È ufficialmente Antonio Calzone contro Nino Lombardi. E non soltanto perché ieri mattina i vertici del Pd hanno formalizzato alla Rocca la candidatura del 66enne commercialista sindaco di Reino, già consigliere provinciale e presidente della comunità Titerno-Tammaro e dell'Asea, supportata da 171 sottoscrizioni. È già alta anche la temperatura dello scontro politico tra democrat e Noi di Centro, elevata del resto da Clemente Mastella: «Hanno la doppia morale - aveva incalzato il sindaco di Benevento a margine del deposito della nomination di Lombardi - Mi accusano di familismo per la candidatura di mia moglie. Ma nessuno trova nulla da dire se da loro il nipote segretario candida lo zio a presidente della Provincia».
Dapprima una nota della segreteria provinciale ha ricordato come Calzone sia stato «eletto per la prima volta nel 1992 come sindaco» e che «negli anni si è dimostrato amministratore serio, coerente e molto vicino alle necessità dei cittadini, sempre mantenendo ottimi rapporti con i colleghi, alleati e non». È stata poi la presidente provinciale del partito Antonella Pepe a replicare alle contestazioni mastelliane: «Da qui al 28 luglio si parli di cose serie: dalla Diga di Campolattaro al ciclo rifiuti, dalle opportunità del Pnrr alle infrastrutture. Considerato che alle urne si recheranno esclusivamente gli amministratori a causa della riforma incompiuta delle Province, possiamo risparmiarci tranquillamente piazzate, polemiche inutili e tutte le distorsioni figlie di esigenze propagandistiche. Chiederò al candidato, ai dirigenti e agli amministratori di fare altrettanto. Sarebbe utile al Sannio se ciò avvenisse anche dall'altra parte, ma le premesse non sono lusinghiere. Davvero Mastella vuole relegare a una questione di familismo la storia di Antonio Calzone? Pochi amministratori in questa provincia possono vantare un percorso come il suo. Non sono io a dirlo ma i cittadini di Reino che dal 1992 continuano a premiarne impegno e capacità. La testimonianza di un radicamento che gli riconoscono tutti gli amministratori, anche quelli del partito di Mastella che con lui hanno avuto modo di collaborare in questi decenni». E nello specifico della questione candidature, Pepe evidenzia: «Calzone non è stato inventato da nessuno, non è mai stato incluso in liste e listini bloccati, e per le soddisfazioni politiche che è riuscito ad avere deve ringraziare unicamente se stesso e i suoi concittadini. L'unica doppia morale, in questa storia, appartiene a chi da un lato invoca il rispetto delle persone e della diversità delle posizioni, e dall'altro alla prima occasione utile attacca non l'avversario politico ma la persona in quanto tale».
Tirato in ballo direttamente in quanto candidato-zio, Calzone puntualizza: «Ho la tessera di un unico partito, al netto delle sigle, dal 1972.
Nel centrodestra polemiche senza fine. Forza Italia replica a FdI: «Le offese continue e pretestuose che i dirigenti di FdI stanno riservando al commissario di Forza Italia, Francesco Maria Rubano, traducono il livello politico dei personaggi - dice Antonio Mauro - Il centrodestra vanta un unico eletto alla Rocca grazie solo al consenso che Fi guidata da Francesco Rubano ha raccolto tra gli amministratori. Se fosse stato per i consensi del partito di Matera, il centrodestra sarebbe scomparso e la lista di Mastella avrebbe un consigliere provinciale in più. Questo era il vero tentativo di Matera i cui fini sono noti a tutti».