Caro bollette, Mastella tira dritto:
«Avanti con la settimana corta a scuola»

Caro bollette, Mastella tira dritto: «Avanti con la settimana corta a scuola»
di Oreste Tretola
Lunedì 29 Agosto 2022, 08:18 - Ultimo agg. 12:21
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La settimana corta per le scuole sarebbe l'unica soluzione per far fronte al caro energia e il Sannio vuole proseguire spedito in questa direzione, nonostante le perplessità manifestate dall'Ufficio scolastico regionale Il sindaco Clemente Mastella conferma la volontà di procedere alla settimana corta, vista come unica soluzione per il risparmio energetico: «La direzione è stata intrapresa, ora aspettiamo le risposte delle scuole. C'è la loro autonomia da rispettare. In Campania e, in particolare a Benevento, ci sono già scuole chiuse il sabato, quindi non lo vedo un problema spiega il primo cittadino -. Il capitolo trasporti è un nodo complicato da affrontare ma siamo pronti a farlo insieme alla Provincia per aiutare soprattutto le zone interne».

L'incontro di tre giorni fa tra Comune, Provincia e istituzioni scolastiche ha gettato le basi dell'intesa. Restano certamente delle problematiche da risolvere relative a trasporti, strutture e organizzazione didattica. L'Ufficio scolastico regionale non ha chiuso all'ipotesi, ma il direttore Ettore Acerra ha tirato il freno a mano sottolineando che «serve collaborazione e cooperazione nella logica della condivisione e del confronto tra famiglie, scuole ed enti locali per arrivare alla miglior soluzione per ogni contesto».

Ha avanzato dubbi su strutture, mense e, soprattutto, sui trasporti nelle aree interne. 

«Per la riorganizzazione dell'orario scolastico penso sia fattibile ridurre leggermente le ore e far uscire i ragazzi più tardi. I laboratori sono un problema ma credo che, se in alcuni istituti non dovessero farsi, non sarebbe un dramma. Per le mense non cambia nulla, funzionano già in maniera efficiente. Il problema strutturale c'è più per le scuole superiori ma abbiamo avuto i fondi per sistemarle e lo faremo. Le problematiche ci sono ma vanno assolutamente affrontate perché il caro energia c'è ed è un grosso problema. Si è attivata una proficua collaborazione tra Comune, Provincia e istituti; l'amministrazione è pronta a fare del suo meglio. Aspettiamo a breve una risposta dalle scuole, speriamo per i primi di settembre». 

Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Provincia Nino Lombardi: «Il risparmio energetico è un'esigenza primaria, nel periodo autunnale e invernale ci potremmo trovare a fronteggiare gravi problemi con la mancanza totale di energia. È un problema grande che nasconde problematiche più piccole dietro di sé. Quindi, vanno affrontate queste ultime. Aspettiamo la decisione delle scuole. Se fosse unanime ci attiveremo per modificare gli orari su linee urbane ed extraurbane. Dovremo attivare un tavolo di confronto. Per quanto riguarda gli edifici scolastici, i più datati sono quelli superiori e c'è una percentuale che arriva quasi al cinquanta per cento. Non si può più derogare sul loro abbattimento o sulla loro ristrutturazione, vanno assolutamente messi in sicurezza. I disagi li conosciamo bene e dobbiamo condividerli. Il problema qui è trovare gli edifici alternativi dove spedire la popolazione scolastica, non tutti gli edifici sono predisposti». 

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Da parte degli istituti scolastici la principale preoccupazione verte sulla ridistribuzione delle ore per tutelare i ragazzi. Luigi Mottola, responsabile provinciale dell'Associazione nazionale presidi, svela una possibile significativa novità per ovviare a questo problema: «L'ultima proposta dell'Anp è quella di fare le lezioni del sabato in dad, ma sarebbe una possibilità da prendere in considerazione in ultima istanza. Per gli istituti con ventisette ore di lezione la situazione sarebbe certamente più gestibile e la dad non servirebbe per ridistribuire le ore. La didattica a distanza aiuterebbe, invece, gli istituti comprensivi con quaranta ore di lezione e quelli superiori con trentadue o trentaquattro. In questi casi è molto più complicato ridistribuire le ore, anche aggiungendo le settime ore o i rientri oppure riducendo le ore da sessanta a cinquanta o cinquantacinque minuti. Si devono studiare soluzioni alternative valide perché dopo due anni di Covid non possiamo più permetterci di far perdere ore ai ragazzi che sono stati già tanto penalizzati. Certamente ci sono delle difficoltà di tipo logistico e organizzativo e condivido le perplessità del provveditore Acerra». 

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