Smog a Benevento, effetto botti
di Capodanno sulle polveri killer

Smog a Benevento, effetto botti di Capodanno sulle polveri killer
di Paolo Bocchino
Venerdì 3 Gennaio 2020, 09:48
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Chi sfora a Capodanno... C'è da augurarsi che il celebre motto resti inapplicato. Ma è un dato di fatto che Benevento ha iniziato il 2020 all'insegna dello smog facendo registrare valori oltre la norma già nel primo giorno dell'anno. Un riscontro giunto proprio mentre dalla presidenza regionale di Legambiente arrivava la notizia, ampiamente già riferita, relativa al non raggiungimento per il 2019 del limite di legge fissato a 35 giornate. Partiamo però dall'attualità e dall'andamento delle polveri sottili nelle prime ore del 2020. Il superamento certificato dall'Arpac si riferisce ai 59 microgrammi per metro cubo d'aria di Pm10 misurato il primo gennaio dalla postazione di via Mustilli nel centro urbano. Si è fermata sulla soglia la centralina di Santa Colomba con 50 microgrammi, a debita distanza Ponte Valentino con 22. Valori molto elevati anche sul fronte delle polveri ultrafini Pm2,5 che hanno doppiato la quota giornaliera di tollerabilità (25 microgrammi) sia in via Mustilli (51 microgrammi), sia in zona stadio (54 microgrammi). I bollettini licenziati dall'Arpac consentono di monitorare i livelli di inquinanti ora per ora. E la lettura dei dati fa balzare all'occhio la clamorosa impennata di particelle velenose verificatosi a partire dalla mezzanotte del 31 dicembre: 65 microgrammi di Pm10 alle 24 che raddoppiavano già un'ora dopo (130) e schizzavano a 182 microgrammi alle 2. Dinamica analoga a quella delle Pm2,5 che dagli 80 microgrammi di mezzanotte salivano a 141, ovvero quasi sei volte oltre la soglia di tollerabilità. A contribuire sarà stato anche l'effetto botti.

IL REPORT
Il problema smog resta invece strutturale e proprio il report annuale di Legambiente induce a puntare i riflettori su nuovi elementi di riflessione. Se da un lato Benevento può festeggiare per non essere tra le nove città campane che hanno consumato il «bonus» dei 35 sforamenti concesso dalla legge (San Vitaliano, Pomigliano, Napoli, Nocera Inferiore, Casoria, Aversa, Volla, Acerra, San Felice a Cancello), dall'altro mostra un trend in incremento e una localizzazione del fenomeno che cambia di anno in anno. Nel 2019 il capoluogo ha toccato i 29 superamenti di Pm10, a sei lunghezze dal tetto massimo. Un anno prima gli sforamenti si erano fermati a 20. Per ritrovare lo stesso numero di violazioni bisogna risalire al 2017. Allora però il picco fu registrato dalla centralina in centro urbano (via Mustilli) mentre nello scorso anno le polveri killer hanno «traslocato» in zona stadio.

LE STRATEGIE
Cosa possono dire questi dati nel programmare il 2020 delle politiche green? «Nella prima parte del 2019 si è dovuto ricorrere a misure emergenziali per effetto dei ripetuti superamenti - ricorda la presidente della commissione Ambiente del Consiglio Mila Lombardi - Durante l'anno abbiamo messo in campo un ciclo di chiusure programmate. Nel tirare le somme è inevitabile rilevare come le seconde di fatto si siano sostituite alle prime. Occorrerà dunque fare il punto sulla questione perché se apprendiamo con piacere di non essere tra le città fuori legge, è pur vero che il problema non è scomparso e chi si sposta a piedi se ne accorge facilmente. Bisogna intervenire sul parco mezzi in gran parte risalente negli anni, così come occorre sciogliere il nodo dei controlli sulle caldaie. Mi rendo conto che l'avvio delle verifiche comporterà qualche costo a carico dei cittadini, ma è per la loro stessa salute che vanno effettuati. Affronteremo questi temi in commissione».
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