Rincari, scatta l'allarme:
«Ora rischio incompiute»

Rincari, scatta l'allarme: «Ora rischio incompiute»
di Paolo Bocchino
Mercoledì 2 Novembre 2022, 08:39 - Ultimo agg. 3 Novembre, 15:53
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Opere per 100 milioni che stanno per partire ma rischiano di restare incompiute. Infrastrutture attese da decenni, fondamentali per dare ossigeno a territori sempre più preda della drammatica desertificazione demografica. A lanciare l'allarme è il presidente della Provincia Nino Lombardi: «Dopo una lunghissima gestazione, nei prossimi giorni daremo finalmente il via ai cantieri della Fondovalle Isclero per 9 milioni di euro e dell'istituto scolastico Telesia per 4 milioni. Inoltre stanno per essere bandite le gare d'appalto per la Fondovalle Vitulanese, con un importo a base d'asta di 45 milioni e 560mila euro, e per il primo tratto della Foiano Valfortore-Statale 90 bis per un importo di 37 milioni e 300mila euro. Opere per un valore complessivo molto vicino ai 100 milioni di euro, tutte di importanza cruciale per l'intera provincia e in particolare per i territori attraversati che da anni ne invocano la realizzazione. È giusto esserne soddisfatti, ma avverto al contempo il senso di responsabilità di dire con chiarezza che alle attuali condizioni, queste opere partiranno senza avere alcuna certezza di poterle completare. Gli extracosti derivanti dall'impennata dei prezzi delle materie prime vanno oltre le stime probabilmente troppo ottimistiche fatte dai tecnici degli enti sovraordinati». Lombardi, infatti, rileva che «il 20 per cento di aumento previsto dalla Regione ad esempio non basterà per portare a termine le opere che ci accingiamo a cantierare. La nostra struttura tecnica ha prospettato un aggravio nell'ordine del 35 o anche 40 per cento. Il che, senza una adeguata assunzione di consapevolezza, equivarrebbe a lasciare le opere incompiute. Cosa grave se si tratta di una strada, impensabile nel caso di una scuola». 

Un rischio tutt'altro che teorico.

Oltre ai quattro maxi interventi elencati da Lombardi, nell'arco del prossimo anno sono in calendario ulteriori cantieri di grande importanza. Due in particolare attengono proprio al comparto cruciale dell'edilizia scolastica: la demolizione e ricostruzione dei plessi di piazza Risorgimento degli istituti Alberti e Galilei-Vetrone, opere già destinatarie da tempo di un corposo finanziamento regionale di 13 milioni (6.455.164,52 euro per l'Alberti e 6.474.869,09 per il Galilei-Vetrone). Strutture che ospitano centinaia di studenti e che dunque non potranno permettersi il lusso di essere avviate senza la garanzia di arrivare al traguardo compiutamente. E a seguire ci sarà da fare identico ragionamento per altri plessi, vedi lo scientifico di via Santa Colomba, che hanno bisogno urgente di cure. 

La Provincia sta portando avanti l'attività di reperimento di sedi alternative per poter assicurare la continuità didattica a lavori in corso, ma le soluzioni di ripiego non potranno protrarsi all'infinito, come hanno già messo in chiaro nero su bianco le rispettive comunità scolastiche. Alberti e Galilei-Vetrone vogliono tornare in piazza Risorgimento, e accetterebbero il paventato piano B del Calandra, in via di cessione dall'Unisannio alla Provincia, soltanto per un lasso di tempo contingentato. L'eventualità di uno stop per carenza di risorse, evidentemente, andrebbe in senso opposto a tali rivendicazioni, creando il caos per oltre mille tra studenti e operatori scolastici. 

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E dunque: che fare per scongiurare il pericolo che si affaccia all'orizzonte? «Non voglio creare allarmismi né fasciarmi la testa prima di essermela rotta - puntualizza Lombardi - ma ritengo doveroso mettere in chiaro per tempo a cosa andremmo incontro se non interverranno misure adeguate. Mi auguro che il quadro internazionale possa evolvere favorevolmente quanto prima e che la curva dei costi assuma finalmente una parabola più umana. Ma se le cose dovessero proseguire su questi binari, o persino peggiorare, ritengo che il Governo, la Regione e quanti hanno la possibilità di intervenire, dovranno farlo al più presto. Solleveremo la questione anche presso l'Unione delle Province e altri organismi associazionistici delle istituzioni locali, perché alla fine i problemi concreti li toccano con mano i territori. Troppe volte - conclude amaro Lombardi - si ha la sensazione che da Roma non si riescano a mettere a fuoco adeguatamente le realtà locali».

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