Ospedale Rummo di Benevento,
ripartono gli interventi chirurgici

Ospedale Rummo di Benevento, ripartono gli interventi chirurgici
di Luella De Ciampis
Domenica 2 Ottobre 2022, 12:00
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«Stiamo lavorando per riportare i reparti nelle loro sedi originarie, per uscire dall'emergenza e per sopperire alla carenza di personale medico attraverso l'autoconvenzionamento, le convenzioni con altre strutture e l'avviamento degli iter concorsuali». È la sintesi degli interventi che il direttore generale dell'ospedale Rummo, Maria Morgante, sta mettendo in atto per risolvere le criticità che affliggono l'azienda ospedaliera. La prossima settimana riaprirà i battenti la Neurochirurgia che, a causa dell'emergenza Covid, era stata sacrificata insieme ad altri reparti, «sloggiati» dal padiglione Santa Teresa della Croce, che, gradualmente, ritorneranno nelle sedi originarie con la disponibilità di tutti i posti letti e dei servizi di cui usufruivano prima della pandemia. La volontà di ritornare alla normalità c'è tutta e, infatti, la struttura è in gran fermento per il ripristino dello stato dei luoghi, mentre la manager ha già ricostituito le due delegazioni di parte pubblica e di parte sindacale per affrontare la situazione in tempi brevi e nel modo migliore. Un'azione da non sottovalutare, che conferma la volontà della direzione strategica di avviare una collaborazione costruttiva con tutte le parti in causa, mirata a risolvere le criticità che hanno, forse, un unico punto di partenza e di arrivo: la carenza estrema e annosa di personale medico, mai affrontata. La Morgante ha dimostrato di tener fede alle affermazioni fatte all'indomani del suo insediamento al Rummo. «Ascolterò le ragioni di tutti - aveva detto - studierò le carte e mi impegnerò al massimo per potenziare l'offerta sanitaria dell'azienda ospedaliera».

Attualmente, gli anestesisti rianimatori presenti nei reparti dell'ospedale cittadino sono 12.

Di questi, uno presta servizio in Maternità, uno è dislocato in ambulatorio e tre sono esonerati dal turno di notte. Un numero decisamente esiguo, a fronte dei 30 professionisti che servirebbero per coprire i turni delle 24 ore tra la neurorianimazione, la rianimazione centrale del Rummo e la rianimazione del presidio ospedaliero di Sant'agata de' Goti. 

Allo scopo di avere un quadro dettagliato della situazione, dopodomani neo parlamentare Francesco Maria Rubano incontrerà i rappresentanti dei gruppi sindacali del personale sanitario del Rummo e del Sant'Alfonso Maria dei Liguori, tra i quali, Guido Quici, Gabriella Festa, Vittorio Labruna, Giovanna Di Salvio, Luigi Di Lorenzo, Lidia Grappone, Isabella Carlucci, Francesco Savarese, Michelina Barbieri, Francesca Russo, Pasqualina Grasso e Giovanni Parbonetti. All'incontro, saranno presenti anche Pierdomenico Ceccarelli, medico del Sant'Alfonso, Giuseppe Buonomo, presidente provinciale Sigm, Giovanni Ianniello e Alessandro Falco, rispettivamente presidente e consigliere dell'Ordine dei medici provinciale. «Non c'è tempo da perdere dice Rubano - sul tema della sanità che bisogna affrontare subito. Ritengo sia necessario dare voce a chi vive quotidianamente le problematiche sanitarie dall'interno per poter agire significativamente e tentare, non di risolvere, ma quantomeno di ridimensionare gli innumerevoli problemi che interessano le strutture ospedaliere del territorio. Ho intenzione di incontrare anche la manager dell'azienda ospedaliera ma ritengo sia importante ascoltare subito il personale sanitario. Per questo, martedì (dopodomani, ndr), nel corso dell'incontro, sarà redatto un report da portare all'attenzione del prossimo ministro della Sanità, per attivare una interlocuzione necessaria con gli organi regionali competenti. La mia richiesta non ha l'ambizione di risolvere immediatamente tutte le criticità, ma come da promessa elettorale, intendo mettere a disposizione la mia funzione e il mio impegno per rappresentare le emergenze e contribuire alla risoluzione delle difficoltà attualmente presenti». È chiaro che l'interlucozione deve avvenire con la Regione e con il ministero della Salute in quanto, le soluzioni definitive e costruttive devono venire da chi ha potere decisionale e può rispondere in modo esaustivo alle richieste avanzate dal direttore generale che ha in gestione l'azienda e che, se lasciato solo, finirebbe per continuare a combattere contro i mulini a vento. 

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