Pd, il sospetto di Cacciano: «Dietro la mossa di Letta la trama ordita da Boccia»

L'intervento del defenestrato segretario Giovanni Cacciano alla manifestazione per l'acqua pubblica

I democrat
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di Paolo Bocchino
Lunedì 19 Dicembre 2022, 09:52
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Non si arresta la lunga scia di veleni in casa Pd. Il defenestrato segretario Giovanni Cacciano ha preso parte ieri in città alla manifestazione per l'acqua pubblica promossa con gli alleati di centrosinistra prima del commissariamento, tornando a contestare con durezza il verdetto unilaterale di Enrico Letta. Ma, soprattutto, cannoneggiando ad alzo zero il vertice regionale del partito Francesco Boccia: «Il grave provvedimento di una leadership nazionale delegittimata dal risultato elettorale - la disamina di Cacciano - è stato probabilmente imbastito da un commissario regionale che poco ama il Pd sannita e la sua classe dirigente. Si è schierato palesemente con Elly Schlein, mentre questa Federazione per la quasi totalità sostiene Bonaccini vedendo in lui il fautore di un modello di Pd inclusivo, contro quello esclusivo immaginato dal commissario regionale. Il quale è ospite a Benevento per ragioni familiari (evidente riferimento al matrimonio tra Boccia e la ex berlusconiana Nunzia De Girolamo, ndr). Anche le ragioni familiari non hanno favorito un rapporto rispettoso della classe dirigente e della comunità del Pd sannita».
Toni ancora più velenosi qualche secondo dopo: «Ci sono personaggi che interpretano in modo plastico l'ipocrisia del nostro partito: che vinca la sinistra o la destra, loro vincono sempre. Qualcuno vuole essere eletto a Bari e gestire le candidature in Campania, con il risultato che due intere province delle aree interne come Benevento e Avellino si ritrovano prive di rappresentanza parlamentare, mentre ci sono dirigenti del Pd con ben due eletti nello stesso nucleo familiare».

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Non esplicitato ma evidente il riferimento a Dario Franceschini e alla consorte Michela Di Biase, e forse anche a Elisabetta Piccolotti, moglie del segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, blindati a Montecitorio grazie a Letta. Pd sannita che ha incassato ieri anche la solidarietà del leader di Civico22 Angelo Moretti, che del resto dai vertici locali del Pd aveva ricevuto una proposta di candidatura poi cassata a Roma dai dirigenti nazionali a beneficio di Antonella Pepe. «Da beneventano trovo il commissariamento surreale.

Si fossero verificate cose gravi come infiltrazioni o simili, avrei capito. Ma se, come sembra, la decisione è riconducibile a un redde rationem tra correnti, siamo davanti a qualcosa di simile a una guerra per bande che è quanto di più lontano possa esserci dalla democrazia partecipata. E che stride con lo spirito di un partito che si dice democratico fin dal nome». Solidarietà a Cacciano anche da altri esponenti del Pd sannita. Al coro si aggiunge il consigliere comunale e provinciale Raffaele De Longis, tra i più vicini al mentore Umberto Del Basso De Caro: «La elezione di Cacciano era stata vidimata come del tutto regolare espressione della volontà della maggioranza degli iscritti da Borghi, commissario nominato dallo stesso Letta, che ha smentito se stesso. Il commissario nominato (Mino Mortaruolo, ndr) è figura fortemente divisiva, certamente non idonea a interpretare la volontà della maggioranza degli iscritti del Sannio. Dobbiamo ritenere che l'entrata a gamba tesa di Letta sia stata motivata dalla volontà di vendetta di chi non ha gradito la sfiducia, legittimamente votata, dell'allora presidente della Federazione provinciale (Antonella Pepe, ndr), candidata alle elezioni politiche, improvvidamente catapultata dall'alto, riportando un risultato tutt'altro che soddisfacente».

Sostegno al leader revocato anche dal componente dell'Assemblea provinciale e storico esponente della sinistra sannita Raffaele Simone: «Il commissariamento senza conoscere le motivazioni, se mai ce ne fossero, è un gravissimo vulnus al Pd del Sannio in piena fase congressuale. Se ci sono ragioni politiche è proprio la fase congressuale nazionale e regionale che è chiamata a dirimerle. Questo atto d'imperio, inaspettato e divisivo, va nel senso opposto».
 

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