Scuole e tagli, la rivolta del Fortore: «Deroga alla soglia dei 900 alunni»

Il ridimensionamento è una seria minaccia per le aree interne

Zaccaria Spina
Zaccaria Spina
di Celestino Agostinelli
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 09:29
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Dimensionamento scolastico, anche il Fortore si mobilita contro gli scenari aperti dalla legge di bilancio. I sindaci e i vertici della Comunità montana esprimono una seria preoccupazione circa le implicazioni delle norme che portano a 900 alunni la soglia minima per l'autonomia degli istituti, ritenute devastanti dal punto di vista sociale e demografico. A levare il grido di allarme è l'esecutivo dell'ente montano definendo le disposizioni governative «una seria minaccia per le aree interne e i Comuni come quelli facenti parte dell'ente montano». Si sollecitano quindi Regione Campania, Conferenza Stato-Regioni, Uncem, Upi, Anpci, Anci, nonché la deputazione regionale e nazionale sannita, affinché si adotti «ogni utile iniziativa intesa a confermare la deroga per le aree interne, collinari e montane, circa la soglia minima di alunni per ogni istituto, essendo tali aree più interessate da fenomeni di desertificazione sociale, denatalità e crollo demografico».

Ed è il vice presidente della Comunità del Fortore, Giuseppe Addabbo, sindaco di Molinara, a farsi portavoce dell'ente sottolineando che «così come proposto e formulato, il piano varato dal governo è oltremodo penalizzante per l'organizzazione scolastica, sull'intero territorio nazionale e ancor di più per le aree interne come le nostre del Sud, dal momento che qui sono molto più evidenti spopolamento e desertificazione. È necessario scongiurare, con una presa di coscienza collettiva, questo tentativo di sottrarre anche gli ultimi presìdi aggregativi alle piccole realtà.

La riduzione dei plessi determinerebbe effetti negativi sulla vitalità della collettività locale, di cui la scuola costituisce patrimonio fondamentale».

Il presidente della Comunità montana Zaccaria Spina, che guida anche l'Associazione nazionale piccoli Comuni d'Italia, attraverso quest'ultima ha lanciato un appello al governo affinché sospenda le norme contestate. Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di San Bartolomeo in Galdo Carmine Agostinelli: «Condivido appieno le istanze dell'ente montano. Aggiungo che sarebbe il caso di ripristinare l'attribuzione del punteggio doppio per il servizio prestato in queste aree, sia per la scuola che per la sanità. In questo modo docenti e presidi avrebbero interesse a scegliere le nostre zone come sede di servizio. Discorso analogo varrebbe per i medici». Il malcontento accomuna tutte le fasce tricolori del Fortore. «Il mantenimento delle scuole dice il sindaco di Castelfranco in Miscano Andrea Giallonardo - implica di fatto l'esistenza della stessa comunità. La scuola è la vita pulsante per queste realtà e la loro presenza è un deterrente contro la desertificazione. Per i futuri genitori è importante poter contare sulla presenza di una scuola che garantisca la crescita, la formazione ed il futuro dei figli».

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E mentre il governatore Vincenzo De Luca annuncia l'intenzione di impugnare le norme sul dimensionamento di fronte alla Corte costituzionale, il presidente della Provincia Nino Lombardi fa sapere che «la presidenza del Consiglio dei ministri Dipartimento per gli Affari regionali e per le Autonomie, ha chiesto al ministero dell'Istruzione di approfondire le considerazioni relative al dimensionamento scolastico presentate dalla Provincia di Benevento che aveva contestato il numero di 900 alunni introdotto dalla legge di bilancio per il riconoscimento dell'autonomia». «Finalmente - aggiunge Lombardi - qualcosa si muove. Da dicembre io ed il consiglio provinciale abbiamo chiesto che non fosse introdotta con la legge di bilancio allora in corso d'approvazione la soglia dei 900 alunni; e che ci fosse almeno una distinzione tra scuole delle aree montane e delle aree metropolitane. Nel Sannio, che ha perso migliaia di abitanti dall'inizio del millennio, se non cambia questa improvvida norma, basteranno le dita di una mano per contare le scuole che resteranno autonome. Spero vivamente che si giunga ad un ripensamento: le scuole sono un servizio essenziale per il territorio e per i cittadini».
 

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