Policastro rilancia: «Beni confiscati, la mafia non ha vinto»

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di Andrea Ferraro
Mercoledì 6 Giugno 2018, 08:00
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BENEVENTO - «Nel Sannio la mafia non ha vinto, le forze dell’ordine lavorano in sinergia con la magistratura per non farla vincere. Ciò non significa che la criminalità organizzata non esista in provincia, ma c’è un lavoro quotidiano per affrontarla e contrastarla e far sì che la città nelle sue espressioni, pubbliche e private, sia al nostro fianco». Il procuratore della Repubblica, Aldo Policastro, è chiaro e soprattutto fermo. A margine della cerimonia, svoltasi al comando provinciale dei carabinieri, organizzata per festeggiare il 204esimo anniversario della fondazione dell’Arma, pungolato dai cronisti, torna sulla vicenda del bene confiscato a contrada Olivola che il Comune ha rinunciato a gestire. 
L’ANALISI
Policastro chiarisce che non vuole entrare nella polemica ma non ci sta ad ascoltare che la mafia nel Sannio ha vinto. Il riferimento è alle dichiarazioni del vicesindaco Maria Carmela Serluca, che, nei giorni scorsi, nel corso di un convegno è intervenuta sulla vicenda del bene confiscato commentando lo stato in cui versa l’ex capannone che sembrava destinato a ospitare la sede dell’Asia, partecipata del Comune. Dichiarazioni choc per Libera, le Associazioni Cattoliche delle diocesi di Benevento e Cerreto Sannita e l’associazione «Altrabenevento», arrivata a chiedere le dimissioni dell’assessora. «Non intervengo in una polemica - sottolinea il Procuratore - ma ribadisco che è necessario che i beni confiscati con il sacrificio delle forze dell’ordine e della magistratura non debbano essere abbandonati. È obbligo della società civile riqualificarli. I beni sottratti ai clan vanno riutilizzati per usi sociali. Tutti devono fare degli sforzi in tal senso. Mi auguro che la collettività, le forze della città, si facciano carico del recupero del bene di contrada Olivola. Ma questo è un discorso che vale per tutti i beni confiscati».
IL SINDACO
Mastella martedì è tornato sulla vicenda spiegando che «la nostra rinuncia al bene confiscato dipende esclusivamente da ragioni economiche. L’ex cementificio di contrada Olivola si ritrova in condizioni di devastazione totale, soprattutto all’interno. Non posso imporre ai cittadini e alle casse comunali una spesa di due milioni per riqualificare la struttura quando abbiamo già a disposizione l’ex Laser per ospitare la sede dell’Asia».
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