Pastore pedofilo ucciso nel Sannio,
caccia ai killer venuti da fuori

Pastore pedofilo ucciso nel Sannio, caccia ai killer venuti da fuori
di Enrico Marra
Martedì 24 Luglio 2018, 11:11
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Non si tralascia nessuna pista avevano detto gli inquirenti sin dai primi momenti successivi all'omicidio di Giuseppe Matarazzo. E in queste ore lo ribadiscono, aggiungendo che non va inseguito solo un possibile unico movente, magari quello che sembra il più probabile, perché si rischia poi di non giungere alla identificazione degli autori del delitto. Un lavoro imponente quello che stanno portando avanti carabinieri e Procura, ma che finora non ha dato certezze ma solo indizi in attesa di conferme. Il tutto è finalizzato a identificare quei due killer che giunti in auto a Frasso Telesino hanno ucciso con tre colpi di pistola Matarazzo, 45 anni, da un mese tornato in libertà dopo una detenzione di otto anni in carcere, inflittagli per una violenza su una minore.

Il punto fermo di questa indagine è che gli autori dell'omicidio non erano del posto. Non solo perché hanno agito a viso scoperto, ma anche per il loro atteggiamento. Si sono avvicinati alla vittima per chiedere un'informazione sulla strada da percorrere, e Giuseppe Matarazzo si è prodigato a dar loro delle indicazioni avendo ritenuto che si trattava realmente di persone in difficoltà appunto estranee a quei luoghi periferici. In caso contrario non si sarebbe dilungato a parlare con loro. I killer inoltre hanno voluto, prima di far fuoco, che il pastore si avvicinasse all'auto in modo da poterlo riconoscere e di essere certi di non sbagliare bersaglio.
 
E gli inquirenti in questa fase delle indagini, oltre a proseguire negli interrogatori di persone ritenute informate sui fatti, non tralasciano anche altri episodi che hanno visto all'opera malavitosi di altre province limitrofe fare delle incursioni in valle Telesina, una sorta di «amarcord investigativo». Non si tralasciano anche altri fatti di sangue avvenuti negli ultimi anni i cui autori sono rimasti sconosciuti. Tra questi un delitto avvenuto a Faicchio, dove nel 2008, rimase ucciso con un colpo di pistola al collo un giardiniere di 38 anni e il cui corpo venne rinvenuto con una corda al collo, nel fiume Volturno, nei pressi di Alvignano, in provincia di Caserta. Un giallo rimasto senza soluzione, nonostante le indagini sviluppatesi sin dal momento della scomparsa, avvenuta con caratteristiche che non lasciavano ipotizzare una fuga.

Ora ai fini delle indagini si attendono le conclusioni dell'autopsia che è stata confermata per il pomeriggio di domani mercoledì e che è stata affidata al medico legale Emilio D'Oro, che del resto ha fatto un sopralluogo sul posto subito dopo l'omicidio, e una prima visita esterna del corpo trasportato poi alla sala mortuaria del «Rummo». Per i familiari della vittima gli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia hanno designato il medico legale Michele Selvaggio che assisterà anche lui all'autospia. Il consulente balistico incaricato dal magistrato è Giuseppe Cristofaro. In mattinata ci sarà il conferimento dell'incarico da parte del sostituto procuratore della Repubblica Francesco Sansobrino che sta seguendo l'attività investigativa sin dalla notte di giovedì portata avanti sia dai carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita, sia di quelli del Reparto operativo provinciale e dal Ris per la parte dei rilievi fatti sul luogo del delitto. Il tutto coordinato dal procuratore capo Aldo Policastro.I funerali di Giuseppe Matarazzo si terranno giovedì.
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