Pedopornografia, don De Blasio
rivuole i 170mila euro sequestrati

Pedopornografia, don De Blasio rivuole i 170mila euro sequestrati
Venerdì 19 Novembre 2021, 09:38 - Ultimo agg. 14:30
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Ieri mattina il Tribunale del Riesame di Benevento ha esaminato il ricorso sul dissequestro del denaro trovato dagli agenti della Polizia Postale nella casa di don Nicola De Blasio nel corso di una perquisizione ordinata dalla Procura di Torino. Infatti oltre al materiale pedopornografico, trovato in un pc in dotazione al sacerdote, che ha fatto scattare gli arresti domiciliari, i poliziotti avevano rinvenuto anche 170mila euro che don Nicola, parroco di San Modesto e direttore della Caritas Diocesana (dimissionario dopo la vicenda giudiziaria) in un comodino della camera da letto. Denaro che il parroco ha sostenuto essere frutto di offerte dei fedeli per i lavori di restauro alla chiesa di San Modesto e di una eredità ricevuta alla morte dei genitori. I legali che assistono il sacerdote, gli avvocati Massimiliano Cornacchione e Alessandro Cefalo, nel loro ricorso hanno ribadito che non c'è nessun nesso tra il denaro e il materiale pedopornografico rinvenuto nel computer e che pertanto va restituito al sacerdote.

In particolare, i legali nel ricorso hanno presentato una documentazione attestante lavori programmati per la chiesa di San Modesto di cui don Nicola è statoa parroco fino al momento in cui ha rassegnato le dimissioni. Inoltre è stata anche presentata una documentazione attestante il lascito che il sacerdote aveva avuto dai genitori dopo la loro morte. Tutto questo materiale è al vaglio del collegio del Riesame, presieduto da Francesca Telaro e composto da Salvatore Perrotta e Roberto Nuzzo. Il pm Marilia Capitanio ha chiesto che il sequestro del denaro venga confermato in attesa degli sviluppi delle indagini.

Ora si è in attesa del verdetto sul denaro sequestrato. Il ricorso per il dissequestro del denaro si aggiunge al ricorso al Tribunale del Riesame di Napoli che gli avvocati attendono di poter fare e riguardante il provvedimento degli arresti domiciliari scattato nell'immediatezza del ritrovamento del materiale pedopornografico da parte del sostituto procuratore di Benevento Marilia Capitanio, competente territorialmente, e poi confermato dal gip Gelsomina Palmieri dopo l'interrogatorio. Don Nicola De Blasio aveva sostenuto, nel corso dell'interrogatorio, che il materiale era nel computer dal 2015, quando aveva fatto una inchiesta sulla pedopornografia e poi mai più né rivisto, né utilizzato.

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Don Nicola De Blasio, subito dopo i domiciliari, con un lettera, aveva rassegnato le dimissioni dall'incarico di parroco della chiesa di San Modesto e dalla direzione della Caritas. L'arcivescovo Felice Accrocca, che ha subito avviato anche un procedimento interno sull'accaduto che si concluderà con una relazione al Vaticano, deve nominare i sostituti alla Caritas e alla parrocchia di San Modesto. Probabile che li annuncerà oggi in occasione della presentazione, alle 16,30, nel salone Leone tredicesimo della Curia, in piazza Orsini, del dossier sull'attività della Caritas. A coordinare i lavori sarà don Maurizio Sparandeo, direttore dell'ufficio comunicazioni sciali. Previsti anche interventi di Maria Pia Mercaldo, sociologa e curatrice del rapporto, di suor Raffaella Letizia sulle dipendenze patologiche e di don Giovani Tagliaferro che presenterà lo sportello di ascolto «Effatà». All'incontro prederà parte l'arcivescovo Accrocca che ha già annuncziato che farà delle dichiarazioni sul caso De Blasio.
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