Allarme Sannio, provincia
a crescita zero fino al 2023

Allarme Sannio, provincia a crescita zero fino al 2023
di Andrea Ferraro
Mercoledì 20 Marzo 2019, 18:52 - Ultimo agg. 21 Marzo, 06:16
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Una doccia gelata per chi investe sul territorio e per chi confidava su cantieri, soprattutto quelli annunciati per superare il gap delle infrastrutture, risorse in arrivo ed eventi, su tutti la Capitale europea del vino, per alimentare le speranze di una ripresa del sistema economico e produttivo del Sannio. Per Benevento la crescita appare un’utopia. Impietosa la fotografia fornita dal rapporto Obi, l’Osservatorio banche e imprese, presentato ieri a Roma durante il convegno «Il Mezzogiorno tra divari e sviluppo. L’economia delle province italiane e dei comuni del Mezzogiorno, stime 1995-2018 e previsioni al 2023». La provincia sannita con quelle di Agrigento, Nuoro e Potenza è stata inserita nel poker di quelle dove nel quinquennio 2019-2023 la crescita annua risulterà «sostanzialmente nulla», a differenza di altre province meridionali dove sarà «decisamente contenuta» a eccezione di Crotone (+1%) e Matera(+1,4%), che beneficerà dell’effetto Capitale europea della cultura. Il contributo del Mezzogiorno, secondo lo studio, dunque, è destinato a scendere. Insomma la «forbice» tra Sud e resto del Paese, soprattutto il Nord, dopo aver mostrato un contenimento tra il 2015 e il 2017, si riaffaccia a partire dal 2018.
Il presidente di Confindustria Benevento, Filippo Liverini, però, prova a pensare positivo. «Non sarei così pessimista - dice - lo studio dell’Obi elabora previsioni di crescita a cinque anni e l’esperienza ci ha insegnato che, nel bene e nel male, le previsioni sono quasi sempre smentite dai fatti, soprattutto quando parliamo di Pil». E spiega il perché: «Le dinamiche della crescita sono influenzate da fattori non facilmente prevedibili legati a scelte e strategie dei singoli governi, alle loro politiche economiche e commerciali; fattori i cui effetti hanno ricadute immediate anche sulle nostre imprese. Sicuramente Benevento è un territorio connotato da una economia fragile e fortemente influenzata da dinamiche esterne. Lo abbiamo descritto in maniera puntuale alla presentazione del rapporto del nostro Centro Studi, presieduto dal mio vicepresidente Lampugnale, dal titolo “Dove va l’economia sannita”. Ma proprio in quel rapporto si evince l’alta volatilità del nostro Pil che tra il 2013 e 2015 ha fatto registrare uno scostamento di 11 punti percentuali. Si tratta di una dinamica dovuta proprio al valore complessivamente contenuto della nostra ricchezza, pari a 4,5 miliardi di euro, sulla quale anche investimenti non particolarmente significativi possono determinare importanti scostamenti». A offrire un pizzico di ottimismo a Liverini ci pensano «gli incisivi investimenti privati e le importanti risorse pubbliche per infrastrutture di cui è destinataria la provincia, che ospita anche una area Zes e che riteniamo potrebbe vedere ridisegnata, anche grazie ai nuovi collegamenti ferroviari come la Napoli-Bari, la propria posizione nell’ambito del Mezzogiorno. Ritengo, quindi, che lo studio dell’Obi, possa essere uno stimolo per fare in modo di continuare sulla strada della coesione istituzionale e della programmazione strategica per un territorio che ha voglia di crescere e che ha le carte in regola per poterlo fare».
 
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