Benevento: Asia, proteste e scontro
sul bando: i lavoratori si incatenano

Benevento: Asia, proteste e scontro sul bando: i lavoratori si incatenano
di Paolo Bocchino
Mercoledì 20 Novembre 2019, 09:05
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Vigili del fuoco in assetto da salvataggio, forze dell'ordine schierate in gran numero, traffico impazzito malgrado l'impegno della polizia municipale, attività commerciali costrette a chiudere per ore. E la ressa, immancabile, di cronisti e telecamere. Scenario da evento eccezionale che invece è ormai diventata prassi quando i protagonisti della vicenda sono gli operatori ex Consorzi rifiuti che ieri mattina hanno messo in atto un nuovo capitolo della loro interminabile vertenza. Una delegazione di lavoratori ha occupato di buon'ora la sede amministrativa dell'Asia in via delle Puglie affidando agli habituèe dell'arrampicata al davanzale Vincenzo Ulano e Antonio De Ianni il compito di scavalcare la ringhiera. Inevitabili le fibrillazioni che hanno fatto scattare la macchina dell'allerta: dopo qualche minuto il tendone rosso dei vigili del fuoco si era già gonfiato a protezione di eventuali gesti inconsulti o sinistri accidentali, fin quasi a lambire i dimostranti incatenatisi alla ringhiera al primo piano. Un exploit che del resto era nell'aria dopo gli infruttuosi approcci tentati nei giorni scorsi dai disoccupati nei confronti dei vertici Asia sul bando per l'assunzione di 53 unità prossimo alla pubblicazione dopo l'anteprima degli avvisi per 2 posti da amministrativo.

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Vano è risultato anche il blitz di ieri che mirava a ottenere un faccia a faccia risolutivo con l'amministratore unico Donato Madaro dopo l'infausto precedente in Confindustria. Il numero uno della municipalizzata non era in sede e la circostanza ha fatto alzare il livello della tensione. Dopo un estenuante braccio di ferro con il dirigente Asia Gino Mazza nelle vesti di mediatore e l'arrivo del segretario regionale del sindacato Filas Domenico Merolla, gli operatori hanno ottenuto un colloquio telefonico con Madaro. Un breve ma deciso scambio di battute che ha chiarito una volta di più il totale dissenso dei lavoratori nei confronti dell'iter seguito dall'azienda per la stesura del maxi bando. Troppo selettivi sarebbero i criteri che finirebbero per impedire di fatto il riassorbimento della gran parte delle maestranze ferme dal 2010. Il nodo patenti resta lo scoglio sul quale si è fin qui arenata ogni intesa. Requisiti che comporterebbero in alcuni casi esborsi economici insostenibili per persone inoccupate da anni, in altri ingiustificati ostacoli che non si comprendono alla luce del modesto profilo di qualificazione richiesto (addetti allo spazzamento). Pur ribadendo in toto le ragioni aziendali, Madaro ha acconsentito a incontrare una delegazione lunedì in sede. Fin a quel momento il bando da 53 posti non vedrà la luce secondo quanto annunciato dagli autori della protesta. «Abbiamo ottenuto lo stop del bando da parte dell'Asia - dice Merolla - Del resto la legge è chiara: non si possono pretendere dai lavoratori profili superiori da quelli espressamente previsti dalle norme applicate in tutto il Paese. Richiedere la patente anche al netturbino non ha giustificazione. Ci sono comunque i margini per raggiungere un accordo e noi non siamo per la protesta sterile. Ci auguriamo che prevalga il buon senso da parte di tutti».

Interpretazione dei fatti che non collima però esattamente con quella fornita da Donato Madaro: «Non c'è stata alcuna sospensione dei bandi. Quelli già pubblicati infatti decorrono naturalmente fino a scadenza mentre quello in pubblicazione non è ancora pronto. Procederemo appena lo avremo ultimato. Sbaglia chi vuole interpretare la ulteriore disponibilità al confronto da parte nostra come una resa a metodi di protesta che non condivido affatto».
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