Scontro sullo stadio, il primo round
al Comune: no alla richiesta del Benevento

Scontro sullo stadio, il primo round al Comune: no alla richiesta del Benevento
di Luigi Trusio
Sabato 5 Marzo 2022, 09:32
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Tutto come da copione. Il Tribunale di Benevento non ha concesso la provvisoria esecutorietà al decreto ingiuntivo presentato dal Benevento Calcio in cui si richiedevano circa 4 milioni e 200mila euro (3,5 milioni più Iva) al Comune di Benevento a titolo di rimborso per le spese relative ai lavori di adeguamento e manutenzione straordinaria sostenute a partire dal 2007.

Nessuna sorpresa: entrambe le parti erano consapevoli che il magistrato, come anticipato anche dal Mattino, ritenendo la cifra troppo considerevole, avrebbe optato per un rigetto dell'ingiunzione di pagamento concedendo termini istruttori per articolare le prove. E difatti ieri il giudice Gerardo Giuliano della seconda Sezione civile, esaminati gli atti del procedimento, lette le note di trattazione scritta depositate dai rispettivi legali (l'udienza del 2 marzo si era tenuta in via telematica e non in presenza a causa delle misure anti-Covid), «osservato che i motivi di opposizione e la documentazione ad essa allegata rendono opportuno un approfondimento istruttorio - anche in ordine alla liquidità delle pretese avanzate - che non consentono, allo stato ogni eventuale ulteriore e diversa statuizione nel corso del giudizio» non ha concesso «la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto».

Il magistrato ha assegnato alle parti i termini ex articolo 183 comma 6 del Codice penale «a decorrere dal 14 marzo 2022» e rinviato «in prosieguo l'udienza al 21 settembre 2022 per l'eventuale ammissione dei mezzi istruttori e la redazione del calendario del processo (ove necessario)». Il giudice ha altresì invitato le parti a «procedere a una (ulteriore) trattazione scritta della causa mediante scambio e deposito telematico, di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni».


Il 15 settembre scorso il club giallorosso, attraverso gli avvocati Reppucci e Rascio, aveva notificato al Comune il decreto ingiuntivo per la restituzione delle somme di cui sopra. Il 22 ottobre il Comune, per mano del responsabile dell'avvocatura Vincenzo Catalano, aveva impugnato il decreto contestando il mancato saldo dei canoni concessori pregressi dal 2007 a oggi (280 mila euro), delle utenze relative alle forniture di acqua, luce e gas (685 mila euro), della Tari (241 mila euro), più ulteriori 110mila euro per i canoni della struttura in forza della nuova convenzione stipulata a luglio 2020, il tutto per un totale di un milione e 290 mila euro. Il Benevento il 14 novembre aveva chiesto la provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo (per avere subito una sentenza che fungesse da titolo esecutivo) per indurre il magistrato a decidere nel merito.

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Il Comune, opponendosi al decreto, aveva presentato domanda riconvenzionale per il milione e 290mila euro dovuto dal club sannita. E sostiene altresì che i lavori non siano stati mai autorizzati, ma per il Benevento ci sono delibere che dimostrano il contrario, come pure la convenzione - stando al club giallorosso - avrebbe valore di ratifica. Il Comune nella opposizione al decreto ha sostenuto di non essere a conoscenza degli interventi, per Reppucci affermazione quantomeno surreale «visto che gli amministratori comunali sono sempre presenti allo stadio e non possono non aver notato le migliorie apportate nel tempo». Nella trattazione scritta Reppucci ha precisato che «si configura comunque un indebito arricchimento da parte dell'ente proprietario della struttura». Nella tesi avanzata dai legali del Benevento «tutto ciò che viene realizzato allo stadio deve passare necessariamente per la Commissione di vigilanza della quale fanno parte anche rappresentanti del Comune che dunque non potevano non sapere». Il nodo della questione sta nel fatto che nessuno dei dirigenti e funzionari del Comune intende assumersi la responsabilità di riconoscere al Benevento le somme sborsate, perché, a loro dire, la Corte dei Conti potrebbe rilevare un danno erariale: il diritto civile - è la teoria dei legali dell'ente - evidenzia che i lavori di manutenzione straordinaria devono essere autorizzati dalla proprietà. Secondo Palazzo Mosti infine, il club avrebbe ha presentato delle fatture contestate dall'Ufficio Sport senza rendiconto dettagliato delle spese e dello stato dei lavori, e non supportate dai contratti con le imprese e dai pagamenti all'impresa stessa. Non si esclude che attraverso il giudice si possa addivenire ad una transazione.

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