Morte della piccola Maria,
lacune anche per i vetrini

Morte della piccola Maria, lacune anche per i vetrini
di Enrico Marra
Venerdì 12 Luglio 2019, 10:08
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«Aspettiamo che i periti comunichino l'assenza dei reperti riguardante gli organi interni di Maria e poi ufficializzeremo la denuncia come abbiamo annunciato». Cosi l'avvocato Fabrizio Gallo che difende i genitori di Maria, la bambina romena di 10 anni trovata morta nel giugno del 2016 nella piscina di un casale di San Salvatore Telesino. Gallo in precedenza era stato testuale: «La nuova autopsia effettuata sul corpo di Maria ha fatto emergere che mancano alcuni degli organi interni, chiediamo chiarezza». Ora aggiunge che «al vaglio dei periti non vi sono neppure i vetrini ricavati dall'esame degli organi interni in occasione della prima autopsia». 

 

Ma chiaramente spetterà ai periti che hanno avuto l'incarico dell'autopsia bis, i medici legali Cristoforo Pomara e Francesco Sessa, a relazionare alla Procura sull'eventuale assenza di reperti. Soltanto in questo caso partiranno le indagini della Procura e quindi anche la formalizzazione della denuncia da parte di Gallo. I periti hanno già esaminato una cinquantina di vetrini e, dopo la riesumazione del corpo avvenuto la settimana scorsa al cimitero di San Salvatore, hanno effettuato l'esame autoptico presso l'ospedale di Foggia. Inoltre sono in corso gli accertamenti su alcuni indumenti sequestrati dopo il ritrovamento del corpo, in pratica un pantalone di Daniel Ciocan, romeno di 22 anni, uno degli indagati unitamente ai genitori della bambina, i coniugi Marius e Elena Ungureanu, e una maglietta e un pantaloncino della bambina.

Intanto, l'avvocato Salvatore Verrillo che con il medico legale Fernando Panarese, assiste Daniel Ciocan, di fronte alla presa di posizione del collega Gallo, che assiste i genitori del bambina unitamente alla criminologa Roberta Bruzzone, fa presente che «questa denuncia sulla mancanza di alcuni reperti sarebbe stato più opportuno formularla in sede di incidente probatorio, che ha visto un'udienza svolgersi lo scorso 9 luglio, quindi di recente. Inoltre c'è da precisare che l'avvocato Gallo ha affermato nelle sue dichiarazioni che nella prima autopsia si sosteneva che la bambina era stata violentata e poi uccisa. Invece in quella relazione redatta dai periti si affermava che si trattava di una morte asfittica per annegamento. Nessun riferimento testuale all'omicidio».
In queste ore si ricostruisce anche l'iter che ha caratterizzato la prima autopsia effettuata da Claudio Buccelli e Monica Fonzo, presso la sala mortuaria dell'ospedale «Rummo». In quella occasione l'esame degli organi interni fu affidato a un anatomo patologo, che avrebbe dovuto conservare i resti in formalina per un periodo di dieci anni, salvo diversa intesa. Ora gli attuali periti impegnati nell'autopsia bis verificheranno se tutto ciò è avvenuto e riferiranno alla Procura e al gip Giuliana Giuliano che sovrintende a questo incidente probatorio.
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