È l'ora delle decisioni per il riassetto della Stazione centrale. Giovedì a Palazzo Mosti è in programma il vertice a tre (Rfi, Comune, Soprintendenza) che dovrà licenziare l'intesa conclusiva sul maxi progetto da 30 milioni per la realizzazione del nuovo hub di Rete ferroviaria italiana. Non un semplice scalo ma un polo nel quale i tradizionali binari sono associati a residenze universitarie, luoghi di aggregazione, punti ristoro. Novità che riguarderanno sia lo storico «Fabbricato viaggiatori», la cui prima versione risale addirittura all'Ottocento prima della ricostruzione post bombardamenti in stile razionalista, sia l'ampio piazzale antistante.
Per quanto riguarda la palazzina, è in programma «la ricostruzione con ripristino della conformazione esistente, il restauro degli elementi in marmo, la pulitura del basamento delle facciate». Al piano terra, nell'attuale biglietteria, si prevede il restauro dei materiali originali. «La pavimentazione esistente - illustra il progetto - verrà sostituita con una pavimentazione in getto palladiano con pezzature irregolari di marmo chiaro e verranno ricollocati i marmi originali. Il fabbricato al piano terra ospiterà, oltre ai servizi strettamente legati alla stazione, servizi commerciali, un'area museale, un lounge bar, aree per la collettività e spazi aperti. Al primo piano saranno collocati i servizi universitari prevedendo 4 tipologie di alloggi per gli studenti dell'Università del Sannio. All'ultimo piano ci sarà uno spazio comune (zona relax) da cui si accederà a due terrazze panoramiche».
Ma le novità più rilevanti per le dinamiche quotidiane della città riguarderanno probabilmente il piazzale esterno della stazione che sarà rivoluzionato. Come anticipato, verrà rimosso l'ingombrante «fontanone» che oggi occupa un'ampia fetta della altrettanto extralarge pavimentazione. Un assetto modificato negli anni scorsi con fondi del «Piu Europa» ma non entrato mai nei cuori dei cittadini.
Il progetto predisposto da Rfi, su input di Palazzo Mosti, prevede la delocalizzazione della vasca nell'area ovest che farà da rotatoria all'imbocco del futuro terminal bus con parcheggio auto che sorgerà nei pressi dell'ex smistamento postale. È programmato inoltre il drastico ridimensionamento del marciapiedi, con estensione della sede stradale a 8 metri. Nel nuovo disegno è prevista la realizzazione di un'area per la sosta breve (kiss and ride) delle auto e dei bus, di rastrelliere per biciclette, un'adeguata dotazione di stalli per persone con difficoltà motorie. Lo snodo critico tra viale Principe di Napoli e via Mariano Russo scomparirà a beneficio di una canalizzazione rialzata che consentirà l'eliminazione del senso unico. Ma non solo: il team di Rfi guidato da Antonello Martino e i responsabili della pianificazione comunale (Antonio Iadicicco e Antonella Moretti) immaginano per il fronte della stazione un futuro da «polo di aggregazione» con sedute, arredi, verde, dehors. Nel dettaglio, si prevede «il rifacimento della pavimentazione con un sistema di fasce orizzontali che corrono parallelamente alla facciata del fabbricato, e nuovi innesti green che porteranno alla sostituzione delle attuali aiuole circolari, con la piantumazione di varie specie arboree autoctone ombreggianti e caducifoglie che daranno luogo a un piacevole spazio di incontro e sosta per cittadini e viaggiatori». Nell'area saranno collocati anche i gazebo del bar che nel nuovo progetto avrà accesso diretto alla piazza.
Ma il disegno stilato dai consulenti di Rfi (Coding srl - Coop Politecnica - Sws Engineering) dovrà convincere soprattutto la Soprintendenza che ha ricevuto da qualche giorno l'elaborato progettuale. Il responsabile ministeriale Gennaro Leva non nasconde qualche perplessità: «La stazione centrale di Benevento ha notoriamente un elevato valore storico-architettonico del quale si è dovuto tener conto dopo un nostro precedente intervento. Ma anche l'invaso spaziale antistante è meritevole di particolare attenzione in quanto costituisce il terminale visivo di un pregevole disegno urbanistico che si dipana ininterrottamente da piazza Bissolati al Fabbricato viaggiatori. Non lo si può derubricare semplicisticamente a luogo nel quale far scendere e salire le persone dall'auto. Almeno sul piano della resa stilistica - ammonisce Leva - occorre un disegno progettuale concepito da un urbanista avvertito della storia e del valore estetico di quel luogo. Non mi spingo a dire che occorrerebbe un archistar, ma senz'altro non basta un qualsiasi studio tecnico».