Meno prestiti dalle banche, chiudono sempre più negozi

Nel Sannio erogati 16 milioni in meno a piccole e medie imprese

Negozi a Benevento
Negozi a Benevento
di Domenico Zampelli
Lunedì 20 Marzo 2023, 09:29
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Stanno chiudendo i rubinetti del credito in provincia di Benevento, crescono le difficoltà per piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi. Lo rivela una ricerca condotta dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha calcolato l'evoluzione dello stock dei prestiti alle piccole e micro imprese erogati in Italia fra il 2021 ed il 2022.

Scoprendo così che il Sannio ha una delle peggiori performance in Italia: il calo dei prestiti fra 2021 e 2022 ha toccato i 16 milioni di euro (da 271 a 255 milioni) facendo registrare una percentuale superiore al 6%, il triplo rispetto media regionale (1,9%), superiore anche a quella nazionale, che si attesta al 4,3%. Guardando alla Campania, va male anche a Salerno, dove i prestiti sono scesi di 45 milioni (da 1.571 a 1.526 milioni), mentre a Napoli l'importo negativo è naturalmente maggiore (34 milioni e mezzo, determinati dal passaggio da 2.738 a 2703 milioni) ma in termini percentuali va meglio rispetto a Benevento (-1,26%). La provincia di Caserta conta invece 12 milioni di euro in meno (da 713 a 701, percentuale dell'1,66%).

Meglio di tutti si trova l'Irpinia, dove il calo dei prestiti fatto registrare si è limitato a 3 milioni di euro (da 409 a 406, meno dell'1%), facendo registrare il decimo posto in Italia sul fronte della stabilità creditizia.

Come può leggersi il dato sannita e quali possono essere le socioripercussioni? Lo studio della Cgia Mestre evidenzia come, purtroppo, tante micro realtà, tradizionalmente sottocapitalizzate e a corto di liquidità, da tempo non sono più appetibili commercialmente dal sistema bancario. L'effetto è stato quello di diminuire in misura significativamente preoccupante il numero delle botteghe e dei negozi di prossimità. Una scia di chiusure iniziata molto tempo fa che, purtroppo, si sta ritorcendo contro le famiglie, che vedono peggiorare la qualità della vita dei luoghi in cui risiedono.

D'altro canto gli istituti di credito, spiega la Cgia, hanno subito molte restrizioni imposte dalla Banca Centrale Europea in materia di erogazione del credito. Questi vincoli hanno aumentato enormemente la soglia del merito creditizio, «allontanando» tantissimi piccoli imprenditori dai canali ufficiali di approvvigionamento della liquidità. E se manca la liquidità si rischia di cadere nella morsa dell'usura, oppure se si riesce ad avvertirne il pericolo e ci si allontana si devono chiudere i battenti dichiarando fallimento.

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L'Ufficio studi Cgia ha misurato anche la profondità del morso dell'inflazione da queste parti, calcolando che questi due anni di inflazione record porteranno un taglio al valore dei depositi che inciderà in media per 6mila euro a famiglia. Come si è giunti a questo risultato? L'ipotesi di partenza, abbastanza ottimistica, prevede che i 4,7 miliardi di euro presenti nei conti correnti bancari delle famiglie sannite non abbiano registrato alcuna variazione nell'arco temporale preso in considerazione. Quindi, dopo aver stimato che nel biennio 2022-2023 l'inflazione crescerà di quasi il 15 per cento (+8,1 l'anno scorso e +6,1 quest'anno), Cgia Mestre ha calcolato la perdita di potere d'acquisto dei nostri risparmi. L'esito emerso da questa elaborazione configura una sorta di patrimoniale virtuale da 684 milioni di euro, che per ogni singolo nucleo familiare "costerà" mediamente 6.108 euro. Un po' meno della media nazionale, che si attesta a 6.338 euro, molto di più invece rispetto alla media regionale, che si ferma a 5.493 euro. A determinare il risultato è il livello dell'inflazione sannita, che si è mantenuta e si mantiene più alta rispetto alle altre province della Campania.
 

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