Nel Sannio ambulanze senza medici, sindaci in rivolta

Da giugno sei ambulanze su 10 saranno con solo personale infermieristico

Il pronto soccorso dell'ospedale Rummo di Benevento
Il pronto soccorso dell'ospedale Rummo di Benevento
Lunedì 24 Aprile 2023, 10:40
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Daranno battaglia i sindaci e le comunità per le quali è prevista la demedicalizzazione delle ambulanze del 118 e non si fermeranno fino a quando l'Asl non fornirà risposte chiare su quanto accadrà nell'arco di poco più di un mese. A scendere in campo, nelle ultime ore, sono stati Fabio Massimo Romano e Luigino Ciarlo, rispettivamente sindaci di San Salvatore Telesino e Morcone.
«Rispetto all'ipotesi di demedicalizzazione - dice Romano - del presidio 118 di San Salvatore, ho già chiesto la convocazione del Comitato di controllo dell'azienda sanitaria locale. Rispetto a un'ipotesi del genere, in qualità di sindaco e di massima autorità sanitaria cittadina, in perfetta sintonia con l'amministrazione comunale che rappresento, esprimo ferma contrarietà». A suo avviso, «la presenza di un medico a bordo dell'ambulanza è un requisito fondamentale per rispondere in modo tempestivo alle emergenze. Senza nulla togliere alle professionalità che opererebbero in assenza del medico, ci sarebbe, comunque, una dilatazione dei tempi di risposta nella diagnosi, nella stabilizzazione del paziente e nella scelta della necessaria terapia. Ben sappiamo come il tempismo, in determinate circostanze, sia fondamentale al fine di salvare vite umane. Inoltre, questo ulteriore depauperamento di prestazioni sanitarie si inquadra in un contesto territoriale che è già di per sé carente e difficile. Il Pronto soccorso dell'ospedale "Sant'Alfonso Maria de' Liguori" funziona a scartamento ridotto, mentre quello del "Rummo", nonostante i grandi sforzi di chi presta servizio nella struttura, è in costante affanno, per l'annosa carenza di personale. Per questo è incomprensibile una riduzione delle prestazioni del servizio 118 che, al contrario, dovrebbe essere potenziato».
Ancora più netta la posizione di Ciarlo, sindaco di Morcone: «Se non avremo risposte esaustive e informazioni precise dall'Asl, ci sarà una rivolta delle comunità. Il livello di preoccupazione è estremamente elevato perché per le nostre aree, soprattutto quelle dell'Alto SannioFortore, che hanno un'estensione di oltre 800 chilometri quadrati e sono lontane dalle strutture ospedaliere del capoluogo, il servizio 118 rappresenta una sicurezza e un'ancora di salvezza in caso di emergenze. A noi serve sapere con certezza cosa accadrebbe se si verificassero emergenze gravi e come si farebbe a tamponarle senza l'attività che svolgono quotidianamente i medici del Saut. Il coinvolgimento riguarda tutti comuni dell'Alto Sannio che vengono opportunamente coperti dal servizio svolto dal 118 di Morcone».


Sono 6 su 10, intanto, le ambulanze che non avranno più il medico a bordo, con una maggiore incidenza nelle sedi distrettuali della valle Telesina, dove la demedicalizzazione riguarda i Saut di Cerreto Sannita e San Salvatore Telesino, e dell'Alto Sannio-Fortore, dove rimarranno senza medico i mezzi di soccorso di San Bartolomeo in Galdo e Morcone. Secondo quanto è emerso da fonti Asl, la riduzione dei medici sulle ambulanze del 118 sarà compensata dalla presenza di personale infermieristico, che farà una prima diagnosi in collegamento telefonico con i medici della centrale operativa di Benevento. Il nuovo programma delineato dall'Asl, che dovrebbe diventare operativo dagli inizi di giugno, è stato già illustrato alle organizzazioni sindacali ma non è stato ancora sottoposto al parere del Consiglio dei sanitari, del Collegio di direzione e della Conferenza dei sindaci, organismo rappresentativo delle autonomie locali, con funzioni di indirizzo e di controllo sull'attività sociosanitaria e di partecipazione alla programmazione di una parte delle attività dell'Asl.
 

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