Provincia, il Pd: la doppia morale
è quella di Clemente Mastella

Provincia, il Pd: la doppia morale è quella di Clemente Mastella
di Paolo Bocchino
Domenica 10 Luglio 2022, 11:57
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È ufficialmente Antonio Calzone contro Nino Lombardi. E non soltanto perché ieri mattina i vertici del Pd hanno formalizzato alla Rocca la candidatura del 66enne commercialista sindaco di Reino, già consigliere provinciale e presidente della comunità Titerno-Tammaro e dell'Asea, supportata da 171 sottoscrizioni. È già alta anche la temperatura dello scontro politico tra democrat e Noi di Centro, elevata del resto da Clemente Mastella: «Hanno la doppia morale - aveva incalzato il sindaco di Benevento a margine del deposito della nomination di Lombardi - Mi accusano di familismo per la candidatura di mia moglie. Ma nessuno trova nulla da dire se da loro il nipote segretario candida lo zio a presidente della Provincia».

Dapprima una nota della segreteria provinciale ha ricordato come Calzone sia stato «eletto per la prima volta nel 1992 come sindaco» e che «negli anni si è dimostrato amministratore serio, coerente e molto vicino alle necessità dei cittadini, sempre mantenendo ottimi rapporti con i colleghi, alleati e non». È stata poi la presidente provinciale del partito Antonella Pepe a replicare alle contestazioni mastelliane: «Da qui al 28 luglio si parli di cose serie: dalla Diga di Campolattaro al ciclo rifiuti, dalle opportunità del Pnrr alle infrastrutture. Considerato che alle urne si recheranno esclusivamente gli amministratori a causa della riforma incompiuta delle Province, possiamo risparmiarci tranquillamente piazzate, polemiche inutili e tutte le distorsioni figlie di esigenze propagandistiche. Chiederò al candidato, ai dirigenti e agli amministratori di fare altrettanto. Sarebbe utile al Sannio se ciò avvenisse anche dall'altra parte, ma le premesse non sono lusinghiere. Davvero Mastella vuole relegare a una questione di familismo la storia di Antonio Calzone? Pochi amministratori in questa provincia possono vantare un percorso come il suo. Non sono io a dirlo ma i cittadini di Reino che dal 1992 continuano a premiarne impegno e capacità. La testimonianza di un radicamento che gli riconoscono tutti gli amministratori, anche quelli del partito di Mastella che con lui hanno avuto modo di collaborare in questi decenni». E nello specifico della questione candidature, Pepe evidenzia: «Calzone non è stato inventato da nessuno, non è mai stato incluso in liste e listini bloccati, e per le soddisfazioni politiche che è riuscito ad avere deve ringraziare unicamente se stesso e i suoi concittadini. L'unica doppia morale, in questa storia, appartiene a chi da un lato invoca il rispetto delle persone e della diversità delle posizioni, e dall'altro alla prima occasione utile attacca non l'avversario politico ma la persona in quanto tale».

Tirato in ballo direttamente in quanto candidato-zio, Calzone puntualizza: «Ho la tessera di un unico partito, al netto delle sigle, dal 1972.

Mi sono laureato alla Sapienza con gli stessi docenti di Draghi (l'economista Federico Caffè, ndr). Ho svolto la libera professione prima a Milano e poi nel Sannio. Mi sono pensionato due anni fa da docente. Non ho mai vissuto di politica ma per la politica. Amministro un piccolo comune, e ne sono onorato, ma certo non l'ho mai interpretato come un trampolino di lancio. Ci sono stati momenti nei quali avrei potuto ambire a ruoli di prestigio, lo raccontano le cronache, ma ritengo già molto impegnativo coniugare la professione con l'amministrazione municipale. Pertanto, lascio parlare i fatti e non mi attardo in polemiche. Mi tornano in mente le parole di mia madre, donna di scarsissima scolarizzazione ma assai saggia: Il povero non è soltanto chi ha pochi soldi. Quanto al numero delle firme - conclude Calzone - si tratta di una sterile ostentazione di potere che denota lo spessore di chi la attua».

Nel centrodestra polemiche senza fine. Forza Italia replica a FdI: «Le offese continue e pretestuose che i dirigenti di FdI stanno riservando al commissario di Forza Italia, Francesco Maria Rubano, traducono il livello politico dei personaggi - dice Antonio Mauro - Il centrodestra vanta un unico eletto alla Rocca grazie solo al consenso che Fi guidata da Francesco Rubano ha raccolto tra gli amministratori. Se fosse stato per i consensi del partito di Matera, il centrodestra sarebbe scomparso e la lista di Mastella avrebbe un consigliere provinciale in più. Questo era il vero tentativo di Matera i cui fini sono noti a tutti».
 

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