto che vengano messi in discussione e se il confronto è assente nelle sedi istituzionali è giusto che venga fatto dal basso. È questo il significato della raccolta firme, una levata di scudi contro una burocrazia che non ascolta. L'aspettiamo per una sua sottoscrizione a questa campagna in atto».

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Insoddisfatto della risposta del consigliere regionale, il coordinatore politico del Pd, Italo Palumbo incalza Abbate chiedendo ancora se Mastella ha sottoscritto la mozione di sfiducia contro Ferrante oppure no. «Il nostro non è un capriccio dice Palumbo - ma una chiara richiesta mirata a sapere se l'azione intrapresa da Abbate è condivisa dal capo del partito di cui fa parte perché non è cosa da poco conoscere se sostiene l'iniziativa».
Sulla vicenda interviene il commissario cittadino Fi, Lucio Lonardo. «Siamo stati tra i primi a stigmatizzare la scelta dice - ritenuta dai più inopportuna, del nuovo primario di Ortopedia e traumatologia del Rummo, scelta operata in una terna dal direttore generale Ferrante. Adesso, però, a leggere dell'iniziativa del consigliere Abbate, per una raccolta di 2000 firme atta a sfiduciare il manager, riteniamo opportuno fare chiarezza. Se è giusto mettere in atto tutte le iniziative tecnicamente possibili per ritornare sulla decisione in contestazione, è anche lecito evitare di arrivare a mozioni di sfiducia da parte di una sparuta parte di cittadini che non hanno il know how adeguato della gestione, ovvero una conoscenza diretta rapportata agli obiettivi raggiunti secondi i dettami del piano regionale sanitario, in relazione anche al raggiungimento del pareggio di bilancio. Ci sembra un inutile polverone, in quanto, tale iniziativa doveva portare in calce solo due firme: quella del presidente della giunta regionale De Luca e, al limite, quella del sindaco Mastella, massima autorità sanitaria della città, evitando di coinvolgere la comunità in questa vicenda».

Giornata pesante al Rummo, caratterizzata da quattro nuovi ingressi, quattro dimissioni e un decesso che riguarda un 87enne di Cerreto Sannita. Sono 309 i contagi emersi dal bollettino quotidiano della Protezione civile. Negli ultimi due giorni si sta registrando una leggera flessione dei casi sul territorio provinciale.
 

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