Soldi falsi a Benevento, la «mente»
della truffa finisce ai domiciliari

Soldi falsi a Benevento, la «mente» della truffa finisce ai domiciliari
di Antonio N. Colangelo
Martedì 21 Luglio 2020, 12:00
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Esce dal carcere e va agli arresti domiciliari Franco Domenico De Iasio, 69enne beneventano considerato uno dei vertici della rete di falsari smantellata dai carabinieri con l'operazione «Nerone». Finito in manette mercoledì e detenuto a Capodimonte, il pensionato sannita, già noto alle forze dell'ordine, si è visto attenuare la misura cautelare disposta inizialmente dal Gip Gelsomina Palmieri. Accolta l'istanza presentata dall'avvocato difensore Antonio Leone, il quale, in occasione dell'interrogatorio di garanzia della scorsa settimana durante cui De Iasio si era avvalso della facoltà di non rispondere, aveva anche fornito documentazione tecnica relativa alle condizioni di salute del suo assistito, al fine di attestarne l'incompatibilità con il regime carcerario. Ieri, dunque, l'uomo ha lasciato il penitenziario per far ritorno a casa in attesa degli sviluppi processuali. Gerardo De Iasio, 56 anni, fratello di Franco, ritenuto la figura chiave per lo smercio di denaro contraffatto in Francia, e domiciliato a Parigi, invece, aspetta l'esito della richiesta di estradizione presentata dal legale Leone dopo l'avvenuta scarcerazione. Domiciliari concessi anche a Pompeo Masone, 55enne di San Giorgio del Sannio che, per l'accusa, sarebbe il braccio destro di De Iasio senior nonché responsabile dell'immissione, a Benevento e provincia, di banconote contraffatte per un totale di circa 70.000 euro. Anche quest'ultimo aveva scelto la via del silenzio. Revocati i domiciliari a Vincenzina Taddeo, 51enne di San Giorgio del Sannio, moglie di Masone, difesa dagli avvocati Vittorio Fucci e Gerardo Giorgione, accusata di aver avuto parte attiva nello spaccio di soldi falsi nel Sannio ma dichiaratasi estranea ai fatti. Disposto l'obbligo di firma. Permane, infine, l'obbligo di dimora, infine, per il 35enne beneventano Gerardo De Iasio, figlio di Franco.

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Franco De Iasio, per gli inquirenti, sarebbe il promotore di una complessa organizzazione criminale dedita alla contraffazione di denaro, prevalentemente banconote da 50 e 100 euro, riuscita a immettere solo nel Sannio qualcosa come 120.000 euro in soldi ottimamente imitati, e a estendere le proprie mire non solo in ambito nazionale ma in tutti i Paesi dell'Ue, in modo particolare Francia e Belgio. Decisiva la partnership con il «re dei falsari» Alfredo Muoio, 66enne di Casalnuovo da cui De Iasio acquistava notevoli quantitativi di banconote replicate così bene da sfuggire al controllo di alcuni money detector ed essere impossibili da individuare al tatto e a occhio nudo. Unica sbavatura nel denaro contraffatto, in gran parte affidato a una rete di corrieri incontrati alla stazione centrale di Napoli, un minuscolo puntino verde sul retro. A imprimere la svolta alle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Flavia Felaco, e condotte dai carabinieri del comando provinciale e dell'Antifalsificazione Monetaria di Roma, l'attività di pedinamento e intercettazioni telefoniche di De Iasio, i cui reiterati spostamenti a Napoli avevano insospettito gli inquirenti.

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