Pronto soccorso in tilt per i troppi accessi: sette ambulanze in fila

Si sono moltiplicati gli accessi per malori occasionali e l'aumento dei casi di influenza stagionale

Il pronto soccorso dell'ospedale
Il pronto soccorso dell'ospedale
di Luella De Ciampis
Mercoledì 28 Dicembre 2022, 09:20 - Ultimo agg. 16:28
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Pronto soccorso del Rummo ancora in tilt, a distanza di una settimana dall'ultimo ingorgo di ambulanze, rimaste ferme anche per 4 ore, in attesa di poter sbarellare i pazienti. A mezzogiorno di ieri, erano 6 più la rianimativa delle Croce rossa, i mezzi di soccorso in attesa davanti all'unità di emergenza-urgenza dell'ospedale cittadino a causa del moltiplicarsi degli accessi, legati soprattutto a malori occasionali, all'aumento dei casi di influenza stagionale, cui si è aggiunto un discreto numero di codici rossi e la mancanza di barelle.

Si tratta di una situazione di difficile soluzione sia per le difficoltà logistiche dell'azienda ospedaliera, che per le peculiarità della struttura che è l'unica sul territorio provinciale in cui i sanitari del 118 trasportano pazienti con problemi neurologici e con infarti stemi, vale a dire infarti miocardici gravi, causati da ischemia miocardica acuta, associata a necrosi del miocardio.

Inoltre, a prescindere da qualsiasi altra considerazione, l'affluenza che c'è al pronto soccorso del Rummo non si registra nelle altre strutture. A sottolinearlo, era stata la stessa manager Maria Morgante a metà dicembre, quando era verificato il primo dei tre disservizi registrati. «Il Pronto soccorso aveva detto è in punto di riferimento importante per i cittadini di tutto il territorio che, quotidianamente, vengono curati dal personale medico e paramedico preposto. Stiamo registrando un incremento notevole degli accessi che dà la misura dell'affidabilità della struttura».

Dello stesso avviso è Guido Quici, presidente nazionale Cimo. «Nel periodo invernale dice questi disguidi si verificano con maggiore frequenza per cui bisogna capire se c'è un'equa distribuzione dei pazienti tra gli ospedali presenti nel Sannio oppure se il Rummo è diventato il refugium peccatorum per tutti, indistintamente. Quello che sta accadendo è frutto del taglio dei posti letto che bisogna ripristinare al più presto. È logico che, in mancanza di posti letto, i medici del Pronto soccorso non sanno dove dislocare i pazienti. È bello sognare a occhi aperti sull'istituzione della facoltà di Medicina in città, mentre sarebbe opportuno che si mettesse in atto la proposta che il sindaco Mastella ha fatto il giorno della Festa del medico sannita, mirata a creare sinergia tra i medici del territorio e quelli ospedalieri per trovare soluzioni condivise. In questa fase, è necessario risolvere le criticità del momento». La fila di ambulanze nel parcheggio del Pronto soccorso del Rummo ha suscitato un'ulteriore reazione del deputato FI, Francesco Maria Rubano.

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«Ho nuovamente chiesto e ottenuto scrive in una nota - un incontro con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, per denunciare la grave e preoccupante situazione in cui versa la sanità sannita. L'ultimo fatto grave è accaduto ieri al Rummo, nonostante il management e il personale sanitario si stiano prodigando per limitare i disagi ai pazienti. Tuttavia, occorre un intervento immediato e forte sull'ospedale cittadino e sulla struttura di Sant'Agata de' Goti, ma è anche necessario finanziare il progetto antisismico che interessa l'ospedale di Cerreto Sannita per rafforzarne ulteriormente l'azione socio assistenziale sul territorio. È opportuno che il governatore Vincenzo De Luca agisca subito».

E, intanto, c'è lo spettro dell'autonomia differenziata che rischia di affossare definitivamente la sanità nel Sud. «Con l'autonomia differenziata dice Piernicola Pedicini, parlamentare europeo del gruppo Efa (alleanza libera europea) e segretario del movimento Equità territoriale - il sacrosanto diritto alla salute e alle cure sanitarie sarà sempre più una chimera per chi è nato e risiede nel Mezzogiorno d'Italia. Il sistema sanitario, ridisegnato dalla bozza Calderoli, cancellerebbe di fatto la contrattazione collettiva definita, a livello nazionale, sulla base di accordi tra sindacati dei medici e Governo centrale, consegnando di fatto alle regioni carta bianca su compensi e indennità da erogare ai camici bianchi che operano nelle loro strutture ospedaliere. Dunque, le regioni più ricche potranno permettersi di pagare buste paga più alte».

Intanto, l'obiettivo del comitato Pd Sannio per Bonaccini è quello di portare la spesa sanitaria oltre il 7% del Pil. Il programma, sottoscritto dai coordinatori del comitato Floriana Fioretti e Pasquale Orlando, prevede il superamento del numero chiuso nelle facoltà di Medicina, la valorizzazione e il necessario riconoscimento economico del personale sanitario, gli investimenti sulla medicina del territorio.
 

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