Pini tagliati sul viale a Benevento,
spuntano due indagati

Pini tagliati sul viale a Benevento, spuntano due indagati
di Paolo Bocchino
Venerdì 16 Luglio 2021, 13:38
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Caso pini, la Procura ha notificato nei giorni scorsi due avvisi di chiusura indagini in relazione al taglio di 12 alberi storici del viale degli Atlantici effettuato nel marzo 2019 per conto del Comune. I destinatari dei provvedimenti sono Andrea Lanzalone, all'epoca dirigente del settore Ambiente, e Giovanni Zollo, funzionario agrotecnico dell'ufficio Verde pubblico. Secondo la pubblica accusa rappresentata dalla pm Assunta Tillo, i due avrebbero violato in concorso il Codice dei beni culturali avendo determinato l'abbattimento di 12 pini domestici in zona soggetta a vincolo di tutela, in assenza di autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, come invece prescritto dall'articolo 21 dello stesso Codice.

Segnatamente, la magistratura inquirente contesta a Zollo l'ordine di servizio del 5 marzo 2019 con il quale veniva commissionato alla Barretta Garden, impresa convenzionata con il Comune, il taglio di 12 alberi poi eseguito tra l'8 e il 9 marzo. A Lanzalone viene addebitata la comunicazione resa il 7 marzo, alla vigilia degli abbattimenti, al Soprintendente di Benevento, motivandolo con «ragioni di pubblica incolumità in realtà inesistenti e mai accertati» rileva la Procura. Contestata a entrambi la circostanza aggravante dell'abuso dei poteri e la violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione e il pubblico servizio. Il secondo capo d'accusa eccepito dalla magistratura riguarda la commissione del reato di «distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto» fissato dall'articolo 733 bis del Codice penale. Secondo la Procura, agendo in concorso, i due funzionari comunali «deterioravano l'habitat esistente lungo il viale degli Atlantici inserita nell'area del Centro storico dal Piano urbanistico comunale del 2011, e all'interno della zona protetta dei cosiddetti corridoi ecologici e aree di protezione del corridoio ecologico a 1.000 metri dalla sponda».

I destinatari della comunicazione di chiusura indagini hanno ora 20 giorni per presentare eventuali memorie o chiedere di essere ascoltati per dimostrare la correttezza del loro operato. Non si faranno attendere invece, con ogni probabilità, le reazioni alla notizia in considerazione della grande attenzione sempre suscitata dalla vicenda. Già nell'immediatezza dei fatti, il taglio degli alberi che orlano i due lati del viale suscitò forti proteste per un provvedimento che apparve ai più incomprensibile. L'onda lunga del malcontento portò alla nascita di sodalizi come il comitato «Giù le mani dai pini» e il movimento «Benevento Città Verde», autori di esposti corroborati da perizie tecniche che hanno dato il la alle indagini. Proteste che nel marzo 2020, hanno trovato ulteriore linfa nella decisione dell'amministrazione di deliberare l'abbattimento con sostituzione dei 350 pini di viale degli Atlantici, via Pacevecchia e via Fratelli Rosselli. Una intenzione mai realmente attuata anche per effetto delle dure contestazioni provenienti da segmenti della società civile.
Nei mesi scorsi, come si ricorderà, il Comune aveva commissionato una verifica dei 124 pini del viale degli Atlantici, eseguita tra il settembre 2020 e il gennaio di quest'anno dall'agronomo Giuseppe Cardiello. L'esperto aveva concluso il lavoro decretando l'abbattimento necessario di 24 conifere, e consigliando il taglio di ulteriori 34 esemplari considerati in condizioni precarie anche se non a rischio immediato di cedimento. Nei mesi seguenti anche la Procura ha effettuato propri accertamenti sui pini eseguiti da un pool di periti guidato dal professor Claudio Massimo Colombo. E proprio dalla relazione del docente dell'Università del Molise sarebbero stati tratti alcuni dei rilievi cristallizzati dagli inquirenti negli addebiti contestati ai due funzionari.

«Prendiamo atto della comunicazione notificata dalla Procura e attendiamo con rispetto che tutto l'iter faccia il suo corso - commenta l'assessore all'Ambiente Gerardo Giorgione -. Mi limito a rilevare, per dovere di cronaca, che i fatti risalgono a un'epoca precedente la mia gestione, e che le contestazioni mosse, quand'anche trovassero conferma in fase di eventuale giudizio, rappresentano reati contravvenzionali con ammenda minima».
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