Saldi a Benevento, shopping sotto tono:
«Clienti pochi e timorosi, c'è incertezza»

Saldi a Benevento, shopping sotto tono: «Clienti pochi e timorosi, c'è incertezza»
di Paolo Bocchino
Martedì 12 Gennaio 2021, 09:11 - Ultimo agg. 13:28
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Più disillusione che delusione sul volto dei commercianti. L'avvio della stagione invernale dei saldi si è rivelato in linea con le peggiori previsioni della categoria. Pochissime presenze ieri mattina davanti alle vetrine città. Qualche piccolo segnale in più nel pomeriggio, ma il rituale inizio delle vendite a prezzi scontati è passato senza lasciare tracce di rilievo nelle casse degli esercenti. In particolare in quelle dei titolari di negozi di abbigliamento, tradizionali protagonisti della ricorrenza commerciale che però già da tempo ha perso un po' dello storico appeal. «Gli sconti li pratichiamo tutto l'anno, senza attendere che scatti una particolare data sul calendario - commenta Antonio Wilson -. Pertanto quella di oggi (ieri, ndr) per noi è una giornata come le altre. I nostri clienti abituali tornano a trovarci fortunatamente con regolarità, segno che lavorare con onestà 365 giorni l'anno è la ricetta più efficace. È chiaro che abbiamo subito, come tutti, perdite rilevanti. Ma sono ottimista e tendo a essere soddisfatto anche con incassi non faraonici». Bilanci in negativo un po' ovunque. Corso Garibaldi è il termometro più probante della crisi: «Sono qui a sbrigare adempimenti amministrativi, negli anni scorsi sarebbe stato inimmaginabile nella giornata d'esordio dei saldi - testimonia Angelo Formato di Officine fuori corso -. Il confronto con il primo giorno di saldi del 2019 è imbarazzante. Le persone probabilmente hanno paura di muoversi anche quando possono farlo, e la lunga permanenza forzata in casa nei mesi scorsi ha acuito la tendenza a cercare su internet ciò che prima erano soliti trovare negli store fisici».

Neanche la lunga finestra di zona gialla che dovrebbe durare almeno fino a venerdì sembra incentivare la mobilità del «popolo dei saldi».

E la débacle non risparmia marchi di assoluto prestigio: «Il paragone con lo scorso anno è improponibile - rivela Giovanni Pesiri del punto vendita Timberland -. Si nota a occhio che le persone in giro sono pochissime e ancor meno quelle che entrano nei negozi. È un problema che viene da lontano e non si può attribuire esclusivamente alla pandemia, che ha aggravato del quadro già pesante. I saldi non potevano mutare completamente lo scenario, ma devo dire che siamo andati peggio delle pur negative previsioni». Non mancano i tradizionali claim occhieggianti dalle vetrine con sconti che vanno dal 30 al 70%. 

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Tentativi di calamitare i pochi passanti destinati a restare perlopiù infruttuosi: «Purtroppo è andata esattamente come avevo pronosticato - chiosa il numero uno di Confesercenti e titolare di Ariston Gianluca Alviggi -. Non poteva essere una data fissata sul calendario a cambiarci la vita. Farebbero bene a riflettere le istituzioni che hanno impiegato settimane a stabilire questa data come se fosse una decisione di vitale importanza. Abbiamo sempre saputo che non lo era. Piuttosto si faccia in modo di dare qualche certezza alle persone. Altrimenti accade ciò che abbiamo visto oggi (ieri, ndr): si rinuncia a uscire anche quando si potrebbe». Stefania Lombardi di «Stella Boutique» indica una delle cause principali della paralisi del settore moda: «Le restrizioni alla mobilità e agli eventi hanno inibito all'origine il circuito virtuoso. A chi verrebbe in mente di acquistare ora nuovi capi se sa di doverli tenere nell'armadio per molti mesi ancora?». Riscontri analoghi nelle parole di Elisa Manganiello di «Civico 78», rivendita di abbigliamento per uomo e donna: «I saldi ormai li pratichiamo tutto l'anno e non ci attendevamo grossi risultati dalla prima giornata. Si naviga a vista e proviamo a resistere sperando in una svolta che tarda ad arrivare».

Da segnalare la notevole presenza di persone d'ogni età nei gazebo riscaldati dei bar lungo corso Garibaldi. La prova, forse, che la voglia di socializzare non è ancora del tutto perduta.
 

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