Le polveri sottili incalzano ma le contromisure restano ferme al palo. Sono arrivati a 10 gli sforamenti in città dall'inizio dell'anno, quota rilevante del pacchetto annuo consentito fissato in 35 giornate. Bonus esaurito nel 2020, quando sono state totalizzate 42 violazioni dei limiti massimi di legge stabiliti dalle normative nazionali in 50 microgrammi per metro cubo d'aria. Limiti che l'Oms considera troppo permissivi, ponendo molto più in basso l'asticella del tollerabile a 20 microgrammi. Ma pur volendo rispettare le maglie larghe consentite in patria, sono numerosi i capoluoghi che di anno in anno vanno oltre, spesso notevolmente oltre, il tetto delle 35 giornate. È successo, ad esempio, anche a Torino dove la Procura ha appena aperto un'inchiesta a carico degli amministratori comunali avvicendatisi dal 2015. Dovranno dimostrare di aver posto in essere misure finalizzate a contrastare il fenomeno che in buona parte deriva dall'attività antropica e dunque può essere arginato. L'amministrazione comunale si è dotata nel giugno 2019 di una delibera di indirizzi per la tutela della qualità dell'aria. Tra le misure previste nel Piano proposto dall'allora assessore all'Ambiente c'era la programmazione di un calendario di 12 chiusure giornaliere mensili da svolgere nei vari rioni. Attività che finora è andata in scena solo nel 2019 senza lasciare tracce. Lo scorso anno, causa Covid, lo stop alle auto è andato ben oltre l'immaginabile comprendendo di fatto i mesi di marzo e aprile. Mesi nei quali lo smog si è in effetti ridotto, salvo aver già sforato i limiti nel bimestre nero gennaio-febbraio e quindi sul finire dell'anno.
Per il 2021 la programmazione è ancora da scrivere. Qualche anticipazione nelle parole dell'assessore Gerardo Giorgione: «Gli stop al traffico occasionali non rappresentano una soluzione efficace.
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Circostanza verificatasi tra venerdì 5 e domenica 7 febbraio ma l'amministrazione non ha ritenuto di decretare il blocco veicolare. Nei giorni scorsi si sono avute altre due giornate off limits (venerdì 19 e sabato 20), con polveri Pm10 ben oltre la soglia dei 50 microgrammi. Ancora una volta è la centralina collocata a Santa Colomba a registrare l'impennata dei valori. Il 2021 conferma da questo punto di vista il trend determinatosi negli scorsi anni, con la postazione in zona Stadio oltre i limiti e le altre due (via Mustilli e Ponte Valentino) che hanno numeri decisamente più bassi. Da domenica le concentrazioni di inquinanti sono tornate sotto il livello di allarme in tutta la città. Condizioni che permettono almeno di affrontare la questione senza la morsa dell'emergenza. Sul tavolo c'è il previsto accordo con il dipartimento Ingegneria dell'Università del Sannio per studiare il fenomeno e individuare i correttivi più efficaci. Un dossier fermo da settimane: «Va ripreso al più presto - conferma Giorgione - La struttura sta collaborando sul tema con l'Unisannio e ci sono state riunioni di approfondimento anche nei giorni scorsi. Lo studio è senz'altro importante per comprendere appieno le cause del fenomeno e le possibili contromisure. Per quanto riguarda le misure già previste dalla delibera del 2019, potremmo riprendere in considerazione il calendario delle chiusure programmate che consente, tra l'altro, una più facile gestione operativa del provvedimento».