«Pace fiscale» a Benevento,
il nodo delle rate in due anni

«Pace fiscale» a Benevento, il nodo delle rate in due anni
di Gianni De Blasio
Giovedì 28 Marzo 2019, 12:00
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Tutti d'accordo. La «pace fiscale» è un'opportunità da cogliere: avvantaggia i cittadini ma pure il Comune. Non resta che mettersi d'accordo sul numero delle rate, a parere di Antonio Capuano, nonché sulla necessità di una differenziazione tra contribuenti come suggerisce Di Dio. Per il resto, la definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti (non le ingiunzioni, né le cartelle di pagamento) è unanimemente condivisa e sarà al vaglio del consiglio di lunedì, mentre del bilancio si discuterà in altra seduta. Si tratte delle liti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e anche a seguito di rinvio, controversie in fatto di Ici, Imu, Tasi, Tari, Tares e Tosap, con domande di definizione agevolata da inoltrare entro il 31 maggio 2019. Queste le modalità di pagamento, suddivise tra quelle proposte dall'amministrazione e quelle da modificare eventualmente lunedì in consiglio: sino a 500 euro il debito va estinto in un'unica soluzione entro il 31 maggio (da modificare prevedendo, invece, 5 soluzioni: il giorno 30 dei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre); da 500 a 1.500 euro in tre rate (31 maggio, 30 settembre e 31 dicembre; da articolare, invece, in 10 rate ma con rata minima 100 euro); per gli importi superiori a 1.500 euro è ammesso il pagamento rateale in un massimo di 24 rate mensili non oltre il 31 dicembre 2021 (da aggiungere con rata minima da 100 euro).
 
La delibera, comunque, dovrà essere inviata al Ministero dell'Economia e delle finanze entro 30 giorni dalla data di esecutività. Le controversie definibili sono quelle «non definite» con sentenza passata in giudicato, pendenti in qualsiasi grado di giudizio, compresa la Corte di Cassazione. Aderendo alla definizione agevolata il contribuente è tenuto a pagare l'importo pari al valore della controversia, con l'esclusione di sanzioni e interessi. «La definizione agevolata dice l'assessora Maria Carmela Serluca - rappresenta un'opportunità sia per il Comune e per l'Osl, in quanto consente di ridurre il contenzioso in essere sia per il debitore, considerata la possibilità di ottenere anche una riduzione significativa del debito grazie all'esclusione delle sanzioni e degli interessi maturati dal sessantesimo giorno successivo alla notifica dell'atto di accertamento, oltre che delle spese di lite liquidate nelle sentenze non definitive».

Ma, così come proposto, a parere del consigliere Italo Di Dio (Pd), il regolamento rischia di vanificare gli obiettivi prefissati dal legislatore. «Andrebbe prevista - dice - una differenziazione tra contribuenti che presentano una diversa posizione nei confronti del Comune, a seconda del grado di giudizio e, soprattutto, a seconda della pronuncia della giurisdizione tributaria in merito. In caso contrario si verificherebbe una discriminazione tra chi ha già ottenuto un riconoscimento dei propri diritti dalla giustizia tributaria ma che vuole comunque definire la lite a vantaggio dell'Ente e chi al contrario ha visto respingere le proprie istanze. Entrambi oggi pagherebbero la stessa percentuale al Comune che concederebbe in tal modo un vantaggio solo ai secondi, ai quali, nonostante la sentenza sfavorevole, gli verrebbe riconosciuto un abbattimento di sanzioni e interessi. Il regolamento comunale dovrebbe obbligatoriamente attenersi alle previsioni dell'articolo 6 della cosiddetta pace fiscale, non essendo possibile ampliare o restringere le riduzioni previste dalla normativa. In caso contrario, parliamo di altro ma non di regolamento sulla pace fiscale». Ma la consigliera Molly Chiusolo ha eccepito che l'Osl ha espresso parere favorevole ad aderire alla definizione agevolata precisando di «procedere a una rideterminazione dell'importo da corrispondere decurtandolo di sanzioni ed interessi, quindi, limitandolo al solo valore della lite».
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