Rifiuti, l'ira dei sindacati: «Un tavolo di confronto per tutelare gli addetti»

Lo stallo sul passaggio Provincia-Ato mette a rischio il personale della società

La raccolta dei rifiuti a Benevento
La raccolta dei rifiuti a Benevento
di Antonio Martone
Domenica 12 Marzo 2023, 10:53 - Ultimo agg. 16 Marzo, 19:11
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Le segreterie sindacali provinciali confederali e di categoria Cgil, Cisl e Uil preannunciano una primavera di battaglia con l'apertura di una nuova vertenza sul ciclo rifiuti nel Sannio.

La triade punta alla convocazione urgente di un tavolo e ad un coinvolgimento per le decisioni legate alla gestione futura, lamentandosi per il fatto che nelle ultime settimane per ben due volte avevano formalizzato una richiesta di incontro che non ha avuto risposta. I destinatari dell'invito erano il presidente della Provincia Nino Lombardi, il presidente dell'Ato Rifiuti Pasquale Iacovella, il responsabile tecnico dell'Ato Massimo Romito, l'amministratore unico della Samte Domenico Mauro e, per conoscenza, il prefetto di Benevento Carlo Torlontano ed il vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.

«Al di là delle richieste inevase formulate nell'ultimo periodo - dice il segretario provinciale della Cgil Luciano Valle - è da diversi mesi che stiamo chiedendo un nostro coinvolgimento nel processo del ciclo dei rifiuti.

Innanzitutto perché siamo impegnati nella salvaguardia dei posti di lavoro che è una prerogativa sindacale, ma anche perché tra i nostri compiti rientra pure quello di verificare costi e spese che eventuali scelte andrebbero a incidere sulla collettività a livello di tassazione. Con forza chiediamo di sapere anche questo, visto che il discorso sociale e di qualità della vita non è avulso da quello che è il nostro preciso compito. La nostra missione a favore dei lavoratori, pensionati e della comunità in genere riguarda anche, lo ribadisco, questi aspetti».

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La mobilitazione si lega ai timori legati ad una privatizzazione che potrebbe avere conseguenze sull'occupazione. «La convocazione di un tavolo sindacale è necessaria - si legge - dopo le varie informazioni apprese a mezzo stampa, circa le intenzioni di spacchettare l'indotto, offrendo parte della gestione ai privati. A farne le spese, come sempre, sono i lavoratori e le lavoratrici che, seppur direttamente impegnati e destinatari di eventuali scelte politiche calate dall'alto, vengono intenzionalmente lasciati ai margini del processo decisionale provocando così uno stato di incertezza, inquietudine e malcontento nei confronti di coloro che, in realtà, sono i veri protagonisti della raccolta dei rifiuti: i lavoratori. Devolvere ai privati un servizio che spetta, di norma, ad una pubblica azienda già costituita e, per di più, recentemente emersa dalla fase debitoria come la Samte, significa gettare al macero anni di sacrifici - continuano i sindacati - tesi a rimettere in moto questa stessa azienda svilendone la missione originaria, atteso che anche le maestranze provenienti dallo Stir di Casalduni, in attesa dei lavori di completamento, possono essere impiegate per un tipo di economia circolare interamente gestito dal pubblico, garantendo qualità dei servizi e scongiurando i potenziali aumenti tariffari normalmente impressi dall'imprenditoria privata. Queste le ragioni che muovono in maniera unitaria l'azione sindacale, la stessa unità di intenti che manca in tutta evidenza nella politica istituzionale e di governo del settore in evidente stato di confusione, per cui - concludono Cgil, Cisl e Uil - l'apertura di un tavolo di confronto sarebbe utile a chiarire le idee».

Sono 32 i dipendenti della Samte e per loro, ma non solo, c'è una situazione di incertezza. Il responsabile tecnico dell'Ato rifiuti Massimo Romito, però, ha provveduto a smentire in maniera categorica l'ipotesi della privatizzazione. «Non è assolutamente vero. La notizia della privatizzazione probabilmente è stata messa artatamente in giro da personaggi che evidentemente hanno altri scopi. Garantisco che è totalmente falsa e senza alcun fondamento. Le ipotesi, quelle vere, invece sono due. La prima sarebbe quella di rilevare la Samte e quindi ci sarebbe la continuità lavorativa senza tagli per il personale, la seconda è quella di creare una società ex novo, ma sempre con capitale totalmente pubblico. Infine, confermo che come Ato Rifiuti siamo disponibili a incontrarci con i sindacati, ma non spetta a noi convocarli».
 

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