Racket in valle Caudina:
assolto finanziere, tre condannati

Racket in valle Caudina: assolto finanziere, tre condannati
di Enrico Marra
Giovedì 14 Febbraio 2019, 11:30
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Quattro assoluzioni e tre condanne al processo con il rito abbreviato svoltosi al Tribunale di Napoli che vede contestate agli imputati alcune estorsioni commesse a San Felice a Cancello e Montesarchio. Un'indagine condotta dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Dda di Napoli che lo scorso aprile portò a una serie di arresti. Ieri sono stati condannati Michele Lettieri, 55 anni, di Pignataro Maggiore a 10 anni, Giovannina Sgambato, 69 anni, di San Felice a Cancello a 8 anni e 8 mesi, Enzo Ruotolo, di 44 anni, di San Felice a Cancello a 8 anni e otto mesi. I tre sono stati difesi dagli avvocati Pietro Romano, Alessandro Barbieri e Mariana Febbraio. Il sannita coinvolto nel procedimento Vincenzo Barbato Iannucci, 44 anni, finanziere di Castelvenere e in servizio a Solopaca, è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Secondo l'accusa avrebbe avvicinato una impresa, la Green Impresit incaricata dal Comune di San Felice a Cancello di eseguire dei lavori pubblici. A quell'appuntamento il finanziere, però, non si era mai presentato. Tra l'altro su istanza del suo legale Antonio Leone era stato scarcerato dal Tribunale del riesame per carenza di indizi di colpevolezza. Assolti anche Vincenzo D'Onofrio, 51 anni, di Airola, Orazio De Paola, 57 anni di San Martino Valle Caudina, e Nicola Panella, 55 anni, di Montesarchio che sono difesi da Pierluigi Pugliese, Mario Cecere, Vittorio Fucci, Fiorita Luciano e Dario Vannetiello.
 
Il pm della Dda Luigi Landolfi in una precedente udienza aveva chiesto per Vincenzo Barbato Iannucci una condanna a 10 anni, 18 anni per Giovannina Sgambato, 12 anni per Enzo Ruotolo e 18 anni per Michele Lettieri. L'assoluzione era stata invece chiesta per Vincenzo D'Onofrio, Orazio De Paola, Nicola Panella. In questo procedimento, invece, hanno scelto il rito ordinario Domenico Servodio, 39 anni, di Rotondi, mentre è stata stralciata la posizione di Vincenzo Carfora, 49 anni, di Forchia, ritenuto incapace di stare in giudizio. Un altro imputato è deceduto.

Le indagini coordinate dalla Dda di Napoli e svolte dai carabinieri e dalla Guardia di finanza avevano ricostruito i rapporti tra clan che stavano per generare una guerra a San Felice a Cancello se non fosse stata sancita una pace apparente che metteva d'accordo tutti. Tra gli altri, tre gli episodi estorsivi contestati dall'accusa. Il primo alla Green Impresit. E poi ai danni di un negozio di elettronica e computer e a una concessionaria di moto. Denaro ma anche telefoni cellulari e tablet intascati dal gruppo camorristico come tangente. Al negozio di via Nazionale Appia, secondo l'accusa Enzo Ruotolo e Michele Lettieri imposero il regalo del tablet Alcatel 8 del valore di 150 euro e di due telefonini cellulari Samsung. Sempre secondo l'accusa fu Michele Lettieri a imporre al titolare del negozio di dare i telefonini.
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