Ponti da «black list», partono
le verifiche con i test dei tecnici

Ponti da «black list», partono le verifiche con i test dei tecnici
di Paolo Bocchino
Lunedì 9 Settembre 2019, 10:29
3 Minuti di Lettura
Mettere in sicurezza gli oltre 500 ponti presenti sul reticolo viario provinciale. E farlo avendo a disposizione solo qualche spicciolo. Un'impresa che appare titanica e in effetti lo è. Anzi, impossibile. Bisogna dunque rassegnarsi al pericolo costante ogniqualvolta ci si mette alla guida? La Provincia non si arrende e nelle prossime ore saranno affidati i primi incarichi per la verifica delle strutture a rischio. La epocale tragedia del ponte Morandi sembrava aver posto lo spartiacque tra un prima fatto di navigazione a vista e opacità e un dopo all'insegna delle certezze. 17 agosto 2018: erano trascorsi solo tre giorni dall'immane sciagura genovese e il ministero delle Infrastrutture aveva già fatto pervenire alle Prefetture l'ordine tassativo di procedere alla mappatura delle strutture. Diktat che arrivò anche sui tavoli della Rocca: «Diteci quanti e quali sono i ponti da mettere in sicurezza nel Sannio».

 

LE PRIORITÀ
Interrogativo dalla risposta non semplice trattandosi di opere datate. Il team del settore Infrastrutture coordinato da Salvatore Minicozzi e formato dal dirigente Michelantonio Panarese e dai funzionari Alessandrina Papa, Angelo De Blasio, Filippo Iadanza, Zosimo Giovanni Maiolo, Nazzareno Mignone, stilò una cartina in soli dieci giorni. I 1.300 chilometri di strade sannite sono solcati da 306 ponti con lunghezza superiore a 5 metri cui si aggiungono i 223 sotto tale soglia. Tutti richiederebbero cure ma in alcuni casi la situazione è davvero al limite. In particolare sono 33 le strutture che formano la «black list». Da essa la Provincia ha pescato le prime dieci opere che da domani saranno affidate agli incarichi di «Esecuzione prove, valutazione della sicurezza e verifica sismica» in assegnazione. L'elenco delle priorità top comprende il ponte sul Fortore lungo la provinciale 52 tra Castelvetere e San Bartolomeo in Galdo, il ponte Tullio sulla strada provinciale 76 al confine tra Cerreto Sannita e Cusano Mutri, il «Maltempo» che collega Solopaca e Frasso Telesino lungo la Provinciale 110. Si interverrà ad horas anche sul celebre «Maria Cristina» all'ingresso di Solopaca, sull'attraversamento dell'Isclero tra Moiano e Pastorano (provinciale 130), così come non è più rinviabile mettere mano al malandato «Jenga» tra Castelpoto e la fondovalle Vitulanese e sul vicino ponte sul Calore tra Benevento e Foglianise (provinciale 153). Chiudono la lista i ponti «Pisciaro» e «Stubolo» in territorio di Ginestra degli Schiavoni e il viadotto sul Calore all'ingresso di Apice sulla provinciale 27.
Queste le prime opere che verranno «visitate» dall'occhio clinico dei tecnici scelti dalla Provincia attraverso l'apposita short list.
Gli incarichi di importo fissato tra i 15.000 e i 20.000 euro consentiranno di avere finalmente una fotografia puntuale e aggiornata delle strutture e di adottare provvedimenti urgenti come la percorribilità a senso unico alternato, limitazioni di carico o, nei casi più gravi, l'interdizione. Nella cifra sono compresi: ispezione visiva, rilievo geometrico, caratterizzazione dei materiali, prove di carico, pulizia. Solo una prima goccia nel mare della sicurezza ma comunque il segno che non ci si vuole consegnare all'immobilismo. Malgrado le difficoltà.
IL PRESIDENTE
«La messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e dei ponti in particolare - dice il presidente della Provincia Antonio Di Maria - è una nostra priorità assoluta. Nelle prossime ore partirà la prima fase dei controlli che però è destinata a restare anche l'ultima se dal Governo non arriveranno risposte concrete. Ho già scritto al ministro Toninelli, farò altrettanto con la nuova titolare del dicastero Paola De Micheli. Mi auguro che si voglia finalmente comprendere la gravità della situazione. Ma soprattutto auspico che si metta mano all'impianto normativo che regola le Province, una autentica aberrazione. Né estinte, né in grado di svolgere a pieno le funzioni per le quali i cittadini chiedono quotidianamente servizi migliori. A chi giova?».
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