Pini pericolanti, ecco il primo taglio:
il viale di Benevento cambia volto

Pini pericolanti, ecco il primo taglio: il viale di Benevento cambia volto
di Gianni De Blasio
Sabato 9 Marzo 2019, 13:00
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I primi sei pini sono stati tagliati. Tra punte di nostalgia («Sono cresciuti con me e loro mi hanno visto crescere», diceva qualche anziano), proteste (soprattutto sui social) e qualche gesto isolato come quello di un giovane piazzatosi sotto uno degli alberi contrassegnati con il cerchio rosso, quelli «a rischio estremo», per impedirne la rimozione. Ha soltanto rallentato i lavori, il comandante della polizia municipale Giovanni Fantasia ha provato a lungo a dissuaderlo, nulla da fare, fino a quando il giovane è stato identificato e denunciato con comunicazione di notizia di reato. Per il resto, dissenso verbale, traffico in tilt per la prima parte del viale degli Atlantici. Dovrebbe andar meglio oggi, quando l'opera sarà completata con il taglio degli altri 6 pini, ma il sabato, complice anche la chiusura degli enti pubblici, la circolazione è sensibilmente ridotta.
 
Alle varie tipologie di contestazione, il Comune ha opposto la necessità di preservare l'incolumità dei cittadini, garantendo la loro sicurezza. «Nessuno avrebbe voluto toccare questa splendida alberatura dice il sindaco Mastella -, ma di fronte alle relazioni di tecnici ed esperti, non si poteva che ottemperare. C'è, anzi, chi sostiene la necessità di tagliarli tutti». «I pini sono bellissimi aggiunge il delegato al Verde Angelo Feleppa -, ma pure fonte di pericolo. Non vorremmo si ripetesse quanto già accasduto in altre città dove queste piante gigantesche, crollando, hanno prodotto seri danni».

L'assessore all'Ambiente Gino De Nigris si limita a riportare il succo delle varie relazioni acquisite prima di procedere. «Al fine di informare anche coloro che fino ad oggi non hanno avuto la possibilità di approfondire le ragioni della scelta, ricordiamo che la struttura tecnica comunale ha dato il via all'abbattimento di alcuni alberi in seguito alla nota del 5 marzo, con la quale il perito agrotecnico comunale ha informato il Rup e il dirigente del Settore Ambiente, che da opportuni sopralluoghi tecnici risultavano 12 piante a rischio caduta estremo e che di conseguenza occorreva abbattere nel più breve tempo possibile attese le particolari condizioni di urgenza a salvaguardia dell'incolumità pubblica. Una valutazione di pericolosità che peraltro emerge anche nelle relazioni tecniche dell'Ordine degli Agronomi secondo le quali si potrebbero individuare due tipi di interventi: il primo che prevede l'abbattimento delle sole piante appartenenti alla classe di rischio D e una valutazione, anche solo visiva, delle piante appartenenti alla classe C/D e che presentano una particolare pericolosità per i possibili danni determinati dal crollo del tronco o di grosse branche e/o ribaltamento della ceppaia e, quindi, da abbattere, sostituiti da altre specie arboree; ed un secondo, che prevede un programma di rinnovamento e di reintegrazione del patrimonio arboreo del viale integrale».

Ancor più netto il responso della Regione. «Si manifesta l'idea irremovibile che i pini mediterranei in viale Atlantici vadano assolutamente e con immediatezza abbattuti visto il potenziale enorme pericolo che rappresentano per l'incolumità di cose, persone, mezzi, fabbricati ed infrastrutture».

Torna alla carica, invece, la consigliera Maria Letizia Varricchio del Pd. «Mi sono chiesta - dice - se questo intervento fosse inevitabile e sia stato fatto tutto il possibile per scongiurarlo o limitarlo. Ho chiesto a quali professionalità il Comune si fosse rivolto e che tipo di analisi specifiche fossero state commissionate per la valutazione di stabilità, se si potesse intervenire in modo meno impattante e in tutta risposta sono stata sbeffeggiata dai rappresentanti dell'amministrazione. Salvo poi apprendere dal comunicato dell'Ordine degli Agronomi che lo stesso ha espresso identiche perplessità e ha invitato l'Amministrazione a rivolgersi a specialisti del settore. Questo perché qualora ci fosse la possibilità di salvarne almeno uno, è un dovere civico quello di provarci con tutte le nostre forze. Fermo restando la consapevolezza che una soluzione dovesse essere trovata, sarebbe stato opportuno però, che all'extrema ratio dell'abbattimento, facesse seguito o fosse già pronta una soluzione, come lo è stata la decisione di abbattere, per riqualificare velocemente e adeguatamente il verde eliminato».
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