Rifiuti a Benevento, stoccaggio
all'Asi: protesta del Consorzio

Rifiuti a Benevento, stoccaggio all'Asi: protesta del Consorzio
di Paolo Bocchino
Sabato 19 Giugno 2021, 08:52 - Ultimo agg. 10:28
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Migliaia di tonnellate di rifiuti da stoccare in zona Asi, ma l'Asi non ne sa nulla. Almeno ufficialmente. È il paradosso che il Consorzio industriale di Ponte Valentino farà rilevare formalmente lunedì alla Regione in merito alla procedura avviata dalla Seif srl per il «Riesame con valenza di rinnovo della Autorizzazione integrata ambientale» della piattaforma di stoccaggio di materiali pericolosi e non in zona Z5. L'iter è partito il 31 maggio con la richiesta avanzata dalla ditta proponente presso l'ufficio Valutazioni ambientali della Regione. La dirigente dell'ufficio Simona Brancaccio ha comunicato formalmente il 7 giugno l'avvio del procedimento agli enti interessati. Sono scattati così i 30 giorni di rito per la presentazione delle osservazioni. In elenco figurano: Comune di Benevento, Arpac, Provincia, Ente idrico campano, Distretto idrografico dell'Appennino Meridionale, Asl, comando provinciale dei vigili del fuoco. Una lista corposa, con un assente eccellente e a prima vista sorprendente: «A noi non è stata trasmessa alcuna comunicazione - dice il presidente del Consorzio Asi Luigi Barone - Non comprendiamo come sia possibile che tale richiesta non sia stata inoltrata anche all'ente all'interno del quale dovrebbero in teoria svolgersi le attività ipotizzate». Attività di non poco rilievo.


L'azienda proponente infatti punta a stoccare nel sito 225.000 tonnellate l'anno di scarti, delle quali 100.000 di rifiuti pericolosi e 125.000 non pericolosi.

I materiali dovranno essere depositati per l'80 per cento del totale in appositi cassoni, mentre il restante venti potrà essere sversato in cumuli dall'altezza massima di 5 metri. Tra le frazioni citate nella richiesta di autorizzazione figurano prodotti di scarto delle attività di verniciatura, morchie di serbatoi, olii minerali e sintetici per motori, toner, fanghi di lavorazione, solventi, acidi, pesticidi, apparecchiature fuori uso contenenti amianto, batterie al piombo, scarti dell'edilizia, prodotti farmaceutici. Tutte frazioni che vanno sotto la definizione di legge dei «rifiuti pericolosi». Significativa è poi la quota di rifiuti organici che si prevede di ricevere: 21.000 tonnellate l'anno e 70 al giorno (su 300 giorni lavorativi). Tale ipotesi accrescerebbe esponenzialmente i quantitativi contemplati dalla precedente autorizzazione rilasciata alla Seif dalla Regione il 30 dicembre 2010. Dalle sole 10 tonnellate di scarti umidi, derivanti perlopiù dalle attività collaterali alla movimentazione delle altre frazioni, si passerebbe a 21.000. Un incremento monstre che, data la delicatezza della materia trattata, non può che far drizzare le antenne al Consorzio. E del resto l'ente di Ponte Valentino si era già opposto a tale ipotesi nel settembre 2019 attraverso il diniego formalizzato dal direttivo Asi su analoga proposta della Seif.

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La società proponente spiega il nuovo tentativo di via libera affermando che «la richiesta di riesame con valenza di rinnovo e modifica non sostanziale non può in alcun modo essere confusa con un incremento quantitativo di alcuna tipologia di rifiuti, bensì è un autodecremento delle tipologie e un'autoregolamentazione quantitativa riferita a tutte le tipologie dei rifiuti che si intendono proseguire a gestire». «La richiesta - aggiunge Seif nella istanza - prevede la rinuncia a 449 tipologie di rifiuti, al fine di meglio razionalizzare il funzionamento dell'impianto, e precisa le quantità minime e massime di gestione dei rifiuti di tutte le tipologie che si intendono continuare a gestire, nel rispetto del quantitativo complessivo autorizzato». Ma il Consorzio Asi in proposito ribadisce quanto deliberato a febbraio, quando il direttivo guidato da Barone varò il Regolamento che disciplina le attività autorizzabili: «L'articolo 11 di quel documento spiega con chiarezza quali frazioni di materia sono autorizzabili e quali non - ricorda Barone - Ci siamo espressi in tal senso anche a proposito del biodigestore con inceneritore di Energreen, dichiarandoci contrari dopo lo studio di compatibilità dell'Unisannio». Timide le reazioni degli altri enti: «La Provincia confermerà coerenza con la impostazione programmatica di tutela del territorio, e non intende derogare da tale linea», anticipa il presidente Antonio Di Maria. Nessuna presa di posizione al momento dal Comune.
 

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